La Stampa – 16/08/2003
La Grande Mela torna alla normalità dopo il black out che ha lasciato la città al buio per oltre 30 ore. Ora si cercano le cause
NEW YORK. New York è tornata alla normalità: le sue mille luci sono tornate a brillare in serata dopo il blackout elettrico che la lasciato per oltre 30 ore la città al buio e che ha permesso ai newyorchesi un’opportnità più unica che rara: veder le stelle come se si fosse in aperta campagna.
Nella serata, la Con Edison, società di distribuzione dell’energia elettrica a New York, ha comunicato che l’ intera rete ha ripreso a funzionare regolarmente e tutto è stato ripristinato.
Ma la normalità è ancora lontana: mentre anche se con molta lentezza, la situazione si è piano piano sistemata a New York, due città dei Grandi Laghi, Detroit nel Michigan e Cleveland nell’Ohio, sono rimaste ancora per ore quasi completamente senza elettricità e senz’acqua.
Sarebbe stata forse proprio l’Ohio la causa del gigantesco blackout che ha messo in ginocchio il Nord America: un problema alla rete che gira intorno al lago Erie avrebbe provocato una reazione a catena. In meno di 10 secondi, circa 50 milioni di americani e di canadesi, tra cui tutti i newyorchesi, si sono ritrovati senza corrente.
Che cosa è successo, e come mai è successo: ecco la domanda oggi sulla bocca di tutti e che rischia di provocare grandi problemi al presidente George W. Bush che ieri non è stato per esempio in grado di dare spiegazioni: «Non sappiamo cos’è successo, ma lo sapremo», ha detto Bush in un breve incontro con la stampa, aggiungendo: «È un campanello di allarme…. abbiamo una rete elettrica antiquata e obsoleta».
Colpa dei canadesi, o colpa degli americani? Le autorità di Ottawa, di Washington e di New York hanno giocato a scaricabarile. Il sindaco di New York Michael Bloomberg, secondo cui la situazione tornerà al cento per cento normale solo lunedì, ha lanciato pesanti accuse alle autorità canadesi. Secondo Bloomberg, il Canada non avrebbe fornito alle centrali americane l’energia necessaria in caso di emergenza, come previsto da un accordo tra i due paesi, bloccando di fatto l’erogazione, gestita via computer. Stati Uniti e Canada hanno intanto deciso di creare una task force per determinare le cause del blackout che ha isolato parte del Nord America.
La task force verrà guidata da parte statunitense dal segretario all’energia Spencer Abraham e da parte canadese dal ministro delle risorse naturali Herb Dhaliwal. E ancora ieri in tarda serata il ministro Abraham ha detto che grandiosi blackout come quello che ha messo in ginocchio ieri un quinto degli Stati Uniti «non sono totalmente evitabili» ma possono diventare rari con leg iuste misure di prevenzione.
«È successo tutto in nove, forse 10 secondi»: questa, a detta di Michell Gent, presidente del Consiglio del Nord America per l’affidabilità della rete elettrica, costituito dopo il black out del 1965 per evitare nuove crisi, è una delle poche certezze che le autorità e gli esperti hanno riguardo al black out che giovedì pomeriggio ha lasciato al buio 50 milioni di persone, fra Stati Uniti e Canada.
Un black out che – escluse diverse ipotesi, dalle più allarmanti come quella di un attacco terroristico o di hackers informatici, a quelle naturali, come l’azione di un fulmine – sembra essere stato causato da reazione a catena sviluppatasi, ad una velocità tale da essere impossibile ogni intervento da parte degli operatori, dopo un guasto
generatosi in una sezione situata in Ohio dell«’autostrada elettrica» che gira intorno al Lago Eire.