Inquinamento luminoso e filtri – 20 Gennaio 2001

Ho “rubato” un messaggio dalla lista di Coelum.

Non so se quanto detto dal messaggio sottostante sia tutto vero; non sono un tecnico e non posso commentare.
Mi pare comunque importante porre l’attenzione sul problema del rapporto tra teoria (e talvolta un certo integralismo di alcuni astrofili), rispetto a quello che poi si può fare concretamente. Data invio: sabato 20 gennaio 2001 12.16
Oggetto: Inquinamento luminoso e filtri

Come tanti astrofili, anche il sottoscritto ha acquistato dei filtri interferenziali per aumentare le prestazioni del proprio strumento e ridurre l’inquinamento luminoso che oramai è dilagante.
Nel mio caso si tratta di un OIII, un Deep Sky ed un H Beta, tutti della Lumicon.
A parte i commenti positivi, mi sono divertito a testarli sui lampioni stradali e quì, veramente, ci sono rimasto male…. Sì, perché sui lampioni con lampade al mercurio la schermatura è elevatissima, ma su quelle sodio ( quelle giallo-arancioni) è appena percettibilmente superiore. E sì che l’OIII è veramente selettivo!
Il perché? Perché i lampioni al sodio attualmente in commercio sono tutti, ripeto TUTTI ad alta pressione. Per lavoro ne monto spesso, e vi garantisco che in commercio non ne ho mai trovati del tipo a bassa pressione, ovvero del tipo totalmente schermabile mediante filtri.
Addirittura possiedo i cataloghi di una ventina di ditte produttrici di apparecchiature per illuminitecnica, ed in tutti i casi le lampade al sodio a bassa pressione non sono neppure in produzione.
Parlandone con dipendenti di diverse ditte fornitrici di materiale elettrico questi mi hanno detto che sono oramai in disuso da diversi anni, in quanto consumano il 30 % in più di quelle al mercurio ( pinza amperometrica alla mano), largamente montate, in quanto di luce bianca.
Ma allora, non sarebbe il caso che i membri delle varie commissioni anti inquinamento luminoso si informassero meglio prima di dire alla gente che queste lampade sono in commercio, che inquinano meno ecc? Tenete presente che i privati continuano a montare, per i propri giardini e passi carrai, ancora le stramaledettissime palle, che irradino luce per l’80 % verso l’alto; in più ora, con le lampade a basso consumo, le tengono accese per tutta la notte, mentre prima bastava qualche ora ( se no all’arrivo della bolletta…).
Lo sapete che il principale fattore inquinante dei lampioni stradali sono le coppe in policarbonato trasparente, che rifrangono la luce lateralmente ed in alto per aumentare la portata luminosa dei lampioni e ridurre il loro numero?
Le tre marche principali di lampioni stradali, la Disano, la Roma e la GE hanno il corpo lampada interno al riflettore: questo significa che eliminando la coppa trasparente l’irradiazione è totalmente verso il basso, mantenendo inalterata la tenuta stagna. ( per legge deve essere IP 56, ovvero protezione agli schizzi d’acqua ed a corpi solidi di 1 mm).
Ed allora a dove approderanno le varie leggi regionali, minate alla base da costi esecutivi elevatissimi e da superficiali stime di consumi?

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La mia opinione da profano:
Da una parte c’è il modello dell’impianto di illuminazione perfetto, dall’altro c’è però il discorso di lampade non più in commercio, di costi di installazione che lievitano a dismisura (lampioni più costosi e più numerosi, ecc.) che potrebbero in parte vanificare il presunto risparmio sulla bolletta della luce, e così via.

Specialmente per chi non ha conoscenze tecniche specifiche, è sempre difficile affrontare a viso aperto le ditte o gli uffici tecnici, per dimostrare che siamo noi ad aver ragione!

Noi proponiamo un tipo di impianto, loro ti rispondono “sì, ma costa il doppio, devo aumentare il numero di pali, farli più alti, ecc. ecc.” ….. e cambiare le specifiche per un appalto comunale , prevedendo di aumentare i costi nell’ambito di bilanci disastrati come quelli degli enti locali, è un’impresa folle.
La bolletta, si sa, arriverà dopo, e saranno grane dell’amministrazione successiva!

é una lotta davvero difficile !

Alcuni di coloro che ci hanno risposto in relazione al porto di Piombino hanno dato dei parametri molto severi (dispersione verso l’alto anche minore all’1%, inclinazione sotto i 2 – 3°, ecc.) quando poi tutto intorno ho chilometri quadrati di “palle tonde”.

Parlando di utopie future, un domani che ci fosse una legge nazionale, mi viene il dubbio: piuttosto che insistere su parametri severissimi (a livello di zero virgola qualcosa) che (in Italia specialmente) non rispetterà mai nessuno o quasi, non sarebbe più realistico puntare a regole meno stringenti ma più facilmente applicabili – a partire magari dalla messa fuori legge di impianti che disperdono il 50 % e più di luce in alto (globi luminosi e affini) : siamo realisti, nessuno controllerà mai i giardini dei privati a misurare le frazioni di grado di inclinazione delle ottiche; l’unica soluzione è che questi lampioni a globo in futuro non vengano più prodotti !

Lo so, sto solo filosofeggiando, ma i problemi sollevati dal lettore di Coelum sono comunque concreti e credo meritino una riflessione!
Cieli sereni
Paolo Volpini

———————————————–Risposta di F.Falchi

In effetti non ha tutti i torti. I filtri sono molto efficaci solo sulle lampade a mercurio e quelle al sodio a bassa pressione (che consumano meno davvero!). Quelle al sodio ad alta pressione, soprattutto quelle a luce bianca sono inquinanti su tutto lo spettro, comprese quelle finestre che erano lasciate libere dalle lampade al mercurio.

Per quanto rigurda una legge nazionale più blanda, non sono affatto d’accordo. Il parametro più semplice da verificare é l’emissione nulla al di sopra del piano dell’orizzonte (quella della legge lombarda, per intenderci), non l’1%, il 3% o più. Parametri facili da verificare sono la necessaria premessa per una facile e controllabile applicabilità delle legge nazionale. Il tre per cento verso l’alto implica un inquinamento enorme, soprattutto lontano dalle sorgenti.
cieli bui,
Fabio Falchi

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