Si chiude con un accorato appello per limitare i danni dovuti all’inquinamento luminoso il nuovo libro del Prof. Francesco Bertola, “VIA LACTEA”. Una estesa recensione del nuovo libro di Francesco Bertola, ordinario di Astrofisica all’università di Padova e accademico dei Lincei, appare sul Gazzettino di sabato 13 dicembre, a cura di Nicoletta Cozza.
Il volume è un “percorso nel cielo e nella storia dell’uomo” prestigioso, suddiviso in quattro capitoli, in cui ai testi (cui non mancano citazioni letterarie mitologiche storiche e artistiche), si accompagnano straordinarie immagini che raffigurano alcune delle più significative rappresentazioni del tema attraverso i secoli, la storia dei popoli e l’astronomia.
Il testo si apre con una citazione di Apollinaire dedicata alla «luminosa sorella dei bianchi ruscelli di Canaan» e si chiude con un accorato appello a limitare i danni da inquinamento luminoso.
Un lavoro raffinato, di elevata qualità grafica, naturale prosecuzione di “Imago mundi”, altra opera dello scienziato, dedicata però all’universo più in generale.
La credenza che nella Via Lattea si riuniscano gli spiriti dei defunti nel Medioevo ha stimolato le fantasie degli artisti. Una significativa testimonianza si trova proprio a Padova, in un affresco del Palazzo della Ragione, che viene riproposta nel volume.
«Per la prima volta – osserva Bertola – l’iconografia della via Lattea con i demoni viene rappresentata proprio all’interno del Salone: ha la forma di una mandorla, attorniata da “diavoli” sapientissimi, ciascuno dei quali ha in mano un libro. Nella città del Santo, quindi, dove furono anche prodotti vari manoscritti con il medesimo tipo di rappresentazione, c’è un’importante testimonianza di questa trasposizione medioevale che ha per protagonisti anime, spiriti e appunto demoni».
I riferimenti storici documentati dalle prestigiose immagini occupano buona parte del libro mentre la sezione finale è dedicata all’attualità, abbinata alle foto scientifiche che arrivano dal telescopio Hubble e da quello terrestre collocato alle Hawaii.
«Ho voluto chiudere – dice ancora l’astrofisico – con alcune considerazioni sull’inquinamento luminoso, proponendo una tavola dove si vede come la luce artificiale evidenzi in modo inquietante il confine tra le aree del mondo più opulente e quelle tecnologicamente meno avanzate, in cui però è ancora possibile godere lo straordinario spettacolo del cielo stellato. È auspicabile che in queste ultime lo sviluppo possa essere guidato in modo da preservare un patrimonio naturale che anche noi vorremmo recuperare». Come peraltro già nel 1992 l’Unesco aveva sancito, con una “dichiarazione dei diritti delle generazioni future” in cui si imponeva la conservazione del cielo in tutta la sua purezza, lanciando un appello ai vari Governi per salvaguardarlo. Un appello ripreso dal recente convegno “Venezia – Salvare la Notte”, un appello quanto mai d’attualità per farci “ritrovare” la Via Lattea.