Numerosi studi mostrano che gli effetti della luce sull’ambiente e sull’uomo dipendono, oltre che dalla quantità di luce anche dal suo colore. Quella con una forte componente blu e verde, come nelle lampade agli alogenuri metallici, è generalmente la più dannosa. Ci sono sempre maggiori evidenze sperimentali che la luce artificiale introdotta nell’ambiente notturno crei danni fino a pochi anni fa nemmeno immaginati. In un convegno recentemente tenutosi all’UCLA (University of California, Los Angeles) dal titolo ‘Conseguenze ecologiche della luce notturna artificiale’ sono stati documentati danni a numerose specie di animali (diverse specie di insetti, pesci, anfibi, rettili e uccelli) e piante sottoposti all’illuminazione artificiale fornita dagli apparecchi stradali.
I danni non vengono solo dalla luce che illumina direttamente il luogo di nidificazione o caccia degli animali, ma anche da quella diffusa dal cielo verso il basso, la luminanza artificiale del cielo. In particolare è stata documentata una alterazione sostanziale della catena alimentare nei laghi che sono illuminati dal cielo inquinato sovrastante rispetto a quelli posti sotto cieli bui. Nei laghi inquinati dalla luce si ha una diminuzione dello zooplancton e proliferazione di alghe.
La maggioranza degli studi presentati mostra come la luce che provoca i maggiori disturbi all’ambiente sia quella blu e verde (emessa dalle lampade ai vapori di mercurio e alle oggi di moda lampade agli alogenuri metallici). La luce normalmente meno dannosa è quella della parte giallo-arancio-rossa dello spettro, con quella della lampade al sodio a bassa pressione come meno dannosa di tutte.
Altri studi hanno recentemente messo in evidenza i pericoli per la salute dei mammiferi e dell’uomo dovuti all’esposizione alla luce nelle ore notturne e di sonno.
E’ stato scoperto (vedi Science, 8 febbraio 2002) un nuovo fotorecettore che regola i cicli circadiani: esso ha una sensibilità massima attorno ai 480 nm, cioè nella parte blu-verde dello spettro visibile.
I livelli dei melatonina nell’uomo sono influenzati dall’esposizione alla luce. La luce blu è venti volte più efficace della luce bianca nel sopprimere la produzione di questo ormone (vedi Journal of Neuroscience, 15-8-2001).
Come si vede questi studi mostrano che la luce più eco-compatibile è quella giallo-arancione, che tra le altre cose è anche quella preferita dagli astronomi perché più facilmente filtrabile. La più eco-compatibile è quella monocromatica fornita dalle lampade al sodio a bassa pressione (colore giallo-arancio), seguita da quella più gialla delle lampade al sodio ad alta pressione (non quelle a luce bianca, ovviamente).
Le luci al sodio a bassa pressione sono normalmente poco accettate dalla popolazione per la loro colorazione, ma se il pubblico fosse più informato anche sugli aspetti che ho brevemente descritto più sopra l’atteggiamento nei loro confronti cambierebbe sostanzialmente.
Oggi si assiste ad una tendenza ad usare le lampade agli alogenuri metallici (luce bianchissima, quindi con una forte componente blu e verde) anche per l’illuminazione stradale e dei centri storici. Ricordiamo che i nostri centri storici sono stati sempre illuminati con sorgenti di luce calda (torce, lampade a gas, lampade ad incandescenza); solo recentemente si sta tentando di cambiare questa tradizione millenaria. Questo potrebbe avere gravi conseguenze per la salute e per l’ambiente.
Fabio Falchi