La Stampa – 01 agosto 2003
Sarà illuminata la croce di ferro eretta sul Moncucco 90 anni fa. MONTESCHENO
L’illuminazione, una giornata di festa e una processione simile all’«Autani di set frei». C’è molta carne al fuoco per festeggiare degnamente i 90 anni della croce di ferro che svetta sul Moncucco, la vetta che «guarda» sulla valle Antrona, Domodossola e Villadossola.
La parrocchia, gli alpini e il Comune di Montescheno hanno deciso di «celebrare» questo compleanno che vide l’erezione della croce. «Era il 13 luglio 1913 quando da Montescheno vennero portati ai 1899 metri della vetta i pezzi di quella croce che venne poi innalzata pochi giorni dopo, il 19, alla presenza di un delegato del Vescovo di Novara» ricorda dario Ricchi, sindaco di Montescheno, del cui territorio fa parte il Moncucco che è in pratica la vetta di quella montagna sulle cui pendici vanno a sciare gli ossolani, sfruttando le piste di Domobianca che corrono da Casalavera sino a Lusentino. «L’intenzione nostra – dice Ricchi – è di illuminare questa croce che è visibilissima da più parti dell’Ossola. Sarà una illuminazione che durerà 15 giorni: un test che facciamo in previsione, se sarà possibile, illuminarla perennemente». La festa in cima al Moncucco è prevista per il 10 agosto quando da Montescheno gli abitanti della valle saliranno a piedi verso il Moncucco, ripetendo l’«Autani di Set Frei», la processione molto famosa che ogni anno si svolge sulle cime antronesi. In vetta stavolta arriveranno anche una banda musicale e un coro per quest’appuntamento che intende non solo rinverdire vecchie usanze. «Le tradizioni sono valide se si danno nuovi contenuti – ricorda don Antonio Visco, parroco di Montescheno-. dare luce alla croce non è solo un fatto simbolico. Se una croce è al buio c’è la disperazione, se c’è la luce dà orientamento. Un gesto che ci orienta verso il mondo, verso la gente con chiari contenuti di pace, fede e fraternità». A Montescheno hanno anche pensato ad illustrare quest’evento con una mostra di foto che ripercorrono l’erezione della croce 90 anni fa. Mentre si sta pensando a trasformarla in un simbolo per gli abitanti del paese donando loro una riproduzione, ovviamente in piccole dimensioni, di quell’emblema di fraternità. «L’idea di erigere quella croce venne proprio nel 1913, anno in cui cadeva il 16° centenario costantiniano» ricorda Carlo Pavesi, consigliere comunale a Villadossola. In ricordo di Costantino, che diede la possibilità ai cristiani di uscire dalle catacombe, si decise di mettere quella croce in cima al monte. Un evento che allora ebbe una vasta eco. Fu la famiglia Ceretti, che fece nascere una fabbrica che portò il suo nome, a donare il ferro necessario».
re. ba.