LASCIATECI MERAVIGLIARE DEL CIELO

La Stampa – 21/10/2003

TROPPA LUCE IN CITTÀ ERA il 1945, la guerra era finita ma qualcuno aveva sequestrato e mai restituito il mio adorato telescopietto, per consolarmi mio padre me ne regalò uno più grande che conservo ancora gelosamente in casa. Di quell’epoca conservo ancora «Le Stelle» di Flammarion che illustra le meraviglie del cielo stellato, opera straordinaria e ancora attuale di cui consiglio la lettura. Dal cortile della casa in Barriera di Milano in cui vivevamo ricominciai ad esplorare il cielo, la luna, i pianeti e persino M31, la galassia in Andromeda all’epoca perfettamente visibile. Le stelle sono oggi scomparse, la città è brutalizzata da luci violente e inutili che illuminano monumenti che, come ben dice la signora Varvelli su «Specchio dei tempi», sono mille volte più belli nella normale penombra notturna. A difesa di questo scempio si cita il basso costo dell’elettricità nelle ore notturne; si tratta pur sempre di spreco che si prolunga a notte fonda per la gioia di qualche ubriacone di passaggio ma anche causa di sconforto per chi vorrebbe dormire al buio. Le luci inutili trovano ormai sostenitori accaniti anche nelle campagne, per farsi rispettare una discoteca deve installare possenti fari rotanti che mangiano il cielo a distanza di decine di chilometri. Gli astronomi dilettanti sono ormai legione e si lamentano, ma nessuno li ascolta. Il blackout ha causato sprechi e disastri di ogni genere ma ci ha almeno regalato una notte meravigliosa in cui sono riapparsi astri e nebulose che parevano svaniti nel nulla. La contemplazione del cielo è arte antica ed altamente educativa che appassiona i giovani, ma mi irrita il dover ringraziare un blackout per vedere le stelle. Il malvezzo della illuminazione dei monumenti non è la sola né la maggior causa di inquinamento e di spreco. Quasi tutta l’illuminazione pubblica delle strade è basata su lampioni inefficienti, fonte di sprechi oltraggiosi ed altamente inquinanti. Nelle città sono onnipresenti quelli a sodio di forma sferica che irraggiano in tutte le direzioni. Si otterrebbe un risparmio notevole abbassando la potenza e i consumi dotandoli di riflettori che dirigono la luce verso il basso là dove serve, come già accade (buon segno) in alcune strade collinari da me frequentate. Sabato si tiene la Giornata nazionale contro l’Inquinamento luminoso: educhiamo i giovani a contemplare l’universo che ci circonda, a ripercorrere il cammino della scienza e far sì che non perdano la capacità di meravigliarsi. Ho visto ben quattro eclissi totali di sole, la prima dalla Riviera ligure nel 1961, e sono disposto a girare il mondo pur di vederne altre, ma anche le comete sono spettacolo da non perdere. Per i patiti dell’ambiente ricorderò inoltre che l’astronomia, nonostante la sua vocazione scientifica, è sport squisitamente ecologico, in fondo anche il cielo è natura.

Tullio Regge

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