Le Scienze – 28/08/2004
L’orologio interno aiuta un organismo ad adattarsi alle variazioni ambientali. Quando il suo orologio interno non è più in sincronia con l’ambiente circostante, un viaggiatore può sperimentare il jet lag. Anche alcuni tipi di depressione, disturbi del sonno e problemi ad adattarsi ai turni lavorativi possono essere dovuti agli effetti dell’orologio biologico.
Uno studio condotto da ricercatori della Vanderbilt University e pubblicato sul numero del 24 agosto della rivista “Current Biology” fa ora nuova luce su questo argomento. Studiando le alghe verdi-azzurre, il più semplice organismo conosciuto che possiede questi meccanismi, gli scienziati hanno scoperto che i benefici dell’orologio biologico sono legati direttamente a un ciclo giorno/notte regolare e svaniscono completamente in condizioni di illuminazione costante.
“Gli orologi circadiani – spiega Carl H. Johnson, docente di scienze biologiche e direttore dello studio – sono così diffusi che probabilmente influenzano la salute degli organismi migliorando la loro capacità di adattarsi all’ambiente, e in particolare ai cambiamenti giornalieri di luce, temperatura e umidità”. Johnson e colleghi hanno usato tecniche di ingegneria genetica per disattivare completamente gli orologi biologici in un gruppo di alghe e per diminuirne la frequenza in un secondo gruppo. Dopo aver mescolato le alghe modificate con altre con gli orologi funzionanti normalmente, le hanno poste in un ambiente con un ciclo giorno/notte di 24 ore. Le alghe normali sono cresciute molto più in fretta di quelle prive di ritmi interni funzionanti.
In un ambiente costantemente illuminato, invece, si è verificato il contrario: le alghe modificate sono cresciute a un ritmo leggermente superiore di quelle normali. Il risultato suggerisce che, in condizioni costanti, l’orologio circadiano non è di alcun vantaggio e, anzi, potrebbe essere dannoso per le alghe.