Riportiamo un interessante articolo scientifico sugli effetti del lockdown per COVID-19 sulle emissioni luminose urbane. Lo studio, dal titolo “Effects of the COVID-19 lockdown on urban light emissions: ground and satellite comparison” e pubblicato sulla rivista scientifica Remote Sens. 2021, 13(2), 258, è stato effettuato confrontando le emissioni sia da terra che tramite satelliti in orbita terrestre.
Riportiamo di seguito il riassunto dell’articolo che è disponibile qui (in inglese).
I periodi di “lockdown” in risposta al COVID-19 hanno fornito un’opportunità unica per studiare gli impatti dell’attività economica sull’inquinamento ambientale (ad esempio NO2, aerosol, rumore, luce). Gli effetti su NO2 e aerosol sono stati molto evidenti e prontamente dimostrati, ma quello sull’inquinamento luminoso si è dimostrato difficile da determinare. La ragione principale di questa difficoltà è che la fonte primaria di immagini satellitari notturne della Terra è lo strumento SNPP-VIIRS/DNB, che acquisisce dati a tarda notte dopo che la maggior parte dell’attività notturna umana si è già verificata e molta illuminazione associata è stata spenta. Qui, per analizzare l’effetto del lockdown sulle emissioni di luce urbana, utilizziamo i dati terrestri e satellitari per Granada, in Spagna, durante il confinamento indotto da COVID-19 della popolazione della città dal 14 marzo al 31 maggio 2020. Troviamo una chiara diminuzione di inquinamento luminoso dovuto sia alla diminuzione delle emissioni luminose della città, sia alla diminuzione del contenuto di aerosol antropico nell’atmosfera che ha comportato una minore dispersione della luce. Si osserva una chiara correlazione tra l’abbondanza di particelle PM10 e la luminosità del cielo, in modo tale che più l’atmosfera è inquinata, più luminoso è il cielo notturno urbano. Viene determinata un’espressione empirica che mette in relazione l’abbondanza di particelle PM10 e la luminosità del cielo a tre diverse bande di lunghezza d’onda.