Convegno che si terrà il 14 novembre p.v. presso il Castello di Rivoli (TO), dal titolo: “Luce e Beni Culturali”. L’incontro é organizzato dalla IGuzzini Illuminazione, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della provincia di Torino e dell’AIDI.
Cari amici, come ho promesso ho fatto e ora riferisco.
Causa impegni miei al museo sono partito alle 16 e causa lavori della metropolitana sono arrivato al convegno di Rivoli alle 17.30. C’erano un centinaio di persone (la sala era piena).
La IGzzini aveva distribuito un notes per appunti con la nota pubblicità antinquinamento luminoso.
Avevano già parlato i primi due relatori: Dott. Arch. Riccardo Bedrone (Presidente dell’Ordine degli Architetti prov. TO) e
Prof. Armando Ginesi. Quando sono arrivato stava parlando la Prof.ssa Chiara Aghemo, la quale presentava le soluzioni adottate per illuminare Palazzo Carignano a Torino, quindi ha presentato il CERSIL, Centro per la Ricerca e la Sperimentazione Illuminotecnica, che se ho capito bene è istituito presso il Dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino e interagisce con il Parco scientifico e tecnologico di Torino “Envirroment”. Intervento buono direi.
Quindi ha parlato il noto Arch. Piero Castiglioni (dall’accento milanese) che ha trattato bene due temi: l’illuminazione monumentale e quella interna dei musei. Però ha fatto una premessa contro coloro che impediscono di fatto di illuminare in alcune regioni italiane i monumenti, con le soluzioni esposte dalla Aghemo cioè l’illuminazione con dei proiettori esterni al monumento, avendo essi fatto approvare delle leggi che permettono solo l’illuminazione dall’alto verso il basso. Queste leggi sono fatte da sedicenti astrofili che non sanno niente di illuminotecnica e che cadono in contraddizione perché dicono che esse servono per il risparmio energetico e per combattere l’inquinamento luminoso. Ora, di risparmio non ce n’è perché prevedono l’uso di apparecchiature dotate di alette frangiluce, schermi ecc. per costringere la luce ad essere diretta dall’alto verso il basso, e l’inquinamento ambientale non esiste perché la luce non fa diventare cieco nessuno. Questo è particolarmente evidente in Lombardia dove c’è la peggior legge sull’inquinamento luminoso approvata. Peraltro sui temi che ha trattato ha esposto bene l’argomento, parlando dei danni che le luci possono provocare alle opere d’arte, delle varie normative europee, dei vari tipi di lampade e facendo l’esempio del recente Museo di Arte Latinoamericana di Buenos Aires.
Seguiva il dibattito, e siccome nessuno rompeva il ghiaccio, ho cominciato io che mi ero proposto di dire che rappresento un museo, sono molto interessato alle tematiche trattate, avendolo saputo da un architetto tramite CieloBuio, coordinamento nazionale per la protezione del cielo notturno, cui aderisco, ma che l’intervento era per annunciare che sul tema dell’illuminazione esterna e dell’inquinamento luminoso il sabato 15 dicembre ci sarebbe stato un convegno, che cui certamente l’Ordine degli architetti è gradito invitato. In questa giornata si promuoverà una nuova legge sull’inquinamento luminoso che ho scritto io dalla prima all’ultima parola, rifacendomi proprio alla legge lombarda, giudicata la migliore da tutti. Ma ho dovuto aggiungere così. Le leggi non sono fatte da sedicenti astrofili, ma col contributo di astronomi professionisti, perché l’inquinamento luminoso esiste, c’è un’associazione internazionale e varie nazionali su questo problema, riconosciuto anche dagli Osservatori astronomici dell’Italia e dalla Specola Vaticana. L’inquinamento luminoso è citato anche dal Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli e provoca danni biologici a vegetali, animali e uomo, senza dire dei pericoli per la sicurezza stradale.
L’Arch. Castiglioni replicava ricordandomi il fenomeno del fotoperiodismo, ma per tirare fuori l’esempio di un platano di Milano che aveva le foglie a gennaio (tra lo stupore della gente) e questo era dovuto appunto alla cattiva legge lombarda che impone di proiettare le luci dall’alto verso il basso per cui la pianta era illuminata tutta la notte! Con una legge del genere che impedisce di illuminare i monumenti e danneggia i vegetali, gli astrofili pretendono di vedere le stelle dalla piazza del Duomo, mentre potrebbero benissimo andare in collina dove si vede meglio. E poi, è inutile spendere soldi per ridurre la luce delle strade, quando le macchine coi loro potentissimi fari illuminano di più degli impianti stradali. Questo dimostra che gli astrofili non conoscono l’illuminotecnica, e far fare una legge da loro è come far fare ai camionisti il Codice della Strada. E poi c’è una vera giungla, ogni città decide in modo diverso da un’altra. Ci vuole una legge nazionale. E poi ci sono già le norme UNI che sono state fatte dai competenti tra cui erano rappresentati anche gli astrofili.
A questo punto prende la parola la Prof.ssa Aghemo, per dire che col suo intervento dichiarava chiuso questo argomento che non è il tema specifico dell’incontro “i beni culturali”. Dice che le leggi devono dare solo i criteri generali, perché le norme tecniche devono farle i tecnici, e a Torino – visto che si discute di riproporre questa norma lombarda – bisogna invece affidarsi alle competenze dell’Istituto Elettrotecnico Nazionale “Galileo Ferraris”!
C’è stato poi un intervento di uno che – premesso di non condividere le tesi degli oscurantisti talebani – ha posto il problema dei monumenti antichi che non erano stati progettati per essere illuminati di notte. E qui ha risposto la prof.ssa Aghemo dicendo che l’illuminazione era fatta solo in occasione di feste con candele e lanterne, e l’Arch. Castiglioni che giustifica l’illuminazione con il fatto che l’uomo ha scelto di vivere di notte anziché andare a dormire e con l’esempio delle auto che entrano in un cortile del Cinquecento ma non devono deturparlo. Invitava infine gli astrofili a ridurre le loro pretese per giungere ad un punto d’incontro con le altre esigenze.
Sono seguiti i ringraziamenti ai relatori, e alla IGuzzini ed il convegno si è concluso alle 19.15. Seguiva lauto rinfresco, cui ho rinunciato per prendere la via del ritorno per altra strada, sempre comunque un’ora di macchina.
Quindi missione compiuta: ho perso 1-100!
é questa la prova (ma non pensavo che andassero giù così sul pesante) del cammino in salita che ha una nuova proposta di legge sull’inquinamento luminoso in Piemonte (a meno che serva per correggere gli errori più gravi di quella esistente).
Non scoraggiamoci.
don Ezio