Le misure immediate consigliate a enti pubblici, cittadini e industrie per consumare meno energia. Un “decalogo dell’efficienza elettrica” emerso dalla Conferenza “Energy Efficiency in Domestic Appliances and Lighting” svoltasi a Torino dal 1° al 3 ottobre, promossa dalla Commissione europea e dalle Nazioni unite, cui hanno partecipato 300 esperti (tecnici, accademici, rappresentanti di enti, organizzazioni, istituzioni). Eedal’03 ha raccolto a Torino i maggiori esperti in campo energetico dal punto di vista della domanda. Una tre giorni a Torino Incontra organizzata dalla Commissione europea, insieme alla Softech srl, in collaborazione con le Nazioni Unite, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) ed il Programma di Collaborazione per il Labelling e la Standardizzazione delle Apparecchiature (Clasp) e con il sostegno della Città di Torino.
La Conferenza ha colto l’attualità del problema energetico, non soltanto per il nostro Paese, definendo una sintetica guida in 28 punti, di uso immediato, per rispondere all’emergenza elettrica, senza dover attendere i tempi decisionali lunghi dei piani di attuazione delle nuove produzioni.
I decaloghi messi a punto, nell’ambito della Conferenza, rappresentano una sintesi di consigli utili per enti pubblici, i cittadini e le industrie su come ottenere importanti riduzioni dei consumi elettrici e, conseguentemente, diminuire la necessità di nuove centrali elettriche. Ogni watt di potenza risparmiata nei carichi giornalieri corrisponde a una diminuzione di richiesta alla produzione elettrica. Si vuole dimostrare quindi che l’investimento nel risparmio elettrico è più conveniente della costruzione di nuove centrali.
Decalogo per gli Enti pubblici
Misure che possono essere assunte per incidere sulla domanda di energia elettrica, contenendola
1. Promuovere e incentivare il decollo di “Società di Servizio Energetico”, in grado di muovere il mercato del cosiddetto “Finanziamento Tramite Terzi”, ossia capaci di fare da intermediario tra fornitore di energia elettrica e consumatore, assumendo in proprio i contratti di fornitura e gestendoli in modo ottimizzato, a favore dell’utenza.
2. Promuovere in modo estensivo l’adozione di lampade compatte a fluorescenza in sostituzione delle normali lampade a incandescenza nelle abitazioni di tutti gli italiani. Le cosiddette “lampadine ad alta efficienza” consentono di ridurre anche dell’85 per cento il prelievo di energia elettrica per l’illuminazione. Estendere questa misura al terziario e al settore pubblico.
3. Rinvigorire la campagna informativa, a livello nazionale, sugli elettrodomestici ad alta efficienza, contraddistinti dalla Classe “A” posta sull’etichetta commerciale. Affiancare con campagne pubbliche lo sforzo che il mondo industriale sta compiendo in questa direzione. L’Italia è stato uno degli ultimi paesi in Europa a adottare l’etichettatura per gli elettrodomestici.
4. Rendere obbligatori i sistemi di controllo automatico dei carichi elettrici (illuminazione, impianti, apparecchiature) negli edifici del terziario e pubblici, per ridurre i consumi passivi di energia elettrica, in assenza di occupazione.
5. Applicare la tariffazione differenziata per le fasce orarie di consumo a tutte le utenze elettriche, nessuna esclusa.
6. Evitare il progressivo ricorso al condizionamento estivo delle nuove costruzioni promuovendo per le abitazioni sistemi di raffrescamento naturale, isolamenti, schermature e metodi costruttivi bioclimatici
7. Promuovere l’utilizzo di scalda acqua solari in sostituzione dei boilers elettrici, per produrre acqua igienico sanitaria nelle abitazioni e nei luoghi pubblici (ospedali, palestre, scuole, impianti sportivi, etc.)
8. Promuovere una campagna nazionale per la sostituzione dei motori elettrici con motori ad alta efficienza e di sistemi di controllo della velocità dei vari sistemi di motori
9. Avviare una campagna informativa per ridurre le condizioni di attesa delle apparecchiature domestiche (i famosi stand-by dei televisori): i cittadini devono essere invitati a spegnere questi apparecchi quando non sono utilizzati, mentre le industrie vanno sollecitate a produrre rapidamente apparecchi con potenze di stand-by inferiori a un watt.
10. Dare finalmente attuazione all’articolo 30 della legge 10/91 che consentirebbe la certificazione energetica degli edifici e una maggiore trasparenza sulla qualità degli immobili in Italia.
Decalogo del cittadino.
Che cosa può fare il cittadino per minimizzare i consumi elettrici nella propria abitazione
1. Sostituire le lampadine a incandescenza con lampade compatte a basso consumo (CFL) nei locali dove le lampadine restano accese più a lungo. Assicurarsi che ciò avvenga non solo nell’abitazione ma anche negli spazi condominiali
2. Migliorare il sistema di illuminazione, non solo spegnendo le luci non necessarie, manualmente o installando sistemi di controllo automatici, ma anche con sostituzione di lampadine e lampadari più adatti e efficienti (esempio 1: quattro luci da 25 watt danno meno luce di una da 100 watt / esempio 2: usare lampade da tavolo al posto dell’illuminazione centrale, per lavori a scrivania / esempio 3: evitare le lampade a illuminazione indiretta, come le alogene ad alta potenza)
3. Collegare tutti gli apparecchi di intrattenimento (tv, hi-fi, videoregistratori, ricevitori satellitari) a un’unica ciabatta di prese, dotata di interruttore. Chiudere tale interruttore, quando gli apparecchi non sono in uso. In tal modo si evitano perdite di stand-by e si proteggono maggiormente gli apparecchi dalle sovratensioni esterne (fulmini). Le perdite di stand-by della sola tv richiede all’Italia circa 150 MW di potenza.
4. Evitare di acquistare e usare i condizionatori d’aria. Come primo intervento, occorre evitare che in estate il sole penetri nei locali attraverso le vetrate, installando schermi protettivi (tende, veneziane) all’esterno delle finestre. Cercare in secondo luogo di realizzare correnti convettive d’aria mediante opportune aperture di porte e finestre nei diversi orientamenti dell’abitazione. Se poi, ancora le temperature permangono elevate, solo allora usare ventilatori a pale (a soffitto) o portatili. Il condizionamento di tutti i locali dovrebbe essere evitato il più possibile, anche per prevenire situazioni di salto termico eccessivo per la salute.
5. Se gli elettrodomestici sono molto vecchi (oltre 10 anni) considerare la sostituzione con altri di classe A (A+ o A++). Il risparmio di energia ripaga abbondantemente l’interesse del denaro necessario per la sostituzione degli elettrodomestici che, comunque, prima o poi dovrà avvenire.
6. Ricordarsi di far funzionare gli elettrodomestici (lavatrici, lavapiatti, etc.) nei periodi non di punta, ossia verso sera o di notte, se possibile
7. Sostituire il boiler elettrico con un boiler solare o a gas. Laddove ciò non fosse possibile, limitare il funzionamento del boiler elettrico, collegandolo alla rete tramite una presa dotata di timer e regolando l’accensione solo per alcune ore precedenti i periodi di normale uso dell’acqua calda.
8. Quando si decide di eseguire lavori di manutenzione straordinaria sulle facciate e sul tetto dell’edificio, prevedere interventi integrati applicando forti isolamenti (8/10 cm di isolante sulle facciate e 15 cm sul tetto), doppi vetri a bassa emissività, con contemporaneo riaggiustamento dei flussi di combustibile nel bruciatore della caldaia (riduzione della potenza nominale). In tali situazioni, si migliora il comfort termico, si riducono anche i consumi elettrici e si minimizza il costo dell’investimento.
9. Quando si deve sostituire la caldaia, assicurarsi che la nuova sia ad alto rendimento, possibilmente a gas-condensazione e con sistemi avanzati di controllo della produzione e della distribuzione del calore.
10. Scrivere direttamente alle proprie compagnie di distribuzione dell’elettricità e del gas, prenotandosi e dando la disponibilità per la propria abitazione all’attuazione di interventi di risparmio di energia che dette compagnie dovranno obbligatoriamente realizzare, secondo i Decreti del 24 Aprile 2001.
Decalogo per l’industria
Richieste all’industria per la diffusione dell’efficienza energetica
Le associazioni industriali dei vari settori produttivi che realizzano che consumano energia dovrebbero:
1. indicare al pubblico, in assenza di etichettature dei prodotti, i migliori apparecchi di ogni tipo per meglio orientare i consumatori
2. stabilire regole e obiettivi interni alle industrie stesse, volte allo sviluppo di prodotti a maggiore efficienza energetica e ridotto impatto ambientale
3. migliorare l’informazione al pubblico e la pubblicità evidenziando i progressi di efficienza energetica e il minor impatto ambientale dei nuovi prodotti e lanciare opportuna campagna informative
4. in particolare, dovrebbero evidenziare il vantaggio di una sostituzione anticipata degli elettrodomestici acquistati da oltre 10 anni, perché i nuovi elettrodomestici non solo hanno migliori prestazioni ma il rispar-mio di energia generato compensa abbondantemente l’interesse del denaro dell’acqiuisto ritardato di nuovi apparecchi
5. favorire e sostenere la creazione, la gestione e lo sviluppo di Sistemi Informativi, Banche dati aperte al pubblico ove i consumatori possono trovare gli apparecchi più efficienti di tutte le marche, definiti su basi autenticate e comuni di prestazione
6. incrementare la Ricerca e Sviluppo nonché la cooperazione fra le varie organizzazioni per realizzare miglioramenti mirati ed accelerati di prodotti con minori consumi energetici (Technological Procurement).
7. Aumentare lo sforzo di definizione di comuni procedure di misure e standard internazionali onde consentire corretti confronti dell’efficienza energetica dei vari tipi di prodotti. Se non si definisce ciò che è efficiente non si possono ottenere miglioramenti. E’ fondamentale la collaborazione fra industrie per definire le Prestazioni Standard Minime(MEPS) delle varie classi di prodotti
8. Prodotti ad alta efficienza energetica e/o prestazionale, se malamente inseriti nei vari contesti applicativi, possono funzionare peggio del previsto. Sarebbe auspicabile che fossero definite procedure di controllo delle installazioni e della loro gestione che coinvolgano anche gli installatori, i conduttori e gli utilizzatori finali (soft targets)
(mm)
Torino, 4 Ottobre 2003