La Stampa – 10/08/2003
Ma la Luna contenderà la scena alle lacrime di San Lorenzo ROMA
Pioggia di stelle e nasi in su, questa sera, per la notte di San Lorenzo. Ma la Luna, quasi piena e presente sopra l’orizzonte per gran parte della notte, contenderà loro la scena. Non sarà quindi così facile osservare la fase di massima attività dello sciame delle Perseidi, più note come le «lacrime di San Lorenzo», che ogni anno arrivano puntualmente poco prima di Ferragosto. All’origine del fenomeno c’è il passaggio della Terra attraverso la nube di polveri lasciata, lungo la sua orbita, dalla cometa Swift-Tuttle. Le particelle bruciano attraversando velocissime gli strati superiori dell’atmosfera, producendo le splendide scie che attraversano il cielo stellato delle notti di agosto. Lo spettacolo diventa indimenticabile quando si verifica il fenomeno, molto raro, dell’ingresso nell’atmosfera di frammenti molto grandi, chiamati «bolidi», che sfrecciano veloci e più luminosi delle stelle più brillanti, lasciandosi dietro scie che possono persistere nel cielo anche per molti minuti. Per osservare il fenomeno sono già mobilitate decine e decine di astrofili, che si sono dati appuntamento un po’ in tutta Italia. La luce della Luna complicherà le osservazioni, ma è anche vero, osservano gli appassionati, che la stessa Luna sarà la protagonista delle osservazioni astronomiche di queste serate: si potrà ammirare, osservano dall’Unione Astrofili Italiani, «il fantastico gioco di luci e ombre creato sul suolo selenico da crateri, catene montuose e fratture». Telescopi puntati anche sul protagonista indiscusso nei cieli della tarda estate, Marte, ormai prossimo al massimo avvicinamento con la Terra, che il 27 agosto si troverà alla distanza minima raggiunta da oltre 60.000 anni.
E se scientificamente il fenomeno delle stelle cadenti è da attribuire al passaggio all’interno dell’orbita visiva terrestre dei Perseidi, culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico. Questa notte è infatti dedicata da secoli al martirio di San Lorenzo, sepolto nell’omonima basilica di Roma, e le stelle cadenti sarebbero per la tradizione popolare le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio, che vagano eternamente nei cieli rendendosi visibili nel giorno in cui il santo morì. Ma per molti italiani le lacrime di San Lorenzo saranno invisibili. Colpa dell’inquinamento luminoso, che colpisce soprattutto Lombardia, Campania e Lazio, dove soltanto un abitante su 4 è in grado di ammirare la Via Lattea. Il motivo? Una illuminazione mal concepita, inefficiente e sprecona.
r.cri.