Serie di sette Articoli Pubblicati sul Giornale d Novara a cura di Silvano Minuto
2) IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO AMBIENTE – UTILIZZO ENERGIA ELETTRICA
é subito evidente che la necessità di illuminare le nostre città deve fare i conti con l’ambiente in cui viviamo e con il costo che si deve sostenere per produrre l’energia elettrica.
Infatti per far funzionare gli impianti di illuminazione bisogna:
– consumare delle riserve energetiche che si stanno progressivamente esaurendo
– acquistare questi prodotti con notevolissimi esborsi valutari
e che inoltre:
– queste attività immettono nell’atmosfera grandi quantità di inquinanti che provocano danni considerevoli nel breve periodo e ancor più a lungo termine.
Da queste semplici considerazioni sembrerebbe evidente che gli Enti, le Industrie, i privati che utilizzano energia elettrica, dovrebbero cercare di ottenere il massimo risultato con il minino impiego di risorse.
Il buon senso farebbe anche pensare che a fronte di un numero elevatissimo di Leggi e regolamenti che disciplinano la nostra vita quotidiana nel campo dell’impiego dell’energia, siano già da tempo in atto delle disposizioni anche per regolare l’utilizzo di impianti di illuminazione ad uso esterno.
I trattati internazionali, che tutti gli Stati sottoscrivono e si impegnano ad osservare, prescrivono e sollecitano riduzioni dei consumi energetici.
LE REGOLE DEL GIOCO
Ci si chiede perciò per quale motivo non esistono regolamenti in questo settore. Norme comportamentali precise servirebbero da guida per realizzare nuovi impianti; contestare quelli nuovi mal progettati risulta difficile senza l’esistenza di regole precise alle quali i costruttori avrebbero dovuto attenersi.
In questo settore, dove le cifre in gioco sono elevatissime, si parla di migliaia di miliardi, si scontrano diverse esigenze:
– quella dei produttori di energia elettrica che non avendo fissato da norme legislative limiti alla produzione, cercano di vendere sempre di più il loro prodotto e pertanto non hanno nessun interesse a far utilizzare impianti che garantiscano basso consumo energetico e quindi a basso tenore di inquinamento. In questo campo occorre anche tenere presente un altro problema e cioè quello della poco o nulla flessibilità delle nostre centrali elettriche che non riescono a ridurre adeguatamente la produzione di energia nelle ore notturne. Sono di conseguenza costrette a cercare sul mercato anche utilizzi non sempre necessari o a vendere ad altri Paesi confinanti l’energia che poi viene ricomperata a caro prezzo il giorno successivo. (Non è certamente compito di queste note entrare nei dettagli del problema, la situazione si conosce ormai da vari decenni però poco o nulla è stato fatto per porvi rimedio)
– quella dei costruttori e installatori di impianti di illuminazione che hanno naturalmente interesse a commercializzare il maggior numero di prodotti possibili
– quella dei cittadini che richiedono di vederci meglio
– quella degli ambientalisti e degli amanti della natura che pensano che alcuni valori fondamentali della salute, dell’economia e del godimento delle bellezze naturali vadano salvaguardati.
In questa contrapposizione di interessi vige la regola che del problema dell’illuminazione esterna se ne parli il meno possibile, che si evitino gli studi sull’argomento e che gli addetti ai lavori (progettisti, impiantisti, ecc.) abbiano il più basso profilo tecnico possibile.
Esiste ad esempio una sola sede universitaria specializzata (Napoli) e i progettisti con buone conoscenze tecniche non sono in numero adeguato alle esigenze del nostro Paese. Chiunque può realizzare degli impianti esterni senza nessun controllo da parte delle autorità. In Piemonte e nella maggior parte delle altre Regioni non è prevista nemmeno la richiesta di concessione legata magari a quella edilizia.
Questo fatto potrebbe sembrare strano ma nella realtà è un fattore cruciale per poter vendere nuovi impianti o installarne di più potenti. Come si dirà in seguito, un impianto mal realizzato riesce a spiazzare tutti quelli esistenti nelle vicinanze e quindi sorge la necessità di adeguarli o ristrutturarli. Una strada che prima risultava adeguatamente illuminata, da un giorno all’altro appare diventata buia!! Una nuova occasione di lavoro per i costruttori e gli erogatori di energia elettrica.
CHI CONOSCE IL PROBLEMA?
Per le motivazioni indicate, il problema dell’inquinamento luminoso non è generalmente conosciuto e non viene divulgato dai media. Se si prova a sfogliare un qualsiasi testo di “educazione tecnica”, dove vengono elencati tutti i guai possibili causati dall’inquinamento, si vede che nemmeno una riga viene riservato a quello luminoso. In un fascicolo predisposto dalla Provincia di Torino “Notizie utili e consigli per risparmiare energia – anno 1997”, si da grande spazio su come risparmiare nell’illuminazione dentro casa, ma non viene mai citata l’illuminazione esterna; come se non esistesse.
Non siamo riusciti a trovare nessuno studio sugli effetti uomo-ambiente nella guida notturna, mentre risultano ampiamente documentati gli influssi della luce sul comportamento umano in ambienti chiusi.
Nella rivista “3M Segnaletica n. 72-98”, vengono riportate le opere di manutenzione in corso di esecuzione da parte dell’ANAS. Queste riguardano solo il manto stradale e la segnaletica. Nemmeno una parola e una lira viene riservata per il miglioramento dell’illuminazione.
Sempre nella stessa rivista, si parla di spericolatezza sulle strade e viene indicata una casistica degli incidenti. Nessuna causa viene imputata all’ambiente. Eppure, l’utilizzo in alcuni punti strategici di sistemi denominati “linee di luce”, ha permesso la riduzione degli incidenti stradali, spesso mortali, anche del 100%, con una media intorno all’84%.
SCARSI CONTROLLI
La mancata conoscenza del problema porta a sottovalutarne gli effetti negativi.
Le norme riguardanti la circolazione stradale previste dal Nuovo Codice della Strada, vengono continuamente disattese.
Circa il 50% delle autovetture viaggia con fari irregolari, utilizza a sproposito antinebbia ma non risulta che ci sia una campagna di sensibilizzazione e di repressione in tal senso.
Il Nuovo Codice della Strada recita, tra l’altro:
art 23 Pubblicità sulle strade e sui veicoli
– capo 1 “Lungo le strade o in vista di esse è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensione, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità e l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione ……….”
Eppure sono numerosissime le fonti luminose che attraggono l’attenzione del guidatore o addirittura lo abbagliano. Anche i fari luminosi fissi o rotanti sono una fonte di pericolo considerevole.
– capo 7 “é vietata qualsiasi forma di pubblicità lungo e in vista degli itinerari internazionali, delle autostrade e delle strade extraurbane principali e relativi accessi. Su dette strade è consentita la pubblicità nelle aree di servizio o di parcheggio solo se autorizzate dall’ente proprietario e sempre che non sia visibile dalle stesse. Sono consentiti i cartelli indicanti servizi o indicazioni agli utenti purché autorizzati dall’ente proprietario delle strade”
Per rendersi conto della totale inosservanza di questa disposizione basta percorrere una qualsiasi delle nostre strade e autostrade.
Sono recenti nel nostro territorio nuove installazioni di insegne luminose visibili dall’autostrada Torino Milano. Le insegne sono concepite per attrarre l’attenzione dei viaggiatori e basta un attimo per deconcentrarsi e provocare incidenti che possono avere anche esito mortale.
Il nuovo casello autostradale realizzato a Novara risulta con concentrazione di luce, anche abbagliante, notevolissima. Quando esamineremo gli effetti che simili concentrazioni di luce hanno sul comportamento dei nostri occhi nella visione notturna vedremo che le ripercussioni possono prolungarsi nel tempo ed essere molto gravi. Queste preoccupazioni sono state portate a conoscenza dell’UNI “Ente Nazionale Italiano di Unificazione” ed è stata chiesta alle autorità competenti di eseguire dei controlli per verificare la regolarità dell’impianto.
Abbiamo riportato solo due esempi ma il nostro territorio è pieno di situazioni critiche.
(continua)
Federazione Nazionale Pro Natura
Minuto Silvano