La relazione di Pierantonio Cinzano (ISTIL) del convegno di Venezia Il convegno è iniziato alle ore 9.00 sotto la presidenza del Prof. Francesco Bertola, decano del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova, accademico dei Lincei e fondatore della Commissione 50 (protezione dei siti astronomici) dell’Unione Astronomica Internazionale.
Ha preso la parola per primo il Dr. Georg Umgiesser, oceanografo dell’Istituto per lo Studio delle Grandi Masse del CNR nel cui Palazzo Papadopoli si è svolto il Convegno, che ha portato i saluti del Direttore Prof. Luigi Alberotanza, fuori sede per un convegno del suo settore di ricerca. Georg Umgiesser ha illustrato le attività dell’Istituto e la storia di questo splendido palazzo veneziano della metà del ‘500.
Ha poi preso la parola il Prof. Pierre Lasserre, Direttore del Regional Bureau for Science in Europe dell’UNESCO. Questo ente non solo ha patrocinato il convegno ma ha anche sostenuto le spese per invitare i relatori provenienti dai paesi dell’Est europeo e sosterrà una parte delle spese di stampa degli Atti del Convegno grazie ad un contratto con l’ISTIL. Il Prof. Lasserre ha affrontato il problema sollevato in una lettera del Prof. Derek McNally, ex segretario generale dell’Unione Astronomica Internazionale e organizzatore del convegno UNESCO/IAU/ICSU “Adverse Environmental Impacts on Astronomy”( Parigi, 30/6-2/7 1992) e da una successiva lettera del Prof. Malcolm Smith, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Cerro Tololo e presidente del gruppo di lavoro “Controlling light pollution dell’Unione Astronomica Internazionale. Essi avevano auspicato che il processo per dichiarare il Cielo Notturno dall’UNESCO, incagliatosi per motivi procedurali anni fa, venisse rimesso in moto. Numerosissime lettere (si veda più oltre) sono giunte per sostenere questa richiesta. Pierre Lasserre ha spiegato che il problema è dovuto al fatto che l’UNESCO lavora in base a convenzioni internazionali e l’attuale convenzione per la dichiarazione dei World Heritage Sites prevede che ogni paese proponga all’UNESCO i siti nel suo territorio che desidera ricevano questo titolo. Il cielo notturno, come il fondale marino, sono invece beni sovranazionali e quindi non possono cadere entro la precedente convenzione. Quindi è necessario provvedere ad un nuovo percorso, del tutto specifico, come è accaduto ad esempio per l’Antartide. Egli comunque ci ha assicurato il suo aiuto per quanto in suo potere in modo che si possa intraprendere la strada per ottenere questo importante risultato.
Il Dr. Bob Gent, European Liaison Manager dell’International Dark-Sky Association, ha portato il saluto della prestigiosa associazione internazionale che combatte in tutto il mondo l’inquinamento luminoso ed ha presentato un riassunto degli effetti ambientali dell’inquinamento luminoso alla luce dei risultati del convegno “Ecological Consequences of artificial night lighting” organizzato dall’UCLA a Los Angeles il 23-24 febbraio 2002.
Hanno poi preso la parola i rappresentanti degli enti organizzatori e che hanno collaborato:
L’avv. Mario Di Sora, presidente della sezione italiana dell’International Dark-Sky Association, la terza sezione nel mondo per ordine di importanza, nonchè direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campocatino.
L’ing. Diego Bonata presidente di Cielobuio, l’organizzazione che ha promosso l’approvazione della legge LR 17/2000 della Regione Lombardia e che ha avuto l’onore per questo successo di avere il nome Cielobuio assegnato ad un pianetino recentemente scoperto.
Il sig. Leopoldo Dalla Gassa presidente di Venetostellato, il coordinamento veneto contro l’inquinamento luminoso, che si occupa della protezione del cielo notturno in veneto.
Il Dr. Pierantonio Cinzano, direttore scientifico della sezione italiana dell’International Dark-Sky Association e presidente dell’ISTIL, Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso, un ente senza fini di lucro avente come scopo lo sviluppo e la promozione della ricerca scientifica sull’inquinamento luminoso nonché lo sviluppo e la diffusione di tecnologie e metodi per limitare l’inquinamento luminoso ed i suoi effetti sull’ambiente.
L’ISTIL è noto per aver contribuito alla preparazione dell’Atlante Mondiale della Brillanza artificiale del cielo notturno pubblicato nel periodico della Royal Astronomical Society, sostenendo anche le spese per la visita in Italia di un ricercatore del National Geophysical Data Center. In meno di un anno di vita ha pubblicato il Rapporto ISTIL 2001 “Stato del cielo notturno in Italia e inquinamento luminoso” disponibile sul suo sito web, ha organizzato un incontro con il fondatore dell’International Dark-Sky Association Prof. David Crawford, ha allestito uno strumento automatico per la misura spettroscopica e fotometrica del fondo cielo, WASBAM, ha partecipato alla realizzazione di un documentario di RAI Educational e pubblicherà gli Atti di questo convegno.
I rappresentanti degli enti organizzatori hanno ringraziato il pubblico presente e tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo convegno e cioè:
– il Prof. Luigi Alberotanza, padrone di casa, direttore Istituto per lo studio della dinamica delle grandi masse del CNR che ha messo a disposizione gratuitamente questa bella sala ed il suo Istituto per il convegno
– il Prof. Pierre Lasserre, direttore del Regional Bureau for Science in Europe dell’UNESCO che oltre ad assicurare il patrocinio di detto ente ci ha permesso di invitare gli ospiti stranieri e contribuirà alla pubblicazione degli Atti
– la Regione Veneto che ha dato il suo patrocinio, anche se non ha potuto dare il contributo che avevamo richiesto
– il Prof. Francesco Bertola, decano del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova, che ha accettato di presiedere il convegno
– i qualificati e disponibili relatori e i rappresentanti degli altri enti qui presenti
– tutti coloro che da tutto il mondo hanno inviato messaggi di augurio e di sostegno
– il comitato organizzatore, composto da Pierantonio Cinzano, Francesco Dal Corso, Leopoldo Dalla Gassa, Francesco Rizzoli e Silvano Tocchet
– tutte le persone come la sig.a Marzia Villella che hanno aiutato.
Hanno poi preso la parola per portare i saluti delle loro associazioni, il Dr. Paolo Perlasca, Responsabile dell’Ufficio per Venezia e Alto Adriatico del WWF Italia, l’arch. Cristiano Gasparetto, rappresentante di Italia Nostra,
mentre il rappresentante di Legambiente Dr. Angelo Mancone, impossibilitato a presenziare di persona, ha inviato un messaggio in cui tra l’altro dice: “Il buio come occasione di scoperta. Fu questa l’intenzione di una proposta che Goletta Verde avanzò in alcune sue tappe (una fu Chioggia) alcuni anni fa: spegnere in spiaggia le luci e dedicarsi al cielo stellato. Riprendere insieme questa proposta quest’anno potrebbe essere un’azione appropriata per estendere il messaggio che questo convegno lancia: salvare la notte. Tutte le persone con dei sentimenti ne sarebbero grate. Per coloro invece che tentano di tenerli distanti da sé potrebbe essere l’occasione per incrinare le loro sicurezze.”
Poi ha preso la parola a nome dell’Unione Astrofili Italiani il Prof. Giancarlo Favero, già suo presidente, che ha portato i saluti dell’associazione e dell’attuale presidente Prof. Emilio Sassone Corsi.
L’UAI è stata, molti anni fa, la prima ad occuparsi del fenomeno dell’Inquinamento Luminoso in Italia. In questi anni la sua commissione CNIL ha svolto un compito di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di proposizione di accordi, regolamenti, convenzioni, disegni di legge che hanno consentito di porre il tema dell’inquinamento luminoso ai giusti livelli giornalistici, industriali e politici. Per combattere efficacemente l’inquinamento luminoso occorre, secondo l’UAI, riuscire a coordinare diverse componenti: 1. una informazione sempre più specifica e dettagliata sui danni ambientali provocati dall’IL; 2. una proposizione di disegni di legge a vari livelli (dal nazionale al regionale fino al comunale) che consentano, all’interno di un equilibrio tra sviluppo sostenibile e contenimento dell’IL, una regolamentazione sempre più specifica in materia; 3. la sottoscrizione di un insieme di accordi con Case Costruttrici o con Società di Gestione di impianti di illuminazione che consentano un reale controllo del problema alla fonte; 4. un attento e capillare controllo del territorio che costantemente verifichi l’applicazione delle leggi in vigore e ne denunci gli abusi.
Il Prof. Francesco Bertola ha portato i saluti del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova assicurando la massima sensibilità degli astronomi padovani ai problemi dell’inquinamento luminoso.
Egli si è detto sicuro che alcune incomprensioni sorte recentemente tra l’ambiente astronomico e quello delle organizzazioni che si occupano di protezione del cielo notturno saranno rapidamente superate. La protezione del cielo notturno è un problema da inquadrare nel più generale problema della difesa dell’ambiente e gli astronomi, per la loro sensibilità e formazione, non possono esimersi dal dare un caloroso appoggio.
ll Prof. Salvatore Furia, fondatore e Direttore della Cittadella delle Scienze di Campo dei Fiori, Varese e del Centro Geofisico Prealpino, studioso molto noto in Lombardia, ha fatto pervenire i suoi auguri in un toccante messaggio tramite la sig. a Adriana Manetta, segretaria di Cielobuio:
“…Ma l’uomo, quest’uomo moderno, frustrato, nevrotico, a volte disperato ha la possibilità di disporsi serenamente al riposo, alla quiete o di dedicarsi ad occupazioni che sviluppino le sue conoscenze e le sue capacità? Forse nelle megalopoli abnormemente sviluppate, cresciute in spregio a piani regolatori, con il verde pubblico e boschivo ammalorato dall’ inquinamento atmosferico? Forse nei tristi ed avvilenti quartieri senza spazi, senza nemmeno la consolazione dello sguardo sul cielo stellato?
I nostri bambini potrebbero scoprire che c’è il cielo, che il mistero è altissimo come il silenzio che vive lassù tra le stelle ma che vive anche in noi e che ci porta alle giuste altezze dalle quali accorgerci delle vere dimensioni del mondo. I nostri bambini scoprirebbero, forse, come ricordare qualcosa per i giorni in cui potrebbero cadere nell’errore di credere che tutto ciò di cui l’uomo abbisogna sta qui sulla Terra. Potrebbero scoprire un nuovo Universo, un nuovo mondo ed un nuovo modo di esistere.
Sotto la cupola dell’Osservatorio si affollano fanciulli ed anziani…”
L’On. Lorenzo Calzolaio, presentatore alla Camera dei Deputati della proposta di legge 697 “Norme per il risparmio energetico e per la lotta all’inquinamento luminoso”, ha inviato un messaggio di saluto: “Credo che una normativa quadro contro l’inquinamento luminoso possa essere una delle innovazioni ambientali più importanti della XIV legislatura (come lo furono le leggi sull’inquinamento acustico nella XII e sull’inquinamento elettromagnetico nella XIII). L’iter parlamentare si è avviato tempestivamente ma ora è fermo da troppi mesi; è utile una sollecitazione al Parlamento, affinché faccia presto e bene.” “Non credo che la legge quadro nazionale debba definire dettagli o invadere autonomie regionali e locali. Anzi, occorre far tesoro delle leggi e delle esperienze diffuse. In tal senso, l’approfondimento dell’analisi e delle proposte riferite alla regione Veneto sono molto utili anche a livello nazionale. Consulterò volentieri relazioni e materiali del convegno di Venezia.”
Ai suoi saluti si aggiungono quelli del consigliere regionale Marco Moruzzi della Regione Marche, proponente di una legge contro l’inquinamento luminoso nella sua regione: “un azione legislativa certamente rafforzata dall’interesse che anche in questa occasione la Regione Veneto dimostra”.
Al termine della sessione di apertura il Dr. Pierantonio Cinzano ha letto una sintesi delle numerosissime lettere giunte agli organizzatori per augurare un proficuo lavoro ai convenuti e per chiedere all’UNESCO di dichiarare il Cielo Notturno patrimonio dell’Umanità.
“Ciascuno di noi sarà intellettualmente più povero se l’accesso al cielo stellato non sarà più possibile” dichiara il Prof. Derek McNally dell’Osservatorio astronomico di Londra, organizzatore del convegno UNESCO di Parigi nel 1992 ed ex- segretario generale dell’unione Astronomica Internazionale invitando l’UNESCO a rivedere le sue regole per permettere di assegnare anche al cielo notturno lo status di Patrimonio del Mondo. Il Prof. Malcolm Smith, Direttore del Cerro Tololo Interamerican Observatory, Direttore Associato del National Optical Astronomy Observatory (NOAO), vice presidente della Commissione 50 (protezione dei siti astronomici) dell’Unione Astronomica Internazionale e presidente del suo gruppo di lavoro “Controlling light pollution” ha chiesto che il meeting di Venezia aiuti ad avviare il processo per dichiarare il cielo notturno Patrimonio del Mondo. “La Società Astronomica Americana incoraggia con forza l’UNESCO a dichiarare il cielo notturno un patrimonio del Mondo. Il cielo notturno è parte di tutte le nazioni ed è visibile da tutti gli uomini.” dichiara il documento approvato dalla Società ed inviatoci dalla Presidentessa Prof. Anneila Sargent tramite il Comitato sull’Inquinamento Luminoso presieduto da Arthur Upgren. “Un passo cruciale per proteggere il cielo notturno” lo definisce il Dr. Josef Hron che scrive a nome dell’Istituto di Astronomia dell’Università di Vienna. Di “argomento di tremenda importanza” parla il Direttore dell’Istituto di Astronomia dell’Università delle Hawaii, dove si trovano i maggiori telescopi americani dell’emisfero Nord, inviandoci il suo “Aloha”. Un “forte sostegno” ci arriva dall’Oficina de proteccion de la calidad del Cielo del Norte del Chile (OPCC) che si occupa della protezione del cielo nel Nord del Cile dove si trovano i maggiori telescopi dell’emisfero Sud. “é straordinariamente importante che le future generazioni possano vedere ancora il cielo stellato che noi possiamo osservare oggi” scrive il responsabile per la divulgazione del Gemini South Observatory. “Le soluzioni tecniche per mantenere i vantaggi dell’illuminazione evitando la dispersione di luce verso l’alto ora ci sono. é il momento giusto per dichiarare il cielo notturno parte del Patrimonio del Mondo” dice Olivier Hainaut, team leader del New Technology Telescope dell’European Southern Observatory. “C’é un unico Cielo Notturno, e per una grande frazione della popolazione mondiale la natura originaria del Cielo Notturno é andata perduta” commenta il Prof. Roy Garstang dell’Università del Colorado, uno dei maggiori studiosi di inquinamento luminoso. Di “disperato bisogno di protezione contro pratiche di illuminazione selvagge, sciupone e senza cura” parlano i membri della Società Astronomica di Victoria (Australia). Altre bellissime lettere sono giunte dalle organizzazioni europee come la Campaign for Dark Skies della British Astronomical Association, la Cel Fosc spagnola , la Dark-Sky Germany, la Dark-Sky Switzerland, l’IDA Holland, il Light Pollution Awareness Group di Malta, da sezioni dell’IDA di tutto il mondo, come la IDA-Chile e la sezione della California Centrale – leader delle sezioni USA, e da singoli astronomi o semplici cittadini.
A questo punto sono iniziati gli interventi relativi alla sessione della mattinata, con la sezione dedicata al problema della percezione del cielo notturno.
Per primo ha parlato il Prof. Giuliano Romano, già docente di Cosmologia e docente di Storia dell’Astronomia all’Università di Padova. Giuliano Romano, che ha introdotto nei lontani anni ’70 la ricerca archeoastronomica in Italia, ha ricordato ciò che ha rappresentato la visione e lo studio del cielo nelle antiche civiltà, dalla preistoria, alle più lontane culture che stanno alla base del nostro sviluppo culturale e della nostra civiltà fino ad oggi.
Giuliano Romano ha concluso la sua relazione con una serie di accorate considerazioni: “Ma perché allora oggi vogliamo negarci questo straordinario spettacolo del cielo stellato? Perché, come animali che non hanno la capacità di rivolgere gli occhi al cielo, vogliamo privare anche i nostri bambini di ammirare la natura nella sua più spettacolare grandiosità? Non v’è certamente alcun spettacolo, immaginato dall’ingegno umano, che possa eguagliare quello che il cosmo ci offre con grande semplicità. I sentimenti profondi di pace, di bellezza, di umiltà, di esaltazione, di profonda armonia, solo la visione del cielo ci può dare. Il cosmo è armonia, ordine, maestosità. La sola ammirazione del cielo e dei suoi fenomeni, ci ridimensiona, ci misura, ci paragona all’infinito che sembra, sommergerci nella sua immensità. Ma questo spettacolo inimitabile ci tocca anche nel più profondo del nostro animo suscitandoci una ammirazione esaltante. Quanti poeti hanno cantato il cielo, le sue bellezze, le sue glorie. é certamente a questo grande ed inimitabile spettacolo che sono state dirette le prime liriche degli antichi cantori che hanno immaginato in questa volta stellata il regno degli dei, delle forze della natura, della potenza di colui che tutto muove. Sarebbe profondamente stupido e crudele magnificare la falsa bellezza di un mondo artificiale se ignoriamo quello più genuino, profondo, prezioso, rappresentato dalla natura e specialmente dallo spettacolo del cielo stellato. Guai continuare sulla via che inaridisce il cuore e che ci umilia e ci istupidisce negando ai nostri figli e a noi stessi questo straordinario mondo. Forse siamo ora giunti al momento in cui vogliamo dimenticare lo spettacolo che ci sovrasta e che ci nobilita, volgendo il nostro sguardo verso il basso? Verso le miserie, le piccolezze, che da sciocchi riteniamo fondamentali? Ci siamo dimenticati di quanta esaltazione ispirava nel nostro animo quando da bambini o da giovani abbiamo potuto rivolgere verso l’alto il nostro sguardo ammirati da queste insuperabili bellezze e pieni di domande sul nostro destino? Erano queste delle sciocchezze, erano esse forse le ingenuità degli immaturi, oppure invece erano qualcosa di molto più importante di esaltante e di formativo? Dobbiamo far tesoro di quanto le grandi civiltà, maestre di vita e di saggezza, ci hanno insegnato riguardo al rapporto tra il cielo e il nostro spirito. Sarà assai triste quel giorno, forse non lontano, nel quale ci vergogneremo della nostra attuale grande insipienza. Ma, se abbiamo coraggio e grande determinazione, siamo ancora in tempo per riparare ai nostri errori.” La sua relazione si è conclusa con un lunghissimo e caloroso applauso che ha dimostrato come l’uditorio condividesse a pieno le sue sagge parole.
Poi ha parlato il Dr. Pierantonio Cinzano che si occupa di studio e monitoraggio dell’inquinamento luminoso da terra e da satellite all’Università di Padova ed è presidente dell’ISTIL. Pierantonio Cinzano ha introdotto il problema dell’inquinamento luminoso,
illustrando il significato dei termini “inquinamento” e “luminoso”, il meccanismo con cui si produce la luminosità artificiale del cielo, la preoccupante situazione del cielo notturno in Italia, in Europa e nel Mondo alla luce degli studi eseguiti con i satelliti DMSP dell’US Air Force nell’ambito dei progetti di ricerca che egli coordina. Infine ha discusso quali sono le attuali possibilità della popolazione di percepire l’Universo e quali saranno i possibili scenari futuri.
Per la parte dedicata all’ambiente naturale, ha preso la parola il Prof. Pierfrancesco Ghetti del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università Cà Foscari di Venezia, ordinario di Ecologia e docente di Ecologia Applicata, Valutazione di Impatto Ambientale, Analisi di Sistemi Ecologici, Direttore del centro Interdipartimentale IDEAS e già preside della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche
e Naturali. Pierfrancesco Ghetti ha affrontato una acuta analisi dei rapporti tra inquinamento e qualità della vita richiamando l’importanza di inserire l’inquinamento luminoso nell’ambito degli altri problemi ambientali. Bisogna affrontare il problema dal punto di vista di una cultura globale che in questo millennio deve indirizzare tutta l’azione del uomo verso una filosofia della qualità. Abbiamo raggiunto un livello tecnologico che ci permette di intervenire sulla natura e sull’ambiente ma ora bisogna imparare ad intervenire non più deformando bensì conservando i valori essenziali del vivere e dell’ambiente.
Al termine, avendo già fatto il Dr. Bob Gent il suo intervento in apertura, ha preso la parola il Dr. Lorenzo Fornasari, biologo, Presidente dell’Associazione FaunaViva, che svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e tiene il Corso di Zoologia Applicata presso l’Università degli Studi di Pavia. Lorenzo Fornasari, che coordina anche il programma di monitoraggio degli uccelli nidificanti in Italia per il Ministero dell’Ambiente ed è membro del direttivo dello European Bird Census Council, da oltre 20 anni si occupa di problemi di conservazione della fauna e di recente ha iniziato a occuparsi degli effetti provocati dalle attività aeroportuali sugli uccelli in migrazione. Ha illustrato ai convenuti i principali effetti dell’illuminazione artificiale sulla avifauna, presentando gli impressionanti risultati di uno studio triennale dell’impatto dell’Aeroporto di Malpensa sulle migrazioni e una nuova indagine sull’Aeroporto cantonale di Locarno.
Per la parte dedicata al problema di Venezia ha preso la parola il Prof. Francesco Rizzoli, professore a contratto all’Università Cà Foscari di Venezia, il quale ha discusso il problema dell’inquinamento luminoso nella città. “Venezia – ha detto – ha diritto ad una rigorosa ed accurata tutela e un accurato controllo della sua illuminazione pubblica, sia per ovvi motivi storici , legati alla percezione di volumi ed architetture, il cui valore estetico non può prescindere dalla illuminazione per la quale furono creati , sia per motivi legali , alla luce delle norme della Legge 22 della Regione Veneto, sia per il rispetto degli abitanti che vedrebbero stravolto il loro rapporto con l’ambiente cittadino, cosi particolare per l’assenza di rumori violenti e delicati effetti cromatici. Le recenti installazioni di lampade ai vapori di mercurio sulle vecchie armature dei lampioni e la creazione di altri punti luce hanno suscitato vivaci proteste dei veneziani consapevoli della grave e volgare perdita di identità della loro città.”
Per la didattica e la divulgazione ha preso la parola la Prof. Lucia Corbo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.
Lucia Corbo ha coordinato il Progetto “Gli studenti fanno vedere le stelle” nel cui ambito sono state promosse le Settimane dell’astronomia ed ha collaborato presso la Direzione Ordinamenti scolastici-Area Autonomia del MIUR al coordinamento della 3° settimana dell’astronomia, svoltasi quest’anno. Ha illustrato ai presenti le attività didattiche svolte nell’ambito del suddetto progetto, e quelli delle scuole polo: la Scuola Media “Pisani” di Venezia-Lido www.vialattea.net/eratostene (Rete di Eratostene), l’Istituto Nautico “Artiglio” di Viareggio www.nauticoartiglio.lu.it (Rete delle scuole dotate di planetario) e del Liceo Classico Sperimentale “B.Russell”di Roma www.liceorussell.roma.it (monitoraggio dell’inquinamento luminoso). In particolare sono interessanti i risultati dei monitoraggi dell’inquinamento luminoso promossi dal Ministero. Un dato emerge con chiarezza: nelle città e in larghe aree intorno ad esse le stelle osservabili ad occhio nudo si sono ridotte da 6000-7000 a 240 circa, quante sono le stelle fino alla magnitudine 3.4. Rappresentano il 4% delle stelle osservabili: se si eliminano quelle più basse sull’orizzonte si è perso ben più del 96% delle stelle osservabili in un cielo stellato.
L’ing. Silvano Tocchet, dell’Istituto Tecnico Industriale di Vittorio Veneto ha illustrato due esperienze di insegnamento dell’inquinamento luminoso in scuole di grado diverso in Veneto.
La prima è un Istituto Tecnico Industriale, la seconda una Scuola elementare. I futuri Periti Industriali hanno prodotto tre documenti, il primo di carattere legislativo (una lettura comparata delle leggi regionali esistenti); il secondo prende in esame gli aspetti tecnici del fenomeno dal punto di vista illuminotecnico, il terzo elaborato analizza il fenomeno dal punto di vista ambientale e sociale, partendo dalla definizione di i.l. , proseguendo con l’analisi degli effetti dell’i.l. sull’uomo, sull’ambiente e portando esempi concreti e possibili soluzioni. La classe 5°A, della Scuola Elementare di Santa Maria, un piccolo paesino in comune di Revine Lago (TV), ha realizzato un ipertesto con spunti di notevole efficacia e freschezza: dalla ricerca di Agostino e Filippo “Un cielo sano”, alla “Lettera al Sindaco” di Revine Lago di Alessandra ed Elisa, al racconto vincitore assoluto nella categoria individuale “Pino l’Altino” scritto da Matteo e Petra. La semplicità e nello stesso tempo la correttezza con la quale i ragazzi hanno colto il senso della lotta all’i.l. per la salvaguardia del cielo notturno è disarmante e la dice lunga sull’ambiente (e il Cielo è parte dell’ambiente e del mondo in cui viviamo), che i ragazzi, i futuri cittadini di domani, si aspettano di trovare e che abbiamo l’obbligo morale – ha detto Tocchet – di lasciare loro in eredità.
Alla fine la parola è andata al giornalista de Il Gazzettino Dr. Adriano Favaro che con il suo intervento sulla divulgazione della conoscenza delle problematiche inerenti l’inquinamento luminoso ha introdotto la successiva conferenza stampa.
Al termine della sessione mattutina i convenuti hanno potuto ritemprarsi con un ricco buffet allestito dalla celebre ditta Rosasalva nel salone delle feste del Palazzo Papadopoli, che guarda sul Canal Grande, e offerto dai gruppi astrofili aderenti a VenetoStellato.
Anch’esso come molte altre parti del convegno sono state curate dall’infaticabile Francesco Dal Corso, responsabile locale di Venetostellato.
Durante il buffet i convenuti hanno potuto ammirare le opere di Natasa Radovic, un’artista veneziana di origine croata specializzata nella fotografia di panorami e chiaroscuri notturni della città. I presenti hanno tributato un caloroso applauso all’artista, sia per la sua abilità che per la preoccupazione da lei manifestata che la crescita indiscriminata dell’illuminazione e dell’inquinamento luminoso possa privare Venezia dei chiaroscuri che costituiscono il soggetto della sua arte. Nella figura, Arsenale Lights (1995/96).
Alle ore 15 è iniziata la fitta sessione pomeridiana, presieduta dal Dr. Pierantonio Cinzano.
Per primo ha preso la parola l’avv. Mario Di Sora, presidente della sezione italiana dell’International Dark-Sky Association. Mario Di Sora, é stato per 8 anni coordinatore della Commissione per lo studio dell’inquinamento luminoso della Società Astronomica Italiana. In tale veste ha elaborato il testo dei primi regolamenti comunali che sono stati approvati nella nostra nazione e i vari disegni di legge che sono stati presentati prima alla Camera dei Deputati nel 1992 (n° 1296) e successivamente al Senato nel 1994 (n° 511) e nel 1996 (n° 751). Per verificare meglio l’efficacia delle altre normative vigenti nel mondo ha compiuto dei periodi di studio negli USA, alle Canarie, in Cile e in Australia. é stato l’estensore del testo della legge della Regione Lazio ed è attualmente consulente di detto ente per la redazione delle norme di attuazione. Nel suo intervento ha illustrato gli eccellenti risultati nel campo del risparmio energetico ottenuti da alcuni comuni applicando opportune misure di contenimento dell’inquinamento luminoso. I primi provvedimenti (Giuliano di Roma, Ferentino e Frosinone) sono stati approvati nel 1996 e prevedono anche la modifica e l’adeguamento di tutti quelli preesistenti entro 5 anni dalla loro approvazione. L’azione di modifica di vecchi impianti ha riguardato (sia in Frosinone che in Ferentino) i seguenti tipi di insediamenti: industriali, artigianali, commerciali, uffici ed enti pubblici, condomini privati e popolari (I.A.C.P.). Solo in questo comparto la riduzione, stimata per difetto, è di circa 28 milioni di lumen sul territorio di Frosinone e di circa 12 milioni di lumen su quello di Ferentino. Il costo della bolletta iniziale è passato da € 12.913 ad € 3.711. Il costo dell’intervento è stato di circa € 8800 nel 2001 e verrà pertanto ammortizzato entro 1 anno. L’esperienza mostra che l’adozione di vetri piani, anche in fase di modifica di vecchi impianti, non compromette l’uniformità della luminanza. Sostituendo vetri prismati con vetri piani e lampade al mercurio con lampade al sodio l’uniformità in molti casi è notevolmente migliorata e l’illuminamento è passato da 6 a 50 lux. In altri impianti è bastato sostituire la coppa in policarbonato con un vetro piano temperato per passare, sul piano di calpestio, da 7 lux a 25 lux (costo dell’operazione circa 5 €). Questo è dovuto al fatto che con il tempo la coppa in materiale plastico si opacizza fino ad assorbire oltre il 50% della luce. Molti impianti vengono certificati per dispersioni minori o uguali all’1% ma in realtà dopo il primo anno di vita possono già arrivare al 3% mentre con l’adozione di vetri piani questo non accade.
Il Prof. Giancarlo Favero dell’Università di Padova, già presidente dell’Unione Astrofili Italiani per tre mandati biennali, è uno dei padri della legge contro l’inquinamento luminoso della Regione Veneto LR 22/1997. Nella sua relazione ha raccontato la lunga e avventurosa storia, cominciata nel 1994, dell’iter per ottenere l’approvazione di questa legge, che è stata la prima legge contro l’inquinamento luminoso approvata in Italia. La legge ha tracciato una via che è stata percorsa in seguito da altre regioni. “Agli illuminotecnici – ha concluso Giancarlo Favero – faccio l’augurio di usufruire a pieno di leggi come questa, tese al miglioramento dell’ambiente dell’uomo e quindi alla valorizzazione del loro qualificato intervento urbanistico.
Il Dr. Pierantonio Cinzano, direttore scientifico della sezione italiana dell’International Dark-Sky Association e presidente dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (ISTIL), è uno dei fondatori con l’avv. Mario Di Sora della lotta all’inquinamento luminoso in Italia, nel 1989. Si occupa di studio e monitoraggio dell’inquinamento luminoso da terra e da satellite al Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova ed è membro del comitato tecnico 4-21 “Interference by light on astronomical observations” della Commission Internationale de l’Eclairage (CIE), del Gruppo di Lavoro “Inquinamento luminoso” dell’UNI e del Gruppo di Lavoro “Controlling light pollution” dell’Unione Astronomica Internazionale. Nella sua relazione Pierantonio Cinzano ha illustrato i meccanismi attraverso cui l’inquinamento luminoso produce la luminosità artificiale del cielo notturno e quali di conseguenza debbano essere i requisiti tecnici necessari per limitare efficacemente gli effetti dell’inquinamento luminoso. In particolare ha approfondito il significato e il reale effetto dei limiti percentuali al flusso luminoso disperso verso l’alto. Ha mostrato l’ inadeguatezza di porre limiti esclusivamente al flusso luminoso totale emesso verso l’alto, senza tenere conto della direzione di emissione. Ha poi mostrato un confronto tra l’intensità luminosa di un campione di strade nelle direzioni per cui risulta più inquinante e i limiti all’intensità luminosa degli apparecchi nelle stesse direzioni posti da alcuni testi di legge, in modo da consentire a tutti di rendersi conto della loro maggiore o minore efficacia (più efficace risulta la LR 17/00 della Lombardia). Infine ha riassunto le più comuni obiezioni ai provvedimenti da adottare e ne ha mostrato la mancanza di fondamento.
L’ing. Diego Bonata, libero professionista, Presidente di CieloBuio – Coordinamento nazionale per la protezione del cielo notturno, membro fondatore della Società Astronomica Orobica. Diego Bonata ha illustrato la Legge della Regione Lombardia n. 17 del 27/03/2000 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso” e gli aspetti della sua applicazione. Nel Febbraio 2001 la Regione Lombardia ha ricevuto da IDA, UAI e Cielobuio il premio internazionale Per una stella in più proprio per quell’ottima legge i cui provvedimenti molti vorrebbero introdurre anche nelle altre regioni. Cielobuio ha giocato un ruolo fondamentale di supporto all’approvazione della proposta di legge, sottoscritta da oltre 25.000 cittadini. Il relatore ha illustrato i positivi risultati dell’esperienza in Lombardia, tra cui il fatto che dopo 2 lustri di stagnazione del mercato illuminotecnico italiano la LR17/00 ha richiesto un rinnovamento della produzione ed ha vivacizzato inaspettatamente il mercato. La legge infatti non può che stimolare lo sviluppo tecnologico di apparecchi ed impianti ad elevato contenuto prestazionale anziché esclusivamente decorativi come oggi si tende a fare, ed infatti all’Intel 2001, fiera internazionale dell’illuminotecnica, sono stati presentati numerosi nuovi apparecchi a norma di questa legge. Numerosi produttori hanno e stanno certificando i loro apparecchi in laboratori specializzati. A fine dicembre un produttore ha persino brevettato un nuovo corpo illuminante del tipo a Lanterna con emissione di 0 cd/klm oltre i 90°.
Infine il relatore ha illustrato 7 motivi per adottare anche in Veneto un regolamento attuativo simile a quello della regione Lombardia: 1- Allineamento dei provvedimenti di legge esistenti ed in corso di approvazione sul territorio nazionale; 2- Facilità di applicazione per produttori e progettisti che lavorano su tutto il territorio nazionale; 3- Adottare i provvedimenti riconosciuti internazionalmente migliori dal punto di vista della lotta all’IL; 4- Parametri più facilmente verificabili e riconoscibili da progettisti, amministratori e controllori del territorio; 5- Necessità di evitare le dispersioni a piccoli angoli perché maggiormente dannosi (sino a 200km di distanza); 6- L’esperienza e i documenti elaborati per la LR17/00 diventano immediatamente disponibili per la LR22/97; 7- I nuovi prodotti puntano tutti ai limiti della LR17/00 e non a quelli più blandi della LR22/97.
Il sig. Leopoldo Dalla Gassa presidente di Venetostellato, Coordinamento Regionale Contro l’Inquinamento Luminoso (www.venetostellato.it); organismo che raggruppa le Associazioni di Astrofili venete, oltre ai semplici amanti del cielo, presidente del Gruppo Astrofili Monte Grappa di Nove, é stato l’ideatore e tra gli organizzatori del Convegno Nazionale di Nove (29/30 Novembre ’97) Inquinamento luminoso e Risparmio Energetico, “Primi Passi Verso un Cielo Pulito”.
A quasi cinque anni, dall’entrata in vigore della legge regionale veneta, la 22/97 “Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”, il regolamento previsto dalla stessa e che entro un anno doveva essere emanato, non è ancora stato approvato e mai, come in questo caso si può affermare che tutto il male non vien per nuocere. Nel frattempo, altre leggi regionali sono state approvate, sette per l’esattezza e la migliore, per quanto riguarda il contenimento e la riduzione del fenomeno in questione, è la legge regionale della Lombardia. È per questo, che VenetoStellato, il coordinamento che raggruppa le Associazioni di astrofili e non del Veneto, in occasione del convegno di Venezia, ha presentato ufficialmente la bozza di regolamento, analogo a quello lombardo, che renderebbe la legge veneta, una delle più moderne ed efficaci in tema di protezione del cielo stellato e di risparmio economico.
Leopoldo Dalla Gassa ha anche presentato i primi risultati della raccolta di firme: in poche settimane sono state già raccolte quasi 6000 firme per proteggere il cielo stellato e altre 6000 a favore dell’introduzione in Veneto, in Italia e in Europa dei provvedimenti della legge regionale 17/2000 della Regione Lombardia e del suo Regolamento di attuazione.
é quindi iniziata la parte relativa all’impegno nella regione veneto. Al tavolo presidenziale si sono seduti l’on. Luana Zanella, parlamentare dei Verdi alla Camera dei Deputati, il cons. Maurizio Conte, presidente della VII Commissione Consiliare (Ambiente) della Regione Veneto e consigliere della Lega Nord, l’ing. Roberto Morandi dell’assessorato alle politiche per l’ambiente in rappresentanza dell’assessore Renato Chisso, trattenuto da impegni di primaria importanza, e il Dr. Andrea Pellizzari, presidente di Forza Italia Giovani della provincia di Vicenza e consigliere regionale dell’ANCI.
Il cons. Maurizio Conte, presidente della VII Commissione Consiliare (Ambiente) della Regione Veneto e consigliere della Lega Nord, nel suo atteso discorso ha riassunto i punti salienti dei precedenti interventi che – ha assicurato – intende tenere presenti nella redazione del Piano Regionale per la Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso (PRPIL), che avrà tempi brevi. In particolare si è impegnato a inserire nel PRPIL anche i provvedimenti della legge della Regione Lombardia 17/2000 e del suo Regolamento di attuazione, come richiesto dall’International Dark-Sky Association, da Venetostellato, da Cielobuio, dall’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (ISTIL) e dai 6000 cittadini veneti che hanno firmato finora la petizione. Il suo intervento si è concluso con un forte applauso di apprezzamento da parte dei presenti.
L’ing. Roberto Morandi della Direzione Tutela Ambiente della Giunta Regionale del Veneto è intervenuto sullo stato del Piano Regionale per la Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso (PRPIL), approfondendo in particolare l’argomento dei contributi ai comuni per l’adeguamento degli impianti esistenti, contributi previsti dalla LR 22/97 ma non assegnati nell’ultimo anno.
L’on. Luana Zanella parlamentare dei Verdi alla Camera dei Deputati e presentatrice della proposta di legge 2231 “Disposizioni per l’individuazione di aree protette dall’inquinamento luminoso e per l’istituzione dei punti di osservazione astronomica” ha ricordato l’importanza della protezione dell’ambiente notturno e del risparmio energetico e ha dato la sua ampia disponibilità a contribuire ad una rapida approvazione di una legge nazionale contro l’inquinamento luminoso.
Il Dr. Andrea Pellizzari, presidente di Forza Italia Giovani della provincia di Vicenza e consigliere regionale dell’ANCI ha illustrato la campagna di F.I.Giovani di Vicenza “Illumina la mente: no all’inquinamento luminoso!” per sensibilizzare l’opinione pubblica ed imporre questo problema all’attenzione dei Governi. A questo scopo una delegazione vicentina composta da 25 giovani è partita lunedì 4 marzo alla volta di Bruxelles per essere ricevuta da rappresentanti del PPE e del Parlamento Europeo e consegnare ufficialmente in Parlamento un documento contenente proposte concrete in tema di sensibilizzazione e lotta all’inquinamento luminoso. Il Capogruppo On. Antonio Tajani si è impegnato a rivolgere un’interrogazione urgente alla Commissione Europea e a seguirla personalmente con la collaborazione dell’On Amalia Sartori e del Coordinatore Provinciale Andrea Pellizzari. Nel frattempo proseguirà, in collaborazione con associazioni ambientaliste, astrofile ed di categoria, una campagna di sensibilizzazione che approderà anche presso la Giunta Regionale veneta che, bisogna ricordarlo, è stata la prima in Italia a legiferare in proposito con una legge che però necessita di un regolamento applicativo aggiornato che, grazie al prezioso lavoro dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso, dell’associazione Veneto Stellato e dell’International Dark-Sky-Association-Italia, si conta di portare all’attenzione del Presidente Galan. é auspicabile che misure di questo tipo ottengano una approvazione trasversale da parte di tutti i gruppi politici.
A questo punto il Dr. Pierantonio Cinzano ha letto la proposta di una dichiarazione conclusiva del convegno, successivamente battezzata nell’ambiente Dichiarazione di Venezia. In seguito alla discussione avvenuta nella mattina al termine della relazione del Prof. Francesco Rizzoli sull’inquinamento luminoso a Venezia è stato proposto l’aggiunta di una parte relativa alla protezione dell’ambiente notturno a Venezia che egli ha provveduto a scrivere e a proporre ai convenuti. Al termine la dichiarazione finale è stata letta ed approvata.
In sintesi i partecipanti al convegno chiedono ai governanti della Terra, dell’Italia e del Veneto che l’ambiente notturno venga preservato dall’inquinamento luminoso che ne altera lo stato naturale e venga conservata alle future generazioni la visione del cielo stellato. In particolare chiedono loro di adottare nei rispettivi Paesi leggi contro l’inquinamento luminoso e per la limitazione della luminosità del cielo notturno con provvedimenti efficaci quali quelli della legge della Regione Lombardia n. 17 del 27 marzo 2000 premiati e applauditi dalle organizzazioni che combattono l’inquinamento luminoso. Nelle settimane precedenti al convegno sono state raccolte quasi seimila firme a sostegno di queste richieste. I partecipanti inoltre chiedono all’UNESCO e all’ONU di riavviare il procedimento per dichiarare il cielo notturno Patrimonio dell’Umanità, bloccatosi per problemi procedurali. Numerose lettere sono giunte al convegno per sostenere questa richiesta da Istituti Universitari, Osservatori Astronomici, studiosi e associazioni di tutto il mondo. Per quanto riguarda la città di Venezia, i partecipanti chiedono che il suo ambiente notturno sia considerato parte del patrimonio storico, artistico e ambientale della città e che venga protetto e salvaguardato. Chiedono anche che la sua illuminazione esterna notturna, pubblica e privata, sia progettata ed eseguita adottando le più efficaci misure esistenti per limitare gli effetti dell’inquinamento luminoso e ponendo elevata attenzione alla tradizione nello scegliere i livelli di illuminazione.
Dopo le 18, con un certo ritardo sui tempi previsti, ha preso avvio l’IDA workshop sulla limitazione dell’inquinamento luminoso nei paesi dell’Est (“Controlling Light Pollution in Eastern Countries”) sotto la presidenza del Dr. Bob Gent e con la partecipazione di alcuni esponenti di primo piano della lotta all’inquinamento luminoso in quei paesi invitati a Venezia grazie all’UNESCO.
Particolarmente attesa era la relazione del Dr. Jan Hollan del Nicholas Copernicus Observatory and Planetarium di Brno nella Repubblica Ceca, la prima nazione al mondo ad aver approvato una legge contro l’inquinamento luminoso che si applica sull’intero territorio nazionale. In Italia sono solo 7 le regioni con leggi contro l’inquinamento luminoso (46% della popolazione). Nella legge Ceca (chiamata The Clean Air Act) c’è, tuttavia, solo una definizione di inquinamento luminoso e un obbligo generico ad evitare tutti i tipi di inquinamento dell’atmosfera. Si attende ancora la promulgazione del regolamento di attuazione che fisserà i provvedimenti da adottare in un modo strutturalmente simile a quello della legge della Lombardia. Queste misure specifiche dipendono da un decreto del governo atteso non prima della fine dell’anno. Il regolamento proposto prevede poche azioni immediate, solo i fasci luminosi diretti verso l’alto dovranno essere spenti per sempre. Soltanto gli impianti nuovi o quelli ristrutturati dovranno essere il più possibile non inquinanti. Sono previste piccole aree di particolare sensibilità dove anche gli impianti esistenti dovranno essere resi meno inquinanti entro un termine temporale che per il momento è stato proposto essere di quattro anni. Si spera che queste aree, magari col contributo di fondi governativi,diventino esempi da imitare per altri comuni e regioni che vogliano rendere sostenibile la loro illuminazione notturna, anche prima della naturale obsolescenza degli impianti. Un illuminazione sostenibile sarà più facile da ottenere quando il mercato si sarà sviluppato conseguentemente.
Il Dr. Korado Korlevic del Visnjan Observatory di Visnjan in Croatia ha illustrato le attività per combattere l’inquinamento luminoso svolte in Croazia e si è lamentato per l’inquinamento luminoso che le città italiane, soprattutto della costa, inviano nel suo Paese. Per quanto riguarda le sorgenti nel loro territorio, Zagreb, Rijeka, Split, Osijek Varazdin e le regioni turistiche e industriali hanno gli stessi problemi dei Paesi confinanti. Lika, Gorski Kotar, la Dalmazia, l’Istria centrale, la Slavonia centrale invece sono poco inquinate e come tali dovrebbero essere protette. Tutte le località di interesse astronomico sono in pericolo e anche alcune località di eccezionale interesse naturalistico sono in condizioni critiche. La Croatian Dark Sky Association (CDSA) è nata proprio per occuparsi della scomparsa del cielo stellato, delle farfalle (a questo proposito il relatore ha mostrato immagini impressionanti di farfalle morte in apparecchi di illuminazione), di alcuni uccelli e del risparmio energetico. Impianti di illuminazione totalmente schermati sono stati installati di recente dai comuni di Visnjan e Porec ma ci sono anche esempi di lampade schermate fai-da-te. Nella foto un cartellone turistico che ricorda il cielo stellato della Croazia.
Il Dr. Herman Mikuz del Dipartimento di Fisica dell’Università di Lubiana e dell’AGO and Crni Vrh Observatory di Lubjana in
Slovenia ha illustrato i passi che si stanno svolgendo per ottenere una legge contro l’inquinamento luminoso nel suo Paese. Principali attività la divulgazione del problema, fare pressione sui politici per approvare leggi contro l’inquinamento luminoso, misurare la qualità del cielo notturno, educazione pubblica attraverso i media (TV, radio, press,www), collaborazione con gli illuminotecnici. I principali momenti sono stati: 1993 Legge sulla protezione dell’ambiente adottata dalla Assemblea nazionale dove l’Inquinamento Luminoso era riconosciuto come un tipo di inquinamento ed era previsto che venisse adottato un regolamento; 1995 primo rapporto sullo stato dell’inquinamento luminoso in Slovenia; 1997 iniziativa formale al parlamento nazionale firmata da 15 deputati diretta al governo per adottare provvedimenti per ridurre l’inquinamento luminoso; 1999 prima bozza della legge preparata dal ministero dell’ambiente; 2001 audizione pubblica sul problema dell’inquinamento luminoso organizzata dall’Assemblea nazionale; 2001 -2002 alcune nuove installazioni totalmente schermate sono state installate in vari luoghi; 2002 Marzo, prima discussione della bozza. Il relatore ha presentato anche i risultati delle misure di qualità del cielo in alcuni siti tra cui il Crni Vrh Observatory. Nella figura la copertina degli atti dell’audizione pubblica.
Il Prof. Kollath Zoltan, deputy director del Konkoly Observatory di Budapest dell’Accademia delle Scienze ungherese ha presentato la situazione del cielo notturno in Ungheria ed ha esposto i progetti, i programmi e le attività svolte per proteggere il cielo notturno in tale Paese. La sensibilizzazione dell’ambiente illuminotecnico a questo problema e la sua divulgazione al pubblico sono senz’altro i primi passi che sono stati intrapresi in Ungheria.
Infine il Dr.Fabio Falchi, laureato in Fisica all’Università di Milano con una tesi sul monitoraggio dell’inquinamento luminoso da satellite svolta presso il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova e coordinatore del progetto dell’International Dark-Sky Association per il monitoraggio della brillanza del cielo e dell’estinzione stellare con i CCD, ha invitato tutti al prossimo incontro europeo DARKSKY 2002 che avrà luogo il 7 e 8 Settembre 2002 a Lucerna in Svizzera grazie a Phillipp Heck, infaticabile direttore della Darksky-Switzerland. Per ulteriori dettagli si veda il sito internet www.darksky.ch/ds2002/
Al tavolo della Reception era esposta per consultazione una serie di pubblicazioni sull’Inquinamento Luminoso.
La risposta della stampa è stata buona con un comunicato stampa diffuso dall’ANSA ed una prima pagina nei due principali quotidiani La Nuova Venezia del Gruppo Espresso-Repubblica ed Il Gazzettino, edizione nazionale. Altri giornali veneti come il Giornale di Vicenza hanno riportato la notizia del convegno. Anche RAI 3 e Antenna 3 Veneto hanno messo in onda delle interviste agli organizzatori durante il loro telegiornale.
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articolo reperibile con foto anche all’indirizzo:
http://www.inquinamentoluminoso.it/istil/venice/rapportove.html