Editoriale di Coelum novembre 2001 Antonino Zichichi, ancora lui. In fondo ci è simpatico, e non viene facile unirsi al coro di quanti vedono in lui una sorta di continua caricatura dello scienziato “border line”, ne mettono in dubbio le reali capacità scientifiche e lo considerano al più un laureato in fisica con attitudini politico-organizzative.
Del resto, che voglia assomigliare sempre più all’archetipo del genio è un fatto che trova riscontro nella sempre più scapigliata immagine che tenta di accreditare presso pubblici sempre più vasti. Ci avete fatto caso?
Nonostante ciò, o forse proprio per questo, Zichichi ci è simpatico, lo ripetiamo, e finora avevamo assistito divertiti ai suoi goffi tentativi televisivi di spiegare la Relatività, con esempi tanto balzani e ragionamenti così confusi da farci dubitare che lui stesso ne capisse qualcosa; abbiamo accolto con curiosità e benevolenza (nel desertico panorama italiano) l’uscita di suoi libri divulgativi, anche se poi si rivelavano una congenie di banalità pseudo filosofiche qua e là disseminate da concetti scientifici travisati, mal esposti e comunque inseriti nel contesto di una scienza inginocchiata di fronte al “mistero della fede”.
Solo qualche esempio, di aiuto al lettore che non avesse avuto modo di abbeverarsi alle fonti:
“Prima che entrassero in gioco gli orologi atomici, le misure del Tempo avvenivano con orologi che giravano tutti in senso orario. Per un motivo semplicissimo: i nostri antenati erano convinti che la volta celeste girasse attorno a noi”.
“La base del nostro Calendario è l’evento mistico più importante per la Chiesa Cattolica: la Resurrezione di Gesù Cristo”.
“L’esistenza della Scienza la dobbiamo alla cultura cristiana”.
“Euclide riesce a dimostrare che non può esistere il più grande numero primo. Pertanto non c’è limite a quanto grande possa essere il più grande dei numeri primi”.
“La teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana non è Scienza galileiana”.
“È fuori discussione che, per la scienza, il Tempo ha proprietà legate a uno straordinario fascino e che la vita è un fenomeno lungi dall’essere stato capito. Infatti se la scienza avesse capito cos’è la vita potremmo darla e toglierla come accendiamo e spegniamo una lampadina elettrica”.
Tornando a noi, siamo perfino riusciti a perdonargli, come si farebbe per una vecchia zia un po’ rimbambita, di aver contribuito a confondere ancora di più le idee degli italiani con la incredibile affermazione: “il terzo millennio inizierà il 1 gennaio del 2000″…
Ma l’inquinamento luminoso no. Non possiamo passare sotto silenzio il fatto che in un settimanale che raggiunge milioni di persone, Zichichi si sia lasciato andare (il testo lo trovate nel nostro sito) a surreali interpretazioni del fenomeno, del tipo:
“I nostri amici astrofili debbono agire da educatori facendo capire al grande pubblico che la luce non è sorgente d’inquinamento. La luce artificiale è una delle più grandi conquiste dell’intelletto umano”. Oppure: “La luce nelle città è indice di progresso. E infatti le immagini dei satelliti parlano chiaro. La sacca di disperazione e di morte per inedia è in quelle zone del mondo rimaste ancora nel buio, nonostante le equazioni di Maxwell.”.
Come dire che essendo la scissione dell’atomo una delle più grandi conquiste del pensiero umano, questo possa giustificarne un uso irresponsabile o che l’indigenza e il sottosviluppo di certe regioni siano in rapporto diretto con la scarsa diffusione in quei paesi, che so, delle carte di credito…
Strano uomo Zichichi, un po’ meno simpatico.
Giovanni Anselmi