«Buttiamo via oltre 150 mila euro all’anno per illuminare il cielo notturno»

da LA NAZIONE di venerdì 11 luglio 2003 MASSA — Risparmiare si può, evitare i black out elettrici, vivere meglio riducendo l’inquinamento luminoso. Lo sostiene il gruppo Astrofili Massesi che fa eco a livello locale ad un comunicato dell’Uai (Unione Astrofili Italiani), Cielobuio, Ida (International Dark Sky Association) e Legambiente, che hanno lanciato un appello agli enti e iIstituzioni locali e nazionali perché da subito si avviino azioni concrete per realizzare un piano di risparmio energetico anche razionalizzando gli impianti esterni di illuminazione, pubblica e privata. Scrive che « é impossibile ignorare gli sprechi causati dalla errata illuminazione pubblica e privata degli ambienti esterni, che disperde la gran parte della luce artificiale utilizzata rivolgendola inutilmente verso l’alto.
Basta soffermarsi a pensare ai tanto diffusi “globi” per l’illuminazione stradale: solo una piccola percentuale (meno del 40%) della luce emessa è orientata laddove serve effettivamente, ovvero sul piano stradale, mentre tutto il resto finisce disperso verso il cielo; lo stesso accade per le torri-faro (vedi a livello locale i casi Nuova Pignone, Carrefour ecc.) con proiettori in orizzontale, anziche essere verticali o pressochè tali al piano stradale, per le lampade di illuminazione dei monumenti con fasci di luce in gran parte dispersi verso il cielo, per i fari rotanti nel cielo di segnalazione delle discoteche, per i lampioni per illuminazione stradale con vetri e inclinazione che diffondono gran parte della luce verso il cielo e cosi via. Tutto questo fa sì che (sono dati Enea – Ente Nazionale per le Energie Alternative) una città come la nostra, che fra l’altro si ripromette (in un futuro che speriamo in termini non “astronomici”….) di realizzare un Osservatorio Astronomico Comunale al Pian della Fioba, si trovi già ora a buttare via oltre 150.000 Euro all’anno per illuminare il cielo notturno (!) mentre (sono dati degli uffici comunali “competenti”) meno del 3% degli impianti locali è a norma della legge regionale del 2001 sulla riduzione degli sprechi energetici e dell’inquinamento luminoso».

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