EMERGENZA CONSUMI ENERGETICI PER L’ILLUMINAZIONE: COSA FARE?

CieloBuio esagerava con questo articolo del mese di Agosto 2006? Vediamolo alla luce dei nuovi dati ENEL.
2 Motivi di emergenza costi dell’energia per l’illuminazione pubblica. Se le amministrazioni comunale non ne prenderanno atto e non adotteranno azioni correttive in breve tempo il carico economico per un servizio irrinunciabile quale l’illuminazione pubblica sarà in pochi anni insostenibile.
1- In meno di 12 mesi il costo dell’energia per l’illuminazione pubblica è crescito del 28.4%
2- Al tasso di crescita dell’illuminazione attuale in 15 anni ogni comune italiano avrà un raddoppio dei costi energetici per l’illuminazione!


In realtà la situazione è ancora peggiore…. In effetti è vero, la situazione è ancora peggiore vediamo quindi nel dettaglio cosa comportano queste due affermazioni e cerchiamo di giustificarle.

1- In meno di 12 mesi il costo dell’energia per l’illuminazione pubblica è crescito del 28.4%

Come si evince dal grafico relativo all’opzione tariffaria B4V, che è quella per Illuminazione Pubblica in bassa tensione sul mercato vincolato, (fonte Enel Distribuzione), la crescita del costo dell’illuminazione pubblica a kwh, ha avuto negli ultimi mesi una crescita pressoché esponenziale.
Si è infatti passati da 0.0778 €/kWh a settembre 2005 a 0.0994 €/kWh nel 3° trimestre 2006 con un incremento dei costi del 28.4%.
Questo incremento seppur solo in parte realizzatosi nel 2005, peserà sul 2006 con un incremento dei costi per l’illuminazione pubblica molto semplice da calcolare (in funzione delle dimensioni del comune):
– Un comune medio/grande: circa 50.000 abitanti e 5.500 punti luce con una bolletta di 300.000 €/anno avrà un incremento della bolletta di 63.000€/anno in un solo anno!
– Un comune medio/piccolo: circa 10.000 abitanti e 1.000-1.500 punti luce con una bolletta di 50.000 €/anno avrà un incremento della bolletta di 10.500€/anno in un solo anno!

2- Al tasso di crescita dell’illuminazione attuale in 15 anni ogni comune italiano avrà un raddoppio dei costi energetici per l’illuminazione!

A livello statistico (dati GRTN triennio 2000-2003) si ha una crescita annua del costo dell’illuminazione pubblica media dell’ordine del 6% per le SOLE nuove installazione.
Questa crescita annua può essere tabulata, come esercizio accademico, per verificare cosa implica per il comune.
Per semplicità, e comportandoci in modo conservativo, consideriamo una crescita annua del solo 5% e proviamo a verificare cosa comporta per il comune in un periodo medio di tempo (15 anni) in termini dei costi energetici per la sola illuminazione pubblica.
In meno di 15 anni, per i soli nuovi impianti d’illuminazione pubblica, al tasso attuale di crescita dell’illuminazione e senza contare l’inflazione, l’aggiornamento del costo del denaro e l’incremento del costo dell’energia (appena visto), la Bolletta comunale RADDOPPIA!!!
– Un comune medio/grande: circa 50.000 abitanti e 5.500 punti luce con una bolletta di 300.000 €/anno nel 2006 avrà un incremento della bolletta a oltre 600.000€/anno nel 2019!
– Un comune medio/piccolo: circa 10.000 abitanti e 1.000-1.500 punti luce con una bolletta di 50.000 €/anno nel 2005 avrà un incremento della bolletta a oltre 100.000€/anno nel 2019!

CONCLUSIONI E CONSIGLI UTILI PER COMUNI E AMMINISTRAZIONI COMUNALI
é evidente che non non si può stare a guardare. Quali le suluzioni?
1- Spegnere gli impianti …..
2- Bloccare la realizzazione di qualsiasi NUOVO impianto…. ma come visto la crescita del costo kWh continuerà a pesare sopratutto se il petrolio ocntinuerà a crescere
3- Fare un serio piano della luce che trovi le soluzioni tecnologiche per permettere ai comuni di investire ora sull’illuminazione (con rientri nei costi medi inferiori generalmente a 5 anni).

Questa terza soluzione che è evidentemente la più accettabile ha delle condizioni minime:
1- Il piano della luce, che non è uno sfizio di CieloBuio o delle leggi che lo prevedono ed una rottura di scatole per il comune, DEVE OBBLIGATORIAMENTE concentrarsi su questo aspetto e solo dopo trattare anche di tutti gli altri aspetti estetici, di sicurezze, etc…
2- I risultati si ottengono SOLO perseguendo i 5 criteri FONDAMENTALI minimi già espressi (e ripetiamo che sono i minimi da rispettare).

CieloBuio ha gia seguito comuni che hanno preso scelte radicali di questo tipo (e presto ne vedrete degli esempi) con risultati di risparmio PIANIFICATO minimo del 25-30% …. che in alcuni rarissimi casi è salito al 65% NON SOLO PIANIFICATI MA ANCHE OTTENUTI.
C’e però da dire che non si fanno miracoli, dipende molto anche da cosa c’era prima nel comune e quanto radicalmente intende intervenire il comune anche in termini di investimenti).

Per finire un ultima informazione tecnica: NON si può pensare di risolvere in questo modo il problema perchè anche se investo ed in breve rientro nei costi, la crescita del kWh crescerà sempre e dell’illuminazione tenderà comunque sempre a salire del 6% l’anno (come visto) quindi si deve intervenire in altro modo.

Come?
Imponendo un tetto massimo di crescita annuale, ed intervenendo in modo tale che si possono fare più impianti se si aumenta la loro efficienza.

Già diversi comuni hanno adottato regolamenti simili e ne presenteremo presto alcuni, in particolare prendiamo spunto per suggerire i seguenti efficaci articoli (anche se ulteriormente miglirabili) già presenti in alcune leggi quale Abruzzo e Puglia sono:

art. 1) I comuni pianificano gli interventi affinché l’incremento annuale dei consumi di energia elettrica per illuminazione esterna notturna pubblica nel territorio comunale non superi l’uno per cento del consumo al momento dell’entrata in vigore della presente legge.

art. 2) Al fine di contenere l’incremento annuale dei consumi di energia elettrica come specificato all’art. 1, adottare soluzioni nel rispetto delle disposizioni tecniche di legge e delle norme tecniche di settore che prevedono:
a) la sostituzione dei vecchi impianti con analoghi a più elevata efficienza e minore potenza installata,
b) la realizzazione dei nuovi impianti, dotati preferibilmente di sorgenti luminose con potenze inferiori a 75W,
c) l’adozione di dispositivi che riducono il flusso luminoso installato. La certificata energia risparmiata mediante l’installazione di nuovi dispositivi di riduzione, su vecchi o nuovi impianti d’illuminazione, va sommata alla singola quota annuale. Le quote annuali possono essere cumulate, ma in tal caso deve essere tenuta adeguata contabilità annuale di tutte le quote dall’anno di approvazione di tale legge.

Per finire c’é una morale anche per i professionisti intelligenti:
1- I progettisti hanno tutti i vantaggi a fare impianti efficaci/efficienti e con base potenze installate altrimenti avranno sempre più difficoltà a ricevere incarichi professionali visti i costi proibitivi dell’energia per i comuni,
2- I progettisti preparati sono la chiave di volta per combattere con la loro professionalità e le loro soluzioni di energy saving le logiche attuali da “4×2 o 3×2” che però incrementano i cosumi di energia di 1.5 o 2 volte rispetto ad analoga soluzione più efficiente.

Commento curioso finale:
Produttori di corpi illuminanti, produttori di energia ed illuminotecnici di grido hanno accusato CieloBuio di voler spegnere le luci, quando CieloBuio chiedeva solo un uso razionale ed efficiente dell’energia in ambito illuminazione, e fra qualche anno, come è avvenuto in Unione Sovietica negli anni novanta, i comuni saranno obbligati a spegnere forzatamente la propria illuminazione pubblica per mancanza di fondi per pagare la bolletta energetica per l’illuminazione.
Sembra una pena per contrapasso dantesca per coloro che ci ha sempre accusato di oscurantismo: obbligati a non poter fare più impianti d’illuminazione perchè hanno troppo abusato oggi oppure obbligati a vedersi spegnere impianti “sanguisughe” non più sostenibili e monumenti allo spreco energetico.
Morale della storia: la qualità della luce non passa attraverso la quantità di Watt installati.

Per maggiori informazioni contattare: info@cielobuio.org

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