Nel settembre 2007 entra in vigore in Slovenia il “Decreto sulla limitazione dell’inquinamento luminoso dell’ambiente”, valido a livello nazionale. Il concetto di fondo è: nessuna luce diretta sopra la linea d’orizzonte. Ovvero, l’illuminazione dev’essere diretta verso terra.
La Slovenia ha preso a modello la Legge Regionale n. 17 del 27/03/2000 della Lombardia, e addirittura l’ha superata.
L’intervista ad Andrej Mohar, promotore della legge slovena contro l’inquinamento luminoso, è riportata da Eco dalle Città.
Link al testo della legge Slovena ed al comunicato di Dark-Sky Slovenia.
Il concetto di fondo è: nessuna luce diretta sopra la linea d’orizzonte. Ovvero, l’illuminazione dev’essere diretta verso terra. Ma la legge impone anche:
– un tetto annuale ai consumi elettrici per l’illuminazione pubblica di 50 kWh per abitante;
– lo spegnimento entro 30 minuti (un’ora in certi casi) dalla chiusura delle luci esterne superflue in impianti industriali, strutture commerciali, uffici e campi sportivi;
– fascio luminoso per i monumenti un metro al di sotto del culmine del monumento stesso;
– insegne pubblicitarie spente dalle 24.00 alle 5.00 del mattino;
– divieto ai fari “da discoteca” diretti verso il cielo.I risultati? Un ciclo virtuoso che non si limita all’inquinamento luminoso. Dall’entrata in vigore della legge nel 2007 numerosi tratti stradali sono stati rinnovati, con un’illuminazione più efficiente sia in termini ambientali che energetici: una razionalizzazione dell’illuminazione pubblica consente risparmi di elettricità dal 40 al 60% con un’illuminazione della strada addirittura migliore. In termini economici si calcola che ogni anno saranno risparmiati ben 10 milioni di €.
Andrej Mohar, promotore della legge slovena contro l’inquinamento luminoso, definisce “l’adozione di questa legge fa della Slovenia uno dei Paesi leader in Europa e un modello per gli Stati che ancora non hanno legiferato in questo campo”.