Friuli Venezia Giulia, multa da 2.500 euro a un progettista

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il Tribunale civile di Gorizia, con sentenza  n. 467/2010 del 15.07.2010 ha annullato l’ordinanza di ingiunzione del Comune di Cormons in accoglimento del ricorso presentato dall’interessato.

Prima o poi doveva accadere. Il progettista di un impianto di illuminazione, che definire fuori norma è eufemistico, si è preso una bella multa. In Friuli Venezia Giulia la legge regionale 15, per il risparmio energetico e il contenimento dell’inquinamento luminoso, è entrata in vigore nel luglio del 2007, ma evidentemente più di qualcuno, tra i progettisti e i dirigenti di vari uffici tecnici comunali, non se ne sono accorti.

Di fatto, ancora oggi, c’è chi insiste nel voler proporre progetti che sono a norma soltanto nell’immaginario di chi li ha redatti. Interdistanze al limite del ridicolo, potenze esagerate anche tenendo conto del semplice buon senso, riduzione del flusso luminoso inesistenti sono soltanto alcune delle pecche riscontrate nei vari impianti realizzati da due anni a questa parte. Molti Comuni stanno facendo il loro dovere, almeno nelle nuove realizzazioni. Altri sono andati avanti ignorando la legge e ora i nodi vengono al pettine.
Il quotidiano Il Piccolo di Gorizia ha dato ampio risalto, giovedì 5 novembre, alla sanzione di 2.500 euro, inflitta dalla Polizia municipale di Cormons all’architetto Bruno Cucit, direttore dei lavori di rifacimento di un’area adiacente all’ex scuola elementare “Vittorni da Feltre”, e dipendente dello stesso Comune.

L’impianto fuori norma a Cormons

Il provvedimento giunge al termine di una lunga battaglia condotta da Ettore Guido Basiglio Ribaudo, astrofilo residente nel Comune e attivista infaticabile di Cielobuio, che fin dal marzo del 2008 aveva segnalato l’evidente violazione delle norme regionali al Comune. Il municipio aveva fatto installare l’impianto, progettato molto prima dell’entrata in vigore della legge, e non lo aveva adeguato alle novità normative, nonostante ogni tentativo di  Ribaudo di spiegare che esistevano norme chiare e semplici da rispettare.
Un parere richiesto alla Regione Friuli Venezia Giulia, che purtroppo in tutti questi mesi ha “brillato” per la sua assenza – non soltanto nel divulgare i contenuti della legge e l’opportunità di applicarla grazie ai risparmi ottenibili, ma anche nelle doverose attività di controllo – aveva confermato la necessità di rispettare anche in questo caso la legge regionale 15.
La battaglia di Ribaudo non si limita a Cormons, perché purtroppo, proprio in provincia di Gorizia (ma i casi sono numerosi anche in altre parti della regione), molti nuovi impianti continuano ad essere progettati in totale spregio alle norme regionali, con buona pace dei soldi del contribuente che non soltanto deve pagare per realizzazioni mal progettate, ma poi deve anche sostenere i costi di gestione conseguenti. Il caso di Gradisca d’Isonzo sembra a tale riguardo emblematico. Il segnale tuttavia è molto chiaro: prima o poi gli impianti fuorilegge saranno oggetto di verifica. Chi li ha progettati, installati e accettati per buoni senza effettuare alcun controllo preventivo e successivo all’esecuzione dei lavori (ovvero gli uffici tecnici comunali che hanno l’obbligo di agire in tal senso), dovrà risponderne alle autorità competenti.
In tempi in cui di soldi ce ne sono pochi e l’energia costa più che in ogni altro Paese europeo, sarebbe anche opportuno che la magistratura contabile si decidesse a dare un’occhiata a quanto sta accadendo in vari Comuni. Ci risulta che alla Corte dei conti di Trieste siano giunte numerose segnalazioni, senza che sia mai stato aperto alcun fascicolo.
Giova ricordare che nel novembre 2008 il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, evidentemente mal consigliato da chi aveva interesse a sanare la palese e ripetuta violazione della legge 15, ha introdotto una nuova deroga per i centri storici che sta creando non pochi problemi e che non depone certo a favore della sensibilità, per l’ambiente e per la salute dei cittadini, di chi ha firmato il provvedimento. Un passo indietro clamoroso, che premia i furbi a discapito di quei Comuni dove invece si fanno per bene le cose, tanto più inaccettabile se si pensa al fatto che la vicina Regione Veneto ha reso ancora più efficace la sua legislazione e che quasi tutte le regioni italiane più avanzate sono ormai dotate di leggi basate sulle 0 candele oltre i 90 gradi, ovviamente senza deroghe per i furbi.

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