Da “il corriere magazine a ovest di Torino” di febbraio 2003.
Intervista di Silvia De Francia al nostro Don Ezio Fonio.
Nelle città esiste un’orgia di illuminazione molto al di sopra di ogni concreta utilità.
Tale illuminazione si traduce, ovviamente, in consumi inutili, calcolati in circa 700 miliardi l’anno. Ma l’illuminazione di città, monumenti, strutture sportive e strade, non risulta soltanto esagerata: essa è principalmente mal disposta. Luci, fari e riflettori spesso non vengono diretti a rischiarare il suolo, ma sono collocati in modo da allargare il proprio fascio di luce lateralmente e verso l’alto, rendendo le città veri e propri tappeti di luce. Il problema dell’inquinamento luminoso dunque esiste, ed è importante che se ne prenda coscienza. L’immissione di luce verso l’esterno nell’ambiente notturno, al di fuori degli spazi che è necessario illuminare, altera infatti la quantità naturale di illuminazione presente, producendo una forma di inquinamento nota come “inquinamento luminoso”.
Tale forma di inquinamento comporta molti effetti negativi sull’Uomo e sull’ambiente. Anzi tutto la luce dispersa verso l’alto illumina le particelle in sospensione nell’atmosfera, creando uno sfondo luminoso che nasconde la luce degli astri. E l’allarme lanciato da astronomi e astrofili è assai preoccupante. “In breve la Terra potrebbe essere avviluppata da una “nebbia tecnologica” di luci artificiali e di emissioni radio”, spiega Don Ezio Fonio, esperto in materia di inquinamento luminoso e curatore del Museo di Scienze Naturali “Don Bosco” di Torino. “Tutto questo potrebbe sembrare un problema solo per i cultori di astronomia: in realtà è un problema di tutti, perché, a poco a poco ci stiamo privando della possibilità di vedere il cielo stellato, non solo un bellissimo panorama da proteggere, ma anche un mezzo per avvicinarsi alla natura, alla scienza ed alla cultura”, continua Don Fonio.
“La luce è fattore vitale per la maggior parte degli organismi viventi” – spiega Don Fonio. “Tutte le forme di vita nella loro evoluzione non hanno potuto fare a meno della luce del Sole. E’ quindi chiaro come l’alternanza tra il dì e la notte, ossia tra luce e buio, sia un fattore fondamentale per la vita di ogni essere vivente”. E, nel momento in cui tale delicato equilibrio viene alterato dall’irraggiamento di luce artificiale sugli ecosistemi, c’è il rischio di creare danni irreversibili. Danni che si riscontrano anche negli animali selvatici.
Ogni giorno milioni di animali vanno incontro a morte sicura. L’impossibilità di distinguere le luci naturali della notte dall’illuminazione artificiale di strade, automobili e impianti industriali, confonde gli animali che hanno sempre utilizzato la notte per cacciare e volare verso altri lidi. Per capire fino a che punto la luce artificiale crei situazioni di grave squilibrio, basta ricordare che l’intensità luminosa di una qualsiasi lampadina supera di molto quella della luna piena al 90%.
In Italia, ogni notte, centinaia di uccelli muoiono schiantati contro i fari, attirati inesorabilmente dalla luce emessa. Molti altri volatili, come germani reali e passeriformi (capinere, beccafichi, bigiarelle e sterpazzole), che usano l’orientamento astronomico per migrare di notte, vengono disturbati dalla presenza di fonti luminose artificiali. Per altre specie di uccelli l’esito è meno tragico: si adattano alle nuove condizioni, modificando le proprie abitudini, ma con conseguenze negative per l’ecosistema. Rapaci diurni diventano notturni, usignoli e pettirossi regolano il proprio canto con i lampioni, anziché con a luce del sole, e, per lo stesso motivo, merli e galli cantano a tutte le ore della notte. Un altro pesante effetto causato dalle luci artificiali è quello del disorientamento subito, ad esempio, da molte specie di insetti notturni migratori. Tali specie, infatti, impostano la propria rotta migratoria basandosi sulla Luna o sulle stelle particolarmente luminose. Le sorgenti di luce artificiale competono con le luci celesti disorientando gli insetti. Conseguenza? Demolizione dello sciame migratorio e decimazione degli individui, con rischio di estinzione di intere specie. In Piemonte, ad esempio, negli ultimi decenni si sono rarefatte intere specie animali: rane. Libellule e falene ed in generale animali notturni. Causa principale? L’illuminazione stradale con lampade a vapori di mercurio. L’inquinamento luminoso, dunque, ha un pesante impatto sull’ecosistema: perdita dei ritmi biologici, alterazione del rapporto tra preda e predatore, problemi migratori e alterazioni di cicli riproduttivi, sono soltanto alcune delle gravi conseguenze di tale forma di inquinamento.