Cieli rubati, quando la luce spegne le stelle

In un articolo comparso sul quotidiano svizzero “La Regione Ticino”, Luca Berti parla del problema dell’I.L. e di come è affrontato in Italia e in Svizzera, con alcuni riferimenti al “caso Zichichi”. Riporto qui di seguito l’articolo pubblicato sul quotidiano “La Regione Ticino” del 2 Dicembre con la firma di Luca Berti.
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CIELI RUBATI, QUANDO LA LUCE SPEGNE LE STELLE

In Ticino l’associazione Dark-Sky collabora col Dipartimento del territorio
Zichichi: “non è inquinamento luminoso”. E gli astronomi insorgono

«La luce non fa inquinamento!». E in Italia si accendono le polemiche. A scatenare la protesta degli astronomi e degli astrofili della vicina penisola è stato un articolo del noto fisico italiano Antonino Zichichi apparso sul numero del 28 ottobre di Famiglia Cristiana. Sotto il titolo “A proposito di inquinamento” il professor Zichichi invita a non voler definire “inquinamento” l’alone di luce che le città lasciano nell’atmosfera. «Sarebbe segno di grande civiltà se si arrivasse, con una certa periodicità, ad avere una notte senza luci artificiali, per avere a portata di mano lo spettacolo del cielo stellato e della Via Lattea – scrive Zichichi -. Le città spente per atto di civiltà. Non perché le luci artificiali sono fonte di “inquinamento”». Per lo scienziato italiano la luce artificiale costituisce infatti una conquista umana importante e sarebbe dunque sbagliato demonizzarla parificandola a ben più gravi “emergenze planetarie” che affliggono il globo. «Noi amanti delle stelle abbiamo il sacrosanto diritto di osservare lo spettacolo di una notte stellata; a questo traguardo dobbiamo, però, arrivare non dicendo che la luce è “inquinamento”, ma ancorando le nostre legittime richieste al fascino delle conquiste legate alla scoperta dell’elettromagnetismo». Il ragionamento di Zichichi è stato però bersaglio di non poche critiche. Lo testimoniano le numerosissime lettere ricevute dalla redazione di Famiglia Cristiana nei giorni successivi alla pubblicazione dell’articolo. Non hanno gradito l’opinione dallo scienziato soprattutto coloro che periodicamente devono confrontarsi con il problema e tra questi, in particolare, astronomi professionisti e dilettanti le cui osservazioni del cielo notturno vengono spesso disturbate dalla luce. Tra le missive di protesta inviate a Zichichi spicca il lungo intervento di Pierantonio Cinzano, presidente in Italia dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso e direttore scientifico della sezione italiana della International Dark-Sky Association, le cui fotografie illustravano l’articolo di Famiglia Cristiana. «Mi sarei aspettato almeno maggiore cautela e rispetto per le tante persone che dedicano il loro tempo a questo problema», ha fra l’altro sottolineato Cinzano. La polemica ha toccato più campi, compresi quelli della filosofia e della medicina. Il dito è stato però puntato in particolare contro lo slogan “la luce è vita e progresso” – colpevole, secondo alcuni, di far credere che sia la quantità di luce prodotta a determinare la ricchezza tecnologica di un paese – e contro chi sostiene che non vi sarebbe alcuna conseguenza a livello fisico derivata dalla presenza di luce artificiale. Per confutare quest’ultima opinione i contestatori di Zichichi hanno messo sul tavolo recenti studi che rivelerebbero la possibilità dello svilupparsi di gravi patologie a causa proprio dell’eccesso di luce artificiale. In uno dei suoi recenti numeri Famiglia Cristiana ha dato spazio alle risposte di Zichichi, permettendo così al fisico italiano di chiarire meglio la propria posizione. Il dibattito pare tuttavia destinato a protrarsi nel tempo. Lugano, nuove lampade Mentre alcune regioni italiane hanno già adottato leggi contro l’inquinamento luminoso, in Ticino, come in generale nel resto della Svizzera, sembra si sia ancora ai piedi della scala. Anche se a livello politico si sta prendendo coscienza del fenomeno, come ci conferma Julio Dieguez, di Arbedo, astrofilo da una vita e delegato della Dark-Sky per la Svizzera Italiana. «Quale associazione che si occupa di inquinamento luminoso, siamo sempre più coinvolti nei progetti di rinnovo di impianti di illuminazione pubblici – spiega Dieguez -. Un grosso problema è attualmente costituito dall’enorme spreco di energia luminosa, che viene spesso male impiegata. Il nostro compito è duplice: consigliare le autorità sulle misure più adatte per evitare consumi inutili e, al contempo, sensibilizzare la popolazione al tema. A Lugano, ad esempio, abbiamo recentemente supervisionato la sostituzione delle vecchie lampade a vapore di mercurio con altre a vapore di sodio, capaci di un risparmio pari a circa il 40 per cento». La luce artificiale può inoltre essere fonte di non pochi problemi per gli automobilisti: «Se, ad esempio, l’autostrada è invasa da continui coni di luce la pupilla dovrà lavorare maggiormente per compensare i periodici sbalzi di illuminazione, cosa che può dare luogo ad un forte senso di stanchezza aumentando così il pericolo di incidenti». Da un pò di tempo la Dark-Sky sezione svizzera collabora attivamente anche con il Dipartimento del territorio ticinese. «L’obiettivo è quello di regolamentare l’illuminazione: per farlo ci vorrà sicuramente una buona dose di volontà politica, cosa che al Ticino sembra non mancare», dice ancora Dieguez. Ma se gli sforzi maggiori oggi sono rivolti al risparmio energetico, per Dieguez non va dimenticata la dimensione culturale e paesaggistica dei nostri cieli un tempo davvero scuri, quella dimensione che l’inquinamento luminoso rischia di cancellare. «é un peccato che il normale scenario notturno sia qua e là deturpato da emissioni luminose sfuggite agli agglomerati urbani. Purtroppo sia il buio sia il cielo stellato stanno scomparendo dalla memoria».

Luca Berti

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