PUBBLICA ILLUMINAZIONE E I.L. A TRENTO – 16 Gennaio 2001

Cortese attenzione: direttore quotidiano “L’Adige”
Cortese attenzione: direttore quotidiano “Alto Adige”
e p.c.
– Coordinamento “CieloBuio”; ing. Diego Bonata
– Osservatorio Astrofisico di Padova e Asiago c/o Univ. Padova; dott. Pierantonio Cinzano
– Unione Astrofili Italiani, commissione CNIL/UAI ing. Carlo Rossi
– Cordinamento Associazioni Astronomiche Trentine; rapporti stampa Christian Lavarian

PUBBLICA ILLUMINAZIONE E INQUINAMENTO LUMINOSO
Apprendo da alcune emittenti radiofoniche regionali come la giunta del comunale di Trento abbia stanziato un miliardo e mezzo per un parziale rinnovo della pubblica illuminazione. Naturalmente tutto ciò che riguarda la miglioria dell’arredo urbano deve essere valutato positivamente; la cosa però merita alcune riflessioni poichè negli ultimi venti anni si è assistito al rapido deteriorarsi della qualità degli impianti. Anzichè puntare a un razionale utilizzo dei punti luce si è badato solo a sparare quanta più luce possibile, senza preoccuparsi di valutare quanta luce andava dispersa al di fuori delle aree da illuminare. Il risultato è che, secondo i dati forniti dall’International Dark Sky Association di Tucson, Arizona (U.S.A.) -confermati anche in ambito nazionale da recenti studi condotti dalla Società Astronomica Italiana (S.A.It.)-, oltre il 35% della luce prodotta per l’illuminazione pubblica è, mediamente, dispersa verso l’alto, dove non serve ad alcuno, concretizzando un ingente sperpero di denaro pubblico (come spiego più avanti), un danno irreparabile per la fauna notturna, per l’immagine notturna del territorio e per la ricerca astronomica. Tale flusso disperso è tecnicamente chiamato “inquinamento luminoso” e il suo diffondersi incontrollato ci sta privando del più grandioso spettacolo naturale: l’osservazione dell’universo! Si pensi che nei centri urbani ormai solo il 10% delle stelle rimane visibile ed anche spostandosi in zone non abitate la visione del cielo risulta irrimediabilmente compromessa: le luci di una città sono spesso visibili a centinaia di chilometri di distanza!

E’ tuttavia importante evidenziare come il problema dell’inquinamento luminoso sia tecnicamente risolvibile, senza compromettere il diritto dei cittadini ad avere le strade illuminate in modo adeguato. Molto spesso basta il buon senso; per esempio perchè continuare ad usare le diffusissime (e pessime) sfere luminose -quasi tutte le città ne sono piene- le quali, in molti casi, inviano su strade e marciapiedi appena un quarto della luce prodotta? Basterebbe usare apparecchi schermati e tutto il fascio luminoso andrebbe, correttamente e senza sprechi, al suolo, migliorando di conseguenza la visibilità. Perchè molte fabbriche e capannoni installano potenti lampade alogene, spesso in prossimità di svincoli e incroci, montate in modo tale da risultare pericolosamente abbaglianti? La cosa è vietata fra l’altro dall’articolo 23 del Nuovo Codice della Strada e sorprende che pochi intervengano a porre un freno a tali abusi. Eppure anche in questi casi ci sarebbero soluzioni alternative, senza accecamento dell’automobilista. Gli esempi sono numerosi e non possono essere riassunti nello spazio di poche righe. Basti sapere che la massima autorità nazionale in materia di inquinamento luminoso, l’associazione CieloBuio, forte della sua pluriennale esperienza, sta conducendo da anni una battaglia per far approvare leggi che disciplinino la materia. Grazie a questo impegno sono già numerose sono le regioni che hanno già approvato, ed altre lo stanno facendo, dei Regolamenti in materia di illuminazione esterna; fra le altre cito il Veneto (la prima regione in Italia a farlo!), la Toscana, il Lazio, la Lombardia. Quest’ultima, in particolare, ha adottato un pacchetto di normative (legge regionale n.17 del 27 marzo 2000) che per semplicità ed efficacia la pone, come ampiamente riconosciuto dagli addetti ai lavori, all’avanguardia in Europa.

Anche il Trentino, anni addietro, approvò una mozione (la n.35, 8 novembre 1994) nella quale si indicava l’inquinamento luminoso fra i punti da esaminare nella valutazione degli impatti ambientali.

Si rifletta come il danno derivante da un non proficuo ed incontrollato utilizzo di energia elettrica, ai fini dell’illuminazione, sia quantificato ogni anno, in Italia, in circa 300-400 miliardi di lire (stime fatte per l’anno ’96, con aumenti annui di circa il 10%); in proporzione se ne può dedurre il danno economico per la nostra provincia. Studi condotti dalla S.A.It. hanno mostrato come in comuni di medie dimensioni (circa 50.000 abitanti) mediante interventi di solo uso razionale dell’illuminazione pubblica, si possano conseguire risparmi valutabili in circa 300/400 milioni di lire, diminuendo al contempo i livelli di inquinamento luminoso e realizzando anche un risparmio di combustibile e, di conseguenza, ottenendo una minor immissione in atmosfera di anidride carbonica (CO2). Si può calcolare che dall’ipotetico abbattimento dell’inquinamento luminoso su tutto il territorio italiano conseguirebbe un risparmio di 430mila tonnellate di combustibile in un anno; di conseguenza non sarebbero introotte in atmosfera 1.356.000 tonnellate di anidride carbonica e non verrebbero bruciati 1.480.000 tonnellate di ossigeno.

.Confido che l’ amministrazione di Trento tenga conto del problema e voglia incontrare i rappresentanti del settore tecnico-scientifico del Coordinamento delle Associazioni Astronomiche Trentine. Credo che la risoluzione del problema dell’inquinamento luminoso sia uno dei pochi casi in cui tutti abbiano qualcosa da guadagnare: i cittadini perchè avrebbero, a parità di punti luce, strade meglio illuminate, i Comuni che potrebbero dirottare i risparmi ottenuti in altre opere pubbliche, la fauna notturna che ritornerebbe a ripopolare le zone dove è scomparsa e, infine, gli amanti del cielo , astronomi e astrofili -o inguaribili romantici- che potrebbero tornare ad ammirare la volta celeste ormai invisibile dalle grandi città.
…e quindi uscimmo a riveder le stelle

ing. Marco Vedovato, coordinatore CAAT
Coordinamento Associazioni Astronomiche Trentine

Commenti chiusi