La luce notturna fa male

Una luce anche debole può causare alterazioni del ciclo sonno-veglia e facilitare lo sviluppo di stati depressivi.
Ne dà notizia il sito web Corriere.it che riporta i risultati di uno studio della Ohio State University in cui si dimostra che l’esposizione durante la notte a una luce, per quanto fioca, può causare alterazioni del ciclo sonno-veglia e facilitare lo sviluppo di stati depressivi.
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Si ringrazia Corriere.it

La paura del buio che ti butta giù
Una luce anche debole può causare alterazioni del ciclo sonno-veglia e facilitare lo sviluppo di stati depressivi

MILANO – Ricordarsi sempre di spegnere luci e televisione prima di addormentarsi. E non solo per risparmiare sulla bolletta, ma anche per guadagnarne in buon umore. È quanto ha riferito un gruppo di ricercatori dell’Ohio State University all’ultimo congresso della Society for Neuroscience: i risultati di esperimenti condotti sui criceti, che saranno pubblicati sul numero di fine anno di Behavioural Brain Research, hanno dimostrato che l’esposizione durante la notte a una luce, per quanto fioca, può causare alterazioni del ciclo sonno-veglia e facilitare lo sviluppo di stati depressivi. Un buon sonno non rende quindi solo più belli, come recentemente dimostrato, ma anche un po’ più felici.

LO STUDIO – I ricercatori statunitensi hanno condotto la ricerca su due gruppi di criceti siberiani: il primo ha potuto godere durante le ore notturne della completa oscurità, mentre il secondo è stato esposto a una luce paragonabile a quella di una televisione accesa. Al termine delle otto settimane previste dall’esperimento, tutti i criceti sono stati sottoposti a una serie di test utilizzati di routine dalle case farmaceutiche per dimostrare sugli animali l’efficacia di farmaci che combattono malumore e ansia. Per esempio, l’indifferenza nei confronti di una bevanda solitamente molto gradita dagli animali, come l’acqua zuccherata, è considerata dagli scienziati un segnale di malessere. E proprio i roditori che non avevano potuto riposare nella completa oscurità presentavano questo e altri sintomi tipici della depressione. Ma non solo. «La significatività dei risultati ottenuti è avvalorata da un altro importante dato – aggiunge Tracy Bedrosian, che ha coordinato lo studio -. Abbiamo infatti riscontrato che bastano otto settimane perché l’esposizione a luci notturne possa indurre modificazioni a livello di una specifica area del cervello, l’ippocampo, nota per essere coinvolta nello sviluppo proprio di disturbi dell’umore». In sostanza, una luce tenuta accesa per tutta la notte può provocare comportamenti simil-depressivi nei criceti, che possono essere spiegati da alterazioni a livello cerebrale.

L’ORMONE DEL SONNO – Ma qual è il meccanismo alla base del fenomeno osservato nei criceti? Secondo gli studiosi, tutto gira intorno al cosiddetto ormone del sonno, la melatonina. Questa sostanza viene prodotta durante le ore notturne da una ghiandola posta nel cervello, l’epifisi, e sarebbe in grado di aiutare il nostro organismo a capire quando è tempo di coricarsi e dormire. Come già dimostrato da precedenti studi, l’esposizione a luci durante la notte è però in grado di inibire la produzione di questo ormone, alterando il ciclo sonno-veglia. «E potrebbero essere proprio i bassi livelli di melatonina a indurre i cambiamenti morfologici osservati nell’ippocampo dei criceti depressi» conclude la ricercatrice.

IL COMMENTO DELL’ESPERTO – «Lo studio presentato, anche se condotto su dei roditori, ha sicuramente dei risvolti importanti anche per l’uomo – spiega Lino Nobili, responsabile del Centro del sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano -. L’alternanza luce-buio è essenziale per mantenere dei buoni ritmi circadiani, che a loro volta influenzano il tono dell’umore. Una luce accesa durante la notte può ingannare il nostro cervello, andando ad alterare la produzione di ormoni, come proprio la melatonina, importanti per garantire il benessere psicofisico. Ma non è solo la luce di notte che può interferire con i ritmi imposti dal nostro organismo. Anche troppa poca luce di giorno può alterare il nostro orologio biologico e causare disturbi dell’umore. Non dimentichiamoci infatti che nei Paesi del Nord Europa, proprio in concomitanza dei periodi dell’anno in cui le giornate sono prevalentemente dominate dal buio, si registra un aumento dei casi di depressione». «Se non vogliamo stravolgere i nostri ritmi ormonali – conclude Nobili – bisogna semplicemente assecondare la natura, concentrando le proprie attività durante le ore del giorno e riposando di notte, possibilmente nell’oscurità soprattutto se si soffre, o si è a rischio, di depressione».

Lisa Trisciuoglio
03 luglio 2011

 

 

 

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