Mala sorte per tutte quelle regioni italiane non ancora dotatesi di una legge regionale efficace contro l’inquinamento luminoso e per il risparmio energetico.
La situazione che comunque tocca anche le regioni con leggi regionali pessime (vedasi Piemonte e Valle d’Aosta), soprattutto se sono limitrofe a regioni con buone leggi, è ancora più accentuata se tali regioni o provincie non posseggono e tardano a dotarsi di una legge regionale pessima o buona che sia.
Come dicevamo, non che anche le regioni con leggi buone siano indenni a questo, gente che sfida la sorte ne esiste ancora molta, non dimentichiami infatti i mostri di luce già apparsi su questo sito: , di Padova, di Bergamo, etc…. e quelli altrettanto mostruosi costruiti di recente in molte città della regione Toscana (si vedano anche solo i mirabili esempi presenti nella sezione Mostri del cielo).
Un esempio particolarmente significativo e degno di nota è la provincia di Trento, una delle provincie con uno dei patrimoni naturalistici più cospicui dell’intero arco alpino che purtroppo, anche a causa della luce ha subito e sta subendo un continuo attacco e devastazione.
Il Trentino in generale, ma nello specifico la provincia di Trento intesa come superficie amministrativa, è in effetti una di quelle aree geografiche in cui si sarebbe dovuta manifestare negli anni una maggiore cultura di salvaguardia del patrimonio naturale notturno che avrebbe dovuto manifestare la massima espressione di una cultura illuminotecnica eco-compatibile e di valorizzazione del suo patrimonio naturale fra cui non manca il cielo notturno quale bene intangibile in estinzione.
Ed invece…. La cultura illuminotecnica del trentino ha avuto il suo apice (non ancora tramontato) che può essere riassunto in una sola parola, semplice, chiara e che non lascia ombra di dubbio sul valore che possa esprimere: la cultura delle palle.
Il trentino, più che in ogni altra regione italiana, ha raggiunto a metà degli anni novanta la sua massima diffusione ‘la cultura della pallà con un numero pro-capite di sfere di luce superiore a ogni altra regione d’Italia, sicuramente la forma di illuminazione più arcaica, simbolo e massima espressione di inefficienza e oscurantismo illuminotecnico, nonché esempio fulgido della luce prendi 3 paghi 2.
I motivi di questo svilente panorama sono un pò i soliti che troviamo da tutte le parti, frutto degli interessi di molti, delle ignoranze di altri (nel senso che non sanno proprio cosa sia l’illuminazione) e di una cultura non certo basato sulla qualità della luce.
Purtroppo il panorama in questo ultimo decennio si sta facendo ancora più preoccupante, non solo perché tali provincie e regioni diventano le discariche dei rottami non più installabili nelle regioni limitrofe che hanno rigorose leggi regionali, ma perché le nuove più velleitarie architettate illuminotecniche che sono palesemente fuori legge altrove, trovano in questi posti, terreno fertile, quasi a testimoniare una linea di continuità con il passato : la dove c’é ormai una monotona foresta di palle un tentativo di cambiamento ha successo se si fa notare.
E cosi si vedono nascere nelle valli alpine dolomitiche quei ciclopici mostri di luce a luce secondaria, già spesso trattati altrove in queste pagine, provocano un scompenso dell’ambiente naturale di proporzioni insanabili.
L’ultimo imponente eco-mostro di luce, è stato appena installato a Condino, nella ridente Val Giudicarie, a meno di 20 km dal confine Lombardo. Al centro della valle, in una nuova rotonda, che poteva essere certamente illuminata in altro modo e sicuramente in modo più efficace, domina un traliccio di oltre 30 metri di altezza con due giganteschi specchi a luce secondaria illuminati da 6 proiettori da 1000 W che puntano tutta la loro potenza direttamente verso il cielo. Un controsenso illuminotecnica che CieloBuio non capirà mai: invio la luce verso l’alto per illuminare verso il basso!
Il tutto ovviamente con efficienze medie inferiori al 25% … come a voler dire che spendo 100 per illuminare 25.
E’ vero che non è proibito installare tali apparecchi in Trentino, ma i trentino come altrove, la protezione dell’ambiente, il contenimento dell’inquinamento luminoso, la riduzione dei costi manutentivi, la riduzione dei costi energetici deve essere un valore come nelle altre regioni che impongono questi obbiettivi all’illuminazione per legge. La preoccupazione maggiore è che alle palle faccia seguito una nuova abitudine illuminotecnica della luce indiretta, che per le sue profonde contraddizioni CieloBuio non potrà mai sostenere sia che ci sia un legge a vietarla o che questa non ci sia.
Nei prossimi giorni seguirà un dura presa di posizione su questo sito sulla luce indiretta utilizzata per esterni partirà una campagna nazionale ocntro tale forma d’illuminazione.