Elio e le storie Tese a proposito degli archietti creativi

Da La Stampa LAVORI IN CORSO/2 Elio e le Storie tese alla guida della
città «Subito deportazione degli architetti creativi» ECCOLI qui
davanti al registratore gli straordinari moschettieri. Faso a cui
piace molto il rosso, la sincerità nelle persone e la sua squadra di
baseball. Rocco Tanica a cui piace uscire con gli amici, stare sui
muretti e andare in discoteca, basta che nei pressi ci sia un
muretto. Cesareo che ha un sogno: qualcuno che finalmente sponsorizzi
la squadra di baseball di Faso. Elio che ha ancora l’anima di un
trecidenne. Meyer, lo svizzero, che, invece, è assente giustificato.
Stanno tutti dietro al nuovo album che dovrà uscire verso maggio e ci
danno dentro, giorno dopo giorno, per farlo diventare un grande
disco. Di solito ci riescono.
[RMINTERV]Una cosa che amate e una che detestate di Milano?
Faso: «Amo Milano e detesto il settore sport del Comune». Rocco: «Amo
le giornate ventose primaverili e detesto il fatto che venga
utilizzata come dormitoio e pisciatoio». Cesareo: «Amo le opportunità
di vario genere. Odio la carenza di strutture a favore dei portatori
di handicap». Elio: «Amo Milano perché quando ero piccolo ci stavo
bene. Detesto quello che stanno facendo alla Scala».
[RMINTERV]Elio diventa sindaco e gli altri assessori. Progetti,
cambiamenti, idee nuove per Milano. Faso: «Assessore ai giovani e
allo sport: abolisco il calcio e faccio solo campi sportivi per
qualunque altra disciplina». Rocco: «Assessore alla deportazione
degli architetti creativi, quelli che sonvolgono le piazze con
progetti di nessuna utilità.

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