“Inquinamento” luminoso: non più una metafora.

La luce notturna contribuisce a distruggere un elemento chimico che si trova naturalmente in atmosfera, un ossido di azoto detto radicale nitrato – NO3 che si forma dalla reazione di ozono (O3) con biossido di azoto (NO2). Questo composto chimico è in grado di reagire e distruggere molte sostanze tossiche presenti nei gas esausti prodotti dall’uomo e si forma solo di notte mentre di giorno la luce solare lo distrugge completamente (ecco perché di giorno si hanno le maggiori concentrazioni di ozono). La notizia è rimbalzata un po’ su tutti i siti di news negli scorsi giorni ed è sicuramente destinata ad aprire un nuovo fronte di studio sugli effetti negativi dell’inquinamento luminoso.

Lunedì 13 Dicembre 2010, durante una conferenza dell’Unione Americana di Geofisica svoltasi a San Francisco, è stato presentato uno studio del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences (CIRES) sugli effetti che ha l’inquinamento luminoso sulla qualità dell’aria che respiriamo. Secondo gli scienziati, rappresentati a San Francisco da Harald Stark del NOAA, la luce notturna distrugge un elemento chimico che si trova naturalmente in atmosfera, un ossido di azoto detto radicale nitrato – NO3 che si forma dalla reazione di ozono (O3) con biossido di azoto (NO2) (clicca qui per approfondire). Questo composto chimico è in grado di reagire e distruggere molte sostanze tossiche presenti nei gas esausti prodotti dall’uomo. Il radicale nitrato si forma solo di notte mentre di giorno la luce solare lo distrugge completamente (ecco perché di giorno si hanno le maggiori concentrazioni di ozono).
Misure effettuate sopra la città di Los Angeles hanno evidenziato che, seppur la luce artificiale che proviene dalle città sia in media 10000 volte meno intensa di quella del Sole (ma mediamente 25 volte più intensa della Luna piena, anche se in certi casi si superano le 1000 volte), il suo effetto nella distruzione di questo elemento chimico è apprezzabile. Stime iniziali indicano che l’inquinamento luminoso riduce la naturale capacità di purificazione dell’aria di notte tra il 7 ed il 10% e che contribuisce ad un aumento di almeno il 5% la possibilità di avere nel’aria sostanze chimiche che il giorno dopo provocheranno inquinamento da ozono. Un fenomeno atteso, secondo gli studiosi. L’importanza dello studio risiede nel fatto che, per la prima volta, è stato possibile misurarlo.
Mister Stark ha anche la soluzione, secondo quanto ha affermato alla BBC News il 14 Dicembre scorso (link): rivolgere la luce verso il basso e ridurre la potenza delle lampade per evitare che tanta luce, inutilmente, illumini il cielo. Gli effetti rilevati sono piccoli in assoluto ma il loro impatto è notevole se pensiamo a quante città sono al limite o superano di poco le soglie di allarme per l’inquinamento atmosferico. Un piccolo intervento sull’impianto di illuminazione potrebbe portare al rispetto di tali valori e ad un miglioramento generale della vita in città.

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