Energia, si va verso l’autosufficienza

Da Il Sole24 ore del 03/03/2003 Dopo un decennio di grande penuria di energia elettrica “le aziende
piemontesi possono contare su approvigionamenti sicuri e sulla buona
efficienza delle rete di trasporto, in parte anche per il calo della
domanda nel settore siderurgico e metallurgico: il costo, però, è
ancora elevato e incide in modo rilevante sulla competitività finale
dei nostri prodotti”. A parlare è l’ingegner Ermanno Maritano, respon-
sabile del settore Energia di Federpiemonte, che non nasconde la
soddisfazione per le prospettive derivanti dal piano energetico
messo a punto sulla base della legge regionale 23 del 2002.
La disponibilità di energia elettrica sul mercato piemontese crescerà
nei prossimi anni quando saranno gradualmente completati i percorsi
autorizzanti per la costruzione di nuovi centrali e il potenziamento
di alcune già esistenti. Complessivamente sono stati presentati pro-
getti per 16 impianti e per una potenza complessiva che in teoria
potrebbe arrivare fino a 10971 MW. L’iter procedurale di approvazione
è complesso, ogni progetto viene vagliato dal ministero delle Attività
Produttive, dalla Regione, dalle Province ed infine dai Comuni nei
quali
è previsto l’insediamento: l’atto conclusivo è la concessione
edilizia.
In quel momento partono i lavori per la costruzione dei nuovi impianti
o l’ampliamento di quelli esistenti.
Il GRTN, gestore rete trasmissione nazionale, prevede per il 2003 un
fabbisogno energetico regionale di 29270 GWh (4181 MW di potenza equi-
valente) destinato a crescere a 31355 GWh (4479 MW di potenza equi-
valente) entro il 2005. Sia nell’anno in corso sia nel 2005 si prevede
che i MW prodotti in Piemonte siano 2177, il che andrà a determinare
una mancanza di potenza sul territorio regional di 2004 mW nel 2003
e di 2302 MW fra dua anni. Quattro delle sedici centrali per le quali
è stata presentata domanda di autorizzazione saranno però pienamente
operative già nell’esercizio 2006, quando il fabbisogno sarà di 32452
GWh – 4636 MW di potenza equivalente – e porteranno in dote altri 2171
MW: a quel punto i MW prodotti saranno 4348 e la potenza mancante
sul territorio regionale sarà di soli 288 MW. Così il Piemonte sarà
vicino alla soglia di copertura del consumo interno lordo di energia
elettrica.
L’AEM, Azienda Energetica Metropolitana di Torino, ha ottenuto tutte
le autorizzazioni per il potenziamento della centrale di Moncalieri,
compreso il decreto di valutazione dell’impatto ambientale e la
concessione edilizia del Comune. I cantieri sono stati aperti ed entro
il 2005 il nuovo impianto sarà in servizio con una potenza di 340 MW
che si aggiungeranno agli attuali 170. L’investimento totale sostenu-
to dall’AEM sarà di circa 190 milioni e nel triennio l’azienda vedrà
più che raddoppiata la capacità di generazione elettrica, che passerà
dagli attuali 1800 GWh ad oltre 4200.
Edisono ha presentato cinque domande e per Settimo Torinese ha già
ottenuto la licenza edilizia. Probabilmente, però, dopo aver valutato
l’impatto sul territorio che la costruzione di una centrale inevita-
bilmente porta con sè e le possibilità di interconnessione con la
rete di trasporto l’azienda si limiterà ad edificare tre impianti, con
una potenza finale stimata in circa mille MW. Dal canto suo Ansaldo
Energia – che ha previsto di realizzare in Alessandria in tre anni
dall’apertura dei cantieri una centrale da 800 MW con un investimento
da circa 500 milioni – ha ricevuto dagli enti locali una richiesta di
approfondimento, mentre Elipower, la società che ha tra gli azionisti
anche la stessa Edisono e l’AEM di Torino, triplicherà la potenza
della centrale di Chivasso che passerà dagli attuali 375 a 1121 MW,
generati da turbine alimentate esclusivamente con gas naturale.
Il Piemonte, dunque, potrà contare su un significativo aumento della
produzione di energia elettrica nei prossimi anni e se si considera
che dal 1 gennaio anche le imprese con consumi compresi tra un milione
e 100 mila KWh possono aderire ai consorzi per l’acquisto sul libero
mercato, dovrebbe verificarsi anche la riduzione dei prezzi finali
tanto attesa dagli imprenditori.

Mauro Fresco

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