La Stampa – Domenica 27 Gennaio 2002
Il comune ha deciso di installare dei fari vicino ai famosi scogli, protestano gli ambientalisti: A RISCHIO L’ECOSISTEMA
CAPRI – “Tu, luna tu, luna caprese”, cantava Peppino di Capri. Erano gli Anni Sessanta, l’isola più magica del mondo era terreno di conquista per playboy blasonati e originali ad ogni costo, ma anche dolce rifugio per artisti ed intellettuali. Nessuno, proprio nessuno si è mai sottratto al fascino di una passeggiata notturna a Tragara, dove lo sguardo accarezzava le sagome appena visibili e misteriose dei Faraglioni che si stagliavano contro il cielo stellato, maestosi sul mare appena increspato dalla brezza. Al chiaro di luna, naturalmente “luna caprese”. Chi avrebbe potuto immaginare, allora, che «una serie di corpi illuminanti della Ditta Guzzini, modello Lingotto» avrebbe un giorno impedito il giusto sonno di quei giganti di roccia su cui si è arrampicata per secoli la fantasia di poeti e scrittori?
Proprio così: sui Faraglioni sarà sempre giorno. La giunta comunale ha approvato una delibera per dar luce entro l’estate prossima ai tre alti e aspri scogli che da millenni resistono al vento e alla salsedine.
Il costo è contenuto: appena 23 milioni, e forse questo è uno dei motivi che hanno incoraggiato gli amministratori a scacciare le ombre della notte attorno ad una delle attrattive più ricercate da milioni di turisti.
L’idea degli spot puntati sulle gemme più preziose dell’isola dà i brividi agli ambientalisti, che gridano allo scandalo e vedono nell’installazione dei fari una fonte di inquinamento luminoso. Protestano anche molti degli intellettuali che hanno scelto Capri come buen ritiro.
é invece entusiasta il sindaco, Ciro Lembo, che precisa i contorni del progetto: «é da un anno che lo prepariamo. Abbiamo fatto anche delle prove, che ci hanno soddisfatto. L’impianto dovrebbe essere pronto per l’inizio dell’estate e i turisti potranno assistere ad uno spettacolo senza uguali. Vengono qui a migliaia per vedere i Faraglioni, anche d’inverno. E poi ci sono le crociere, non si contano le navi che fanno il giro dell’isola anche di notte: perché privare crocieristi di un panorama così suggestivo?». Spiega anche Lembo che l’illuminazione dei Faraglioni sarà diffusa e discreta. Ma c’è qualcosa di più emozionante e suggestivo della vista dei Faraglioni al chiaro di luna?
«Non c’è niente di più bello – risponde Lembo – Non a caso abbiamo previsto che il funzionamento dell’impianto sia regolato sulle fasi lunari: volendo, con il plenilunio i fari potranno rimanere spenti, per la gioia dei più romantici».
Sono scandalizzati ed esterrefatti gli ambientalisti. «Un progetto che non s’ha da fare – tuona Ermete Realacci, presidente di Legambiente – è un’americanata fuori luogo che rischia di avere effetti deleteri per quanto riguarda l’inquinamento luminoso. Ricordiamo che quella dei Faraglioni è la posizione migliore per osservare le stelle». Nabil Pulita, responsabile dell’associazione ambientalista a Capri, spiega che «L’impianto di illuminazione creerebbe danni anche all’ambiente: la modifica del regime notte-giorno danneggerebbe irreparabilmente il delicatissimo ecosistema delle rocce sulle quali vive la lucertola azzurra, una specie dichiarata in via di estinzione». Protesta anche il WWF: «Quegli scogli sono un capolavoro della natura e non un’opera dell’uomo, e come tale va rispettata». E il giomalista-scrittore Roberto Ciuni, appassionato «cronista» di memorie capresi, ha ricordato in un suo articolo che Filippo Tommaso Marinetti, uno dei padri del futurismo, propose nel ’22 di «abolire» la luna a Tragara e sostituirla con la luce elettrica per illuminare i Faraglioni: «Non avrebbe certo potuto supporre che la provocazione futurista… sarebbe stata un giorno presa sul serio. Invece quel giorno è arrivato».
Ma c’è anche chi spezza una lancia in favore degli amministratori. Curiosamente, a dire sì alle luci sui Faraglioni è proprio il re dei sognatori, Peppino di Capri. «L’idea mi piace molto, a rischio di sembrare blasfemo – ha commentato -. L’eventuale illuminazione dei Faraglioni deve portare a Capri un surplus di fascino».
Fulvio Milone