La Commissione Ambiente della Camera ha perso un’occasione per impedire all’Italia di inquinare il doppio dei tedeschi e il triplo dei britannici. Inoltre, i mancati risparmi, quasi un miliardo di euro all’anno a regime, previsti grazie all’azione di riconversione eco-compatibile dell’illuminazione pubblica si rifletteranno in una spesa aggiuntiva di almeno 20 miliardi di euro nella vita utile degli impianti di illuminazione.
Evidentemente la bocciatura è stata dettata più da paure elettorali proprie e di qualche sindaco preoccupato, senza motivo oggettivo, della ‘sicurezza’, che dall’essersi documentati sul fenomeno dell’inquinamento luminoso e dello spreco energetico connesso. Proviamo a chiedere ai membri della Commissione cosa sia un riduttore di flusso, quanto consumi all’anno l’Italia in illuminazione pubblica, cosa sia l’intensità luminosa. Vedremo in quanti sapranno rispondere! In ogni caso il Parlamento può essere più intelligente di una delle sue commissioni.
Fortuna che i Sindaci più informati e lungimiranti potranno comunque attuare l’operazione cieli bui nell’ambito del loro Comune, ottenendo gli stessi risultati e vantaggi economici ed ecologici che sarebbero risultati da un’imposizione dall’alto. Chi seguirà questa strada potrà girare i risparmi verso altre spese sociali, la mensa scolastica, lo scuolabus, o magari assumendo qualche agente della polizia locale, questo sì che farebbe aumentare la sicurezza. Così come la sicurezza aumenterebbe sulle strade italiane se venissero eliminati tutti quei fenomeni di abbagliamento e distrazione dovuti, ad esempio, a proiettori mal orientati.
L’Italia sta perdendo l’occasione di combattere l’inquinamento luminoso come richiesto a livello internazionale dalla Starlight Initiative dell’UNESCO, con l’appoggio, tra gli altri del UN-World Tourism Organization.
Peccato per gli italiani.
Cieli chiari a tutti.
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