La Stampa – 4 Settembre 2004
Luci italiane per il circuito di Shanghai Nel cielo ci sarà un prato di fiori di loto
MONZA – Luci italiane per il primo Gran Premio cinese di Formula 1. Sono quelle della Space Cannon di Fubine (Alessandria), la stessa azienda che ha rischiarato Ground Zero dopo l’abbattimento delle Torri gemelle di New York. È stata incaricata di far brillare di colori il nuovo autodromo di Shanghai, il 26 settembre. L’opera è stata presentata all’autodromo di Monza dai dirigenti dell’azienda alessandrina e dal presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo. Nel novembre 2003 Ghigo aveva guidato la missione istituzionale e commerciale del Piemonte a Pechino e a Shanghai, e da lì era nata la commessa alla Space Cannon. Ieri l’azienda ha annunciato di aver vinto anche la gara di appalto per l’illuminazione definitiva del memorial che sarà costruito a Ground Zero. E come ha detto Ghigo, creerà giochi di luce alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Torino, nel 2006.
Il progetto di Shanghai utilizza fari luminosi tradizionali ma con un brevetto particolare e nuove tecnologie in grado di produrre energia pulita a basso costo. L’impianto è costruito in modo tale da non richiedere manutenzione per i primi 10 anni di funzionamento.
Per vedere dall’alto il gioco di luci – che nella notte trasformerà il circuito cinese in una sorta di grande prato punteggiato di fiori di loto dai colori cangianti – sono state deviate le rotte aeree. Il progetto, realizzato in collaborazione con la società cinese Tronsing Illuminating, prevede l’illuminazione architettonica di 26 grandi ombrelloni (ognuno di 300 mq di superficie) disposti lungo il rettifilo alle spalle dei box. Un milione e 600 mila sfumature di colore danno vita a giochi di luce che cambieranno continuamente, indicando attraverso la variazione cromatica il numero di giorni che mancano all’evento. Spenti, gli ombrelloni
serviranno a dare ombra alle gradinate occupate dal pubblico.
Accesi, lasceranno trasparire anche al di sotto, verso gli spettatori, lo spettro dei loro colori. Sono dieci le aziende piemontesi sbarcate in Cina dopo il viaggio della delegazione della Regione. «La delegazione regionale – ha sottolineato Ghigo – ha portato in Cina quarntaquattro aziende, la metà delle quali ha poi avviato contatti per la realizzazione di progetti».