La Stampa – 30 aprile 2002 Un convegno internazionale sull’inquinamento luminoso organizzato con il patrocinio dell’Unesco a Venezia all’inizio di maggio si è concluso con un appello a governi e amministratori appoggiato da seimila firme di adesione. L’iniziativa dell’incontro è stata della International Dark-Sky Association e della sua affiliata italiana, ISTIL, di cui è presidente Pierantonio Cinzano dell’Osservatorio di Padova.
Ecco il testo dell’Appello dei Seimila: – «vista la Dichiarazione sulla “Riduzione degli Impatti Ambientali Negativi sull’Astronomia” del convegno UNESCO-IAU-ICSU (Parigi 30/6-2/7/1992) che ha proclamato il cielo notturno, con il suo fascino e il messaggio che ci trasmette sul nostro posto nell’Universo, prezioso tesoro appartenente all’umanità intera e patrimonio da tutelare nell’interesse delle generazioni attuali e future, conservandolo visibile e pulito;
– vista la Dichiarazione del simposio ONU-IAU-COSPAR “Preservare il Cielo Astronomico” (Vienna 12-16/7/1999) svoltosi in concomitanza con la Terza Conferenza ONU sull’esplorazione e sugli usi pacifici dello spazio esterno (UNISPACE III), che ha ribadito la definizione di spazio esterno come Territorio dell’Umanità da proteggere da contaminazioni di ogni tipo ed ha raccomandato che gli stati membri agiscano per limitare l’inquinamento del cielo da luce ed altre cause;
– visti i ripetuti appelli dell’International Dark-Sky Association rivolti a tutti i Paesi del Mondo affinché l’illuminazione artificiale sia orientata solamente dove è utile in modo da conservare la visibilità del cielo stellato, preservare l’ambiente e realizzare nel contempo un indispensabile risparmio energetico;
– chiedono ai governanti della Terra che l’ambiente notturno venga preservato dall’inquinamento luminoso che ne altera lo stato naturale e venga conservata alle future generazioni la visione del cielo stellato, nostra unica finestra sull’Universo in cui viviamo, patrimonio inestimabile dell’umanità, per secoli compagno di vita dei nostri avi, prezioso e suggestivo panorama da salvaguardare, insostituibile soggetto di ispirazione per la cultura umanistica, l’arte, la letteratura, la filosofia e la religione, fondamentale oggetto di studio scientifico, elemento di crescita educativa e didattica;
– chiedono inoltre all’UNESCO e all’ONU di riavviare il procedimento per dichiarare il cielo notturno Patrimonio dell’Umanità; in particolare, al fine di proteggere l’integrità del cielo notturno e della nostra percezione dell’Universo, di tutelare la ricerca astronomica professionale e amatoriale e la divulgazione scientifica, di razionalizzare e migliorare la qualità dell’illuminazione esterna notturna, di ridurre i fenomeni di abbagliamento e affaticamento visivo provocati dall’inquinamento luminoso migliorando la sicurezza della circolazione stradale, di ridurre i consumi energetici per illuminazione, di salvaguardare i cicli biologici naturali dell’uomo e degli altri esseri viventi, di conservare gli equilibri ecologici e il paesaggio naturale notturno, chiedono ai governanti della Terra
– di adottare nei loro Paesi leggi contro l’inquinamento luminoso e per la limitazione della luminosità del cielo notturno con provvedimenti efficaci quali quelli della le gge della Regione Lombardia n. 17 del 27 marzo 2000 ” Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso” e del relativo regolamento di attuazione D.G.R. n. 7/6162 del 20 settembre 2001 – premiati e applauditi dalle organizzazioni che combattono l’inquinamento luminoso;
– chiedono infine alle autorità preposte che l’ambiente notturno della città di Venezia sia considerato parte del patrimonio storico, artistico e ambientale della città e che venga protetto e salvaguardato con le sue caratteristiche che la rendono unica; che la sua illuminazione esterna notturna, pubblica e privata, sia progettata ed eseguita non soltanto nel pieno rispetto della legge per la prevenzione dell’inquinamento luminoso della Regione Veneto ma anche adottando le più efficaci misure esistenti per limitare gli effetti dell’inquinamento luminoso e ponendo elevata attenzione alla tradizione nello scegliere i livelli di illuminazione, come merita una così particolare città storica; che sia sospesa l’installazione di lampade ai vapori di mercurio e che quelle già installate siano rimpiazzate in modo congruente con i punti precedenti.».
Auguriamoci che questo appello venga accolto da tutti gli enti interessati, e anche da quelle regioni che, come il Piemonte, una legge anti inquinamento luminoso l’hanno già, ma concepita con criteri completamente sbagliati. Il modello di legge della Regione Lombardia è a disposizione degli Amministratori che vogliano davvero una buona legge.
Piero Bianucci