«Troppe luci a San Giuliano»

L’associazione VenetoStellato accusa il Comune di Venezia di inquinamento luminoso L’azione decisa di VenetoStellato, dopo che erano stati fatti vari incontri e promesse di intervento, fa arrabbiare l’assessore ai Lavori pubblici del comune di Venezia.

é quello che si legge nell’articolo apparso sul Gazzettino di Venezia di oggi 2 giugno 2004, a firma di Silvio Testa.

“L’illuminazione notturna del Parco di San Giuliano – si legge nell’articolo – viola la legge regionale 22 del 1997 sull’inquinamento luminoso, e soprattutto spreca una tal quantità di energia che l’anidride carbonica prodotta non verrebbe compensata neppure se l’intero parco fosse un bosco anziché un prato.”

Un bel risultato, denunciato dall’associazione VenetoStellato che riunisce gli astrofili della regione e che da anni si batte per il rispetto della legge regionale, una tra le più avanzate al mondo ma, forse proprio per questo, tra le meno conosciute e rispettate.

“I responsabili dell’associazione – continua l’articolo – la scorsa settimana hanno segnalato la violazione all’assessore all’Ambiente, Paolo Cacciari, all’assessore ai Lavori pubblici, Marco Corsini, al presidente dell’Istituzione Il Parco, Giovanni Caprioglio, e attendono un intervento del difensore civico, che hanno già mobilitato. Fosse tutto inutile, faranno una denuncia formale alla Procura della Repubblica, e tanta determinazione, spiega l’associazione, è data dal fatto che già sei mesi fa il problema era stato notificato all’amministrazione comunale e che con l’assessorato all’Ambiente c’erano stati incontri e promesse di intervento, ma che dopo due inaugurazioni del parco non si vede traccia di soluzione.

Seccatissimo Corsini. «Mi pare evidente – afferma – che il destinatario della segnalazione dovevo essere io, visto che si tratta di un progetto dei Lavori pubblici. La loro lettera – aggiunge – l’ho invece avuta solo una settimana fa, e ho subito mobilitato i miei tecnici per fare una verifica: non capisco, dunque, che bisogno c’era di agitare i giornali, se non per farsi pubblicità, ma così non si fa l’utile della città».

Sia come sia, il problema è la violazione. «Sembra paradossale, ma è propio così – segnala VenetoStellato – i responsabili della progettazione e i tecnici del Comune si sono dimenticati del’esistenza di una legge, la legge regionale 22/’97, che fissa, per tutto il territorio della Regione Veneto, i criteri per la riduzione dell’inquinamento luminoso e la salvaguardia del cielo notturno». L’associazione, infatti, ha compiuto ripetuti sopralluoghi e rilievi al parco, concludendo che l’innumerevole concentrazione di punti luce è irregolare. «Gli apparecchi scelti per la realizzazione – scrive l’associazione – sono caratterizzati da una dispersione verso l’alto superiore al 20 per cento, ben oltre il valore massimo del 3 per cento previsto dalla legge».

Come è evidente, buttare luce al cielo è un vero non senso, perché spreca inutilmente energia e soprattutto impedisce il godimento del cielo stellato e delle bellezze della notte. «È come andare al mare e avere del fumo nero che ne precluda la visione», commenta un membro dell’associazione. «Percorrendo il perimetro del parco nelle ore notturne – avverte infatti il club degli astrofili – più che a un santuario della naturalità sembra di trovarsi di fronte al classico monumento all’entropia (degrado dell’energia,ndr), stile Las Vegas o svincolo autostradale».

Per VenetoStellato, poi, non vi sono giustificazioni di sorta. Non di sicurezza, perché in nessuno dei grandi parchi urbani del mondo vi è un’illuminazione notturna così invasiva, né di maggiori costi degli apparecchi e delle lampade a norma di legge. «Se consideriamo una durata di 25 anni – avverte l’associazione – si può facilmente riscontrare come, per l’installazione di San Giuliano, il costo dell’energia inutilmente sprecata sia molto prossimo al costo degli stessi apparecchi, il che riconduce il problema dell’investimento iniziale a un’importanza del tutto marginale».

E pensare, conclude VenetoStellato, che sarebbe bastato il buon senso. «Non è infatti possibile – sostiene – oggi pensare di realizzare un “ecosistema” che, per quanto artificiale, produca più gas serra di quanto non ne possa rimuovere la vegetazione in esso collocata». Per illuminare il parco, infatti, ogni notte si emette in atmosfera circa mezza tonnellata di anidride carbonica, quando un ettaro di fitto bosco (e non di prato come il parco) riesce a fissarne solo circa 5 tonnellate/anno.”

Una esauriente documentazione della situazione del Parco di San Giuliano, con le foto e il commento di Piero Niero, si trova all’indirizzo http://www.venetostellato.it/ , direttamente raggiungibile dalla home page.

a cura di S.T.

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