La Stampa – 27 Aprile 2004 Sezione di Torino Più risparmio energetico, minore inquinamento luminoso. In base a questi obiettivi, disciplinati nel piano «ad hoc» messo a punto dalla Provincia, Palazzo civico si prepara a varare una piccola rivoluzione sul fronte dell’illuminazione pubblica: la terza dopo il progressivo rinnovo degli impianti (con un investimento di 7 milioni l’anno) e le variazioni orarie nell’accensione e nello spegnimento delle lampade deciso da luglio 2003 (posticipo di 3 minuti la sera, anticipo di 7 la mattina). La nuova strategia prevede la suddivisione di Torino in «classi», zone più o meno ampie in cui graduare al ribasso l’intensità dei fasci luminosi nelle ore serali e notturne senza compromettere sicurezza e viabilità. L’iniziativa è stata annunciata dall’assessore Roberto Tricarico (Illuminazione pubblica), intervenuto alla presentazione delle linee-guida varate dalla Provincia. Presente Giuseppe Gamba, assessore all’Ambiente e vicepresidente di Palazzo Cisterna. «Il censimento sarà pronto a breve – ha dichiarato Tricarico -, ma il progetto diventerà operativo dopo che avremo dotato gli impianti di regolatori di flusso luminoso in grado di variare l’erogazione a seconda delle zone». No comment su quelle che dovranno rassegnarsi ad una luce leggermente più fioca del previsto. L’altro fronte è rappresentato dall’articolo del Regolamento di Polizia urbana che per tutelare «la quiete pubblica» vieta l’utilizzo degli elettrodomestici tra le 22 e le 7 del mattino. «Norma anacronistica», denuncia il consigliere Gioacchino Cuntrò (Ds), ricordando che tra i suggerimenti ai cittadini per incrementare il risparmio energetico spicca l’invito a concentrare il ricorso agli elettrodomestici proprio in queste fascie orarie. Un paradosso «reso ancora più evidente dal fatto che la qualità costruttiva degli odierni elettrodomestici risponde ad elevati standard di silenziosità», al quale Palazzo civico intende rimediare. La suddivisione della città in zone ad illuminazione graduata è l’ultimo tassello di una politica premiata da risultati incoraggianti. Come ha ricordato Tricarico, le variazioni orarie nell’accensione e nello spegnimento hanno già permesso di risparmiare circa un milione di chilowattora. In termini economici l’utile guadagnato è pari ad un milione di euro. Da parte sua, Gamba ha sottolineato l’importanza di uno strumento normativo di riferimento per tutti i comuni, favorito dalle nuove competenze che la Regione ha attribuito alle Province anche su questa materia.
Alessandro Mondo