Il 9 giugno il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, ha deciso di adottare la Strategia sulla Biodiversità che include una serie di richieste alla Commissione Europea, tra cui una legge sulla biodiversità entro il 2022. Nel testo vengono fatti due riferimenti importantissimi all’inquinamento luminoso. Questo importantissimo risultato non sarebbe stato possibile senza l’azione di CieloBuio e di altri attivisti di Galizia e Portogallo.
Con piacere riportiamo qui la notizia condivisa da UAI- Unione Astrofili Italiani.
Il primo riferimento riconosce che l’inquinamento luminoso modifica i livelli naturali di luce notturna per l’uomo, gli animali e le piante, così comportando conseguenze negative sulla biodiversità, in modo tale da compromettere l’attività migratoria, notturna e di riproduzione degli animali, comportando anche alla decimazione di insetti e impollinatori che sono fatalmente attratti dalle sorgenti di luce sempre più potenti e, spesso, prive di qualsiasi schermatura.
In secondo luogo il Parlamento Europeo chiede alla Commissione Europea di fissare, come obbiettivo, la riduzione entro il 2030 della luce artificiale all’aperto, suggendo misure e buone pratiche su come gli Stati membri possano ridurre la luce artificiale di notte.
[Nota di CieloBuio: è possibile scaricare il testo completo di 45 pagine. I riferimenti citati si trovano, evidenziati, a pag. 10, par. AT, pag. 32, par. 127 e a pag. 33, par. 128. Eccoli qui, per comodità:
…considerando che l’inquinamento luminoso altera i livelli di illuminazione notturna naturale per gli uomini, gli animali e le piante, incidendo quindi negativamente sulla biodiversità, ad esempio sbilanciando l’attività migratoria, notturna e riproduttiva degli animali, conducendo altresì alla perdita degli insetti e degli impollinatori, che sono inevitabilmente attratti verso la luce artificiale;
– [il Parlamento Europeo] invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che gli obiettivi della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 si riflettano…nel prossimo piano d’azione per l’inquinamento zero, che dovrebbe affrontare anche l’inquinamento luminoso e acustico…;
– [il Parlamento Europeo] invita la Commissione a fissare un ambizioso obiettivo di riduzione dell’uso di illuminazione artificiale esterna per il 2030 e a proporre orientamenti sulle modalità di limitazione dell’uso dell’illuminazione artificiale notturna da parte degli Stati membri; ]
In realtà un primo passo è stato già fatto con la pubblicazione, nel 2019, dei GPP U.E. (Green Public Procurement – criteri acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni) che, con riferimento alla pubblica illuminazione, hanno prescritto uso di sorgenti di luce con temperatura di colore non superiore a 3.000 K [nota di CieloBuio: e non superiore a 2700 K per chi volesse fare meglio e avere un punteggio premiante] e impianti con dispersione di flusso luminoso verso l’alto pari a 0.
In questo campo però l’Italia, che è uno dei paesi occidentali più devastati dall’inquinamento luminoso, potrà dare un notevole contributo di idee a nuove prescrizioni tecnico-normative grazie all’esperienza accumulata con l’approvazione di numerose leggi regionali, di cui alcune molto buone, negli ulti 20 anni, con l’impegno di CieloBuio, dell’IDA Italiana e dell’Unione Astrofili Italiani.
Ed infatti, nel corso degli anni, si è ormai acclarato che l’eccesso di luce artificiale, spesso sbandierato come forma di progresso e sicurezza sociale, comporta più danni che vantaggi.
Danni ambientali per la sparizione progressiva di intere specie, danni culturali e scientifici per la ridotta osservabilità del cielo notturno, danni economici per gli elevati consumi energetici, danni alla vita dell’Uomo per l’alterazione dei ritmi circadiani e rischi per la circolazione stradale per l’uso di impianti che abbagliano gli automobilisti.
L’UAI si metterà subito a disposizione dell’U.E., tramite i parlamentari italiani, per il raggiungimento dell’obbiettivo proposto di tutela della biodiversità, non disgiuntamente da quello del Firmamento.
Mario Di Sora