Secondo uno studio che verrà pubblicato a Marzo 2011 sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism l’esposizione alla luce artificiale durante le ore che precedono il sonno avrebbe importanti ripercussioni sulla produzione di melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale.
E stato appurato, infatti, che l’esposizione alla normale luce artificiale durante le ore di sonno riduce del 50% la quantità totale di melatonina nel sangue.
Come noto, la melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale. Gli effetti negativi di una sua diminuzione nel sangue sono noti da tempo, non soltanto a chi studia gli effetti della luce artificiale. La melatonina è necessaria al nostro benessere psicofisico ed alla nostra salute. Con i ritmi innaturali che ci impongono oggi la società ed il lavoro è frequente soffrirne la mancanza. Lunghi viaggi in aereo, esposizione notturna a luci artificiali, lavoro su turni sono solo alcuni dei fattori che possono portare ad una diminuzione di questo ormone. La produzione di melatonina avviene solo in assenza di luce. Quando il nostro cervello percepisce della luce (ne basta molto poca), la produzione di melatonina si interrompe bruscamente ed il ciclo del sonno subisce un arresto. Questo è il motivo per cui per mantenere un buon livello di attenzione di notte (per esempio a lavoro o guardando un film), è necessario illuminare l’ambiente in cui ci si trova ed è anche il motivo per cui la luce mattutina ci sveglia se la nostra stanza non è ben oscurata.
Lo studio, effettuato dall’equipe capitanata dal dott. Joshua Gooley del Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School di Boston, è di per sè piuttosto semplice. E’ stato preso un gruppo di 116 volontari, tra i 18 e i 30 anni, in perfetta salute. Sono stati divisi in due gruppi e nelle 8 ore precedenti il sonno, uno dei gruppi è stato mantenuto in ambiente con luce molto soffusa mentre l’altro gruppo è stato mantenuto in ambiente con un livello di illuminazione normale. Tutti i volontari avevano una cannula nella vena per prelevare campioni di sangue ogni 30-60 minuti e quindi verificare il livello di melatonina. Tutto questo per 5 giorni consecutivi.
I risultati non sono molto incoraggianti. E’ stato evidenziato che, in media, gli individui del gruppo esposto ad un livello normale di illuminazione hanno prodotto melatonina con un ritardo di circa 90 minuti. In pratica, a parità di ore di sonno, ogni individuo ha prodotto melatonina per un tempo ridotto di circa 90 minuti, rispetto al gruppo esposto a luce fioca. Inoltre è stato appurato che l’esposizione alla normale luce artificiale, durante le ore di sonno, riduce del 50% la quantità totale di melatonina nel sangue.
Gli effetti non si fermano all’insonnia o al cattivo riposo. La mancanza cronica di melatonina nel sangue ha importanti effetti negativi sul nostro sistema immunitario e sulla produzione di altri ormoni: aumenta quindi il rischio di contrarre gravi malattie come alcuni tipi di tumore o il diabete di tipo 2 (quello più diffuso).
Sicuramente servono ulteriori studi per determinare esattamente il ruolo della soppressione di melatonina nei confronti di queste malattie e determinare esatti livelli di rischio. Speriamo quindi di non dover rinunciare alla lettura serale ma questi studi hanno un’importanza fondamentale per implementare pratiche e dispositivi per garantire la sicurezza dei lavoratori notturni esposti per molte ore alla luce artificiale.
Francesco Giubbilini – BMP –Gennaio 2011