Il buio? E chi lo conosce più – 25 Gennaio 2001

Arena di Verona
Sabato a Cariverona astronomi e amministratori affrontano il tema dell’inquinamento luminoso

Il buio? E chi lo conosce più
La luce costa sempre meno. Lampade al sodio per risparmiare Se nel lontano 1600 per poter camminare di notte per le vie di Verona, occorreva una lanterna accesa, oggi le cose sono decisamente cambiate, a tal punto che non sappiamo più cos’è il buio.
Questa affermazione potrebbe essere, a prima vista esagerata, ma se proviamo a spostarci dalla nostra città verso le montagne vicine, possiamo renderci conto di quale impatto sul cielo notturno abbia l’illuminazione pubblica e ci renderemmo conto anche di quanta energia luminosa (e quindi elettrica) vada sprecata, non tanto per illuminare strade ed insediamenti urbani, ma il cielo. Ma le cose stanno cambiando, almeno qui nel Veneto. Grazie ad una disputa tra l’Osservatorio Astronomico di Asiago e una discoteca che con i suoi potenti fari rotanti disturbava le osservazioni e le ricerche effettuate dal più importante osservatorio del Nord Italia (uno dei maggiori d’Europa), la Regione Veneto emanò una legge che aveva l’obbiettivo di proteggere i siti ritenuti di importanza fondamentale per la ricerca astronomica.
La Legge Regionale del 1997, la prima a livello nazionale, attua le norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso, al fine di preservare gli equilibri ecologici e dei siti osservativi, obbligando tutti i Comuni veneti al rispetto di tale legge.
La legge è uno strumento importantissimo per combattere l’assurda corsa a nascondere l’altra metà del paesaggio, ma l’attuazione diventa una questione molto complessa. Unici veri tutori di normativa sono gli astrofili che tramite un Coordinamento Regionale combattono ogni giorno contro amministrazioni insensibili, non solo al rispetto della legge, ma incuranti della possibilità di un reale risparmio energetico.
Pochi sanno che mediante l’utilizzo di lampade stradali al sodio ad alta pressione si potrebbe risparmiare fino al 40 per cento di energia elettrica. La spesa di ammodernamento e di messa a norma degli impianti esistenti si ammortizzerebbe nel giro di pochi anni.
Illuminare le aree urbane è un dovere da parte delle amministrazioni per garantire la sicurezza, sia della viabilità che della vita civile ma è altrettanto vero che un illuminazione selvaggia oltre a danneggiare chi lavora nel settore della ricerca astronomica, danneggia anche la comunità che vede sparire sotto i riflettori non soltanto lo spettacolo del cielo stellato ma anche molti quattrini.

Se l’aumento di illuminazione continuerà ai livelli di questo ultimo decennio, nei prossimi anni lo scenario sarà addirittura catastrofico: perderemo la visione della Via Lattea sull’intero pianeta.
Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che il processo dell’emissione clorofilliana da parte di piante per effetto dei raggi solari, continua anche durante la notte a causa degli impianti di illuminazione pubblica, causando un alterazione fisiologica delle piante.
Non di rado è possibile notare animali predatori diurni cacciare anche durante la notte, causando uno squilibrio ambientale, per non parlare degli uccelli migratori (che di notte volano utilizzando le stelle), che, ingannati dalle luci artificiali, perdono la direzione affaticandosi notevolmente da rotte decisamente allungate. Tale fenomeno si ripercuote pure sull’uomo, con effetti di perdita di sonno, aumento della criminalità notturna e incrementi degli incidenti stradali mortali.
Tutti questi argomenti ed altri verranno affrontati sabato, nella sala conferenze di Cariverona in Via Rosa dalle 9 alle 12, dove si terrà un convegno nazionale promosso dal Coordinamento Regionale per l’Inquinamento Luminoso, con il patrocinio dell’Unione Astrofili Italiani e la International Dark Sky Association. Interverranno astronomi di calibro nazionale, associazioni di categoria, amministrazioni pubbliche, associazioni ambientaliste e del settore astronomico. Il convegno sarà presieduto dal professor Pierantonio Cinzano ordinario dell’Università di Padova e membro della International Dark Sky Association.

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