Zichichi e l’IL – 26 Ottobre 2001

Su famiglia cristiana d questa settimana un articolo di Zichichi sull’inquinamento luminoso, che però putroppo non c’é nell’edizione on line www.famigliacristiana.it é abbastanza curioso perché sostiene la necessità di poter, almeno ogni tanto, ammirare le stelle al buio, ma nello stesso tempo sostiene che la luce elettrica é una conquista della civiltà e che non é giusto parlare di inquinamento nel caso della luce, come invece si fa per il rumore o i rifiuti.
Francesca
TESTO COMPLETO:
A PROPOSITO DI “INQUINAMENTO” di Antonino Zichichi

LO SPETTACOLO DI UN CIELO STELLATO È CERTAMENTE AFFASCINANTE, MA NON DOBBIAMO DIMENTICARE CHE LA LUCE ARTIFICIALE È UNA DELLE PIÙ GRANDI CONQUISTE DELL’INTELLETTO UMANO.
L’industria che produce scaricando veleni nelle acque di un fiume va condannata per il delitto d’inquinamento. Se tutto diventa emergenza, crolla l’impegno per combattere le”emergenze planetarie”. Abusare del termine inquinamento porta ad abbassare la guardia contro i nemici del vivere civile. A tutti piacciono lo spettacolo di una notte stellata e il fascino di quella strana sorgente di luce – la Via Lattea – che per millenni si pensava fosse il riflesso della luce solare e che sappiamo. invece, essere una dislesa sterminata di stelle come il nostro sole. Sarebbe segno di grande civiltà se si arrivasse con una certa periodicità ad avere una notte senza luci artificiali, per avere a portata di mano lo spettacolo del cielo stellalo e della Via Lattea. Le città spente, per atto di civiltà. Non perché le luci artificiali sono fonte di “inquinamento”. La luce non avvelena l’aria come fanno gli scarichi di tante industrie. La luce non rende sordi come fa l’inquinamento sonoro. La luce non provoca il cancro ai polmoni come fa il fumo passivo, nonostante le leggi che lo proibiscono. Diciamo quindi ai nostri amici astrofili che il loro impegno per educare la gente a volgere gli occhi verso il cielo stellato e la Via Lattea non deve avere conseguenze diseducative verso l’impegno a combattere le pericolose sorgenti di inquinamento ambientale. I nostri amici astrofili debbono agire da educatori, facendo capire al grande pubblico che la luce non è sorgente d’inquinamento. La luce artificiale è una delle più grandi conquiste dell’intelletto umano. Per millenni e millenni, in tutti i continenti, tutte le civiltà avevano cercato di decifrare questo formidabile mistero del Cosmo: che cos è la luce? Ci sono voluti 200 anni di esperimenti per arrivare alla superba sintesi di Maxwell (il grande fisico scozzese vissuto nel XIX secolo), le cui quattro equazioni rappresentano l’atto di nascita dell’elettromagnetismo. Questo atto di nascita ha permesso di capire che la luce è una delle innumerevoli manifestazioni di quella forza fondamentale della Natura generata da quella quantità fisica cui è stato dato il nome di “carica elettrica”.
Colori, sapori, tatto, gusto, olfatto, udito, vista, sono esempi dì ciò che produce questa carica. Facendo vibrare questa “carica elettrica” si producono onde elettromagnetiche di energia diversa. Al livello minimo ci sono le onde radio. Poi vengono le onde tv. Più in alto ci sono le onde radar. Ancora più in alto la luce. Poi i raggi X e al livello estremo i raggi detti “gamma”. L’ultima novità delle scoperte astrofisiche sono i”lampi raggi dì gamma”. Fenomeni celesti ancora tutti da capire. Lo spettacolo di un cielo stellato è certamente affascinante. Ma la scoperta delle equazioni di Maxwell è dotata di fascino ancora più potente. Da queste formule matematiche nascono la luce delle nostre lampade, la radio, la televisione e l’enorme quantità di strumenti tecnologici a noi indispensabili, inclusi i rivelatori dei “lampi cosmici di raggi gamma”. Se l’uomo si fosse fermato a contemplare lo spettacolo delle notti stellate, saremmo ancora all’età della pietra.
La luce nelle città è indice di progresso. E infatti le immagini dei satelliti parlano chiaro. La sacca di disperazione e di morte per inedia è in quelle zone del mondo rimaste ancora nel buio, nonostante le equazioni di Maxwell. In quelle zone muoiono ogni anno milioni di nostri fratelli e sorelle. Sono zone m cui vivono – secondo le stime più recenti – 800 milioni di persone che ogni sera possono godersi lo spettacolo di un ciclo stellato, ma non hanno luce per leggere, ne cibo per sfamarsi, ne medicine per curarsi Noi amanti delle stelle abbiamo il sacrosanto diritto di osservare lo spettacolo di una none stellata; a questo traguardo dobbiamo, però, arrivare non dicendo che la luce è fonte di “inquinamento”, ma ancorando le nostre legittime richieste al fascino delle conquiste legate alla scoperta dell’elettromagnetismo.

COMMENTI:
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Mi sorprende e mi indigna che il Professor Zichichi, uomo di scienza che ritengo abituato ad approfondire un argomento prima di affrontarlo, abbia pubblicato sulla vostra apprezzata rivista un siffatto articolo nel quale tra l’altro é sbagliata persino la didascalia della nostra mappa che mostra, guarda caso, gli effetti dell’inquinamento luminoso e non le sorgenti luminose.
Mi dissocio fortemente e pubblicamente da quanto affermato in molti punti dell’articolo dal Professor Zichichi. Se avessi solo immaginato una tale superficialità mi sarei ben guardato dall’autorizzarVi alla pubblicazione delle nostre mappe coinvolgendo così il mio nome e quello dei miei collaboratori.
Provvederò quanto prima ad inviare al vostro Direttore, cui vi prego di inoltrare per conoscenza questo messaggio, una lettera con richiesta di pubblicazione per chiarire alcuni punti della problematica dell’inquinamento luminoso in base a seria documentazione e distinguere così la mia posizione.
Con i più cordiali saluti,
Dr. Pierantonio Cinzano

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Salve,
sono un giovane astrofilo che è rimasto davvero sconcertato da ciò che il prof. Zichichi ha scritto sulle pagine dalla vostra interessante rivista.
E leggendo le leggerezze che Zichichi scrive sulla vostra rivista, non ho potuto trattenermi dallo scrivervi questo messaggio.

Egli afferma innanzitutto che .
Forse dimentica che i lampioni funzionano ad energia elettrica, e l’energia elettrica viene prodotta da centrali che, in un modo o nell’altro, danneggiano l’ambiente. é logico che eliminando l’ingente quantità di luce che si perde nel cielo senza contribuire all’illuminazione delle città (e, lo assicuro, non è assolutamente poca…), si ridurrebbe in proporzione anche il danno provocato all’ambiente.
Poi prosegue scrivendo: .
é vero, ma in compenso l’Inquinamento luminoso può compromettere i recettori più sensibili del nostro occhio, non trovandoci più a doverli usare. Inoltre sappiate che alcune piante e alcuni animali hanno perso la percezione giorno-notte. Questo, potete starne certi, prima o poi avrà un’influenza anche sull’uomo.
. Questo è vero. Ma anche l’energia atomica è un’altra grande conquista dell’uomo. Ciò non vuol dire che bisogna abusarne. Qualunque cosa, se non impiegata in modo intelligente finisce per ripercuotersi contro il suo creatore.
.
Questa poi è bella. Forse il prof. Zichichi non si ricorda che è solo grazie a persone che hanno scrutato e studiato il cielo, che abbiamo capito il funzionamento del nostro universo, che siamo andati sulla luna, che abbiamo elaborato la teoria della relatività, e tantissime altre scoperte che non perderò tempo ad elencare. Se non fosse stato per Galileo, Newton, Einstein noi saremmo ancora qui a pensare che sia il Sole a girare attorno alla Terra. Però almeno avremmo l’illuminazione artificiale…
Penso di avere così dimostrato l’infondatezza e la superficialità di quanto affermato dal prof. Zichichi e spero che vogliate pubblicare sulla vostra rivista, per la quale vi faccio i miei più sinceri complimenti, anche il nostro punto di vista, che è stato espresso in questa mia lettera come in tutte quelle altre che, ne sono sicuro, vi arriveranno, addolorate e indignate come me per quanto affermato sulle vostre pagine. Perlomeno fatelo per verità di informazione.
Cordiali saluti e Cieli Bui,
Alessandro Dulbecco

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Spettabile redazione di “Famiglia Cristiana”
Mi unisco anch’io al dissenso per l’articolo del prof. Zichichi relativo all’inquinamento luminoso.
Il problema dell’eccesso di luci artificiali è stato del tutto travisato, ponendolo come un vezzo degli astrofili, i quali, per il puro piacere del godimento dello spettacolo del cielo stellato, vorrebbero ostacolare il progresso, a scapito addirittura dello sviluppo del Terzo Mondo.
La lotta all’inquinamento luminoso non è affatto tutto ciò: quello che auspichiamo è invece uno sviluppo razionale e sostenibile, dove la luce viene usata in modo corretto e solo dove è necessario, e non inutilmente diretta verso l’alto, danneggiando le osservazioni astronomiche e costituendo uno sciocco spreco delle risorse energetiche.
Limitare l’inquinamento luminoso è uno dei tanti modi possibili per educare al rispetto dell’ambiente, nell’ottica di un uso consapevole della tecnologia – senza sprechi di energia e senza danni ambientali per il nostro pianeta. Anche il Terzo Mondo, già colpito dalle altre forme di inquinamento e dalla desertificazione, ne avrebbe giovamento.
Non vorremmo dimenticare poi l’enorme valore culturale dell’osservazione del cielo: non un hobby per pochi stravaganti cultori delle ore notturne, ma un immenso patrimonio di conoscenza tramandatoci sin dai popoli antichi ed oggi arricchito dalle capacità dei più moderni ritrovati della scienza e della tecnica: telescopi, satelliti, sonde interplanetarie.
L’importanza di questo non dovrebbe sfuggire proprio ai vostri lettori, essendo l’osservazione della Volta Celeste un tema di interesse universale, sia che lo si voglia vedere dal punto di vista dello scienziato, alla ricerca del Sapere, sia agli occhi della gente comune, che – distratta da martellamenti pubblicitari e da troppi divertimenti televisivi di infimo valore – in essa può ritrovare la consapevolezza del ruolo dell’Uomo nel Cosmo e – chi ha fede – può contemplarvi l’immensità del Creato.
Distinti Saluti
Dott. Paolo Volpini
Presidente SCIS
Servizio per la Cultura e l’Informazione Scientifica – UAI Unione Astrofili Italiani

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Spettabile Redazione,
non so se questa e-mail sia indirizzata correttamente, se non lo fosse Vi pregho di farla avere a chi di competenza.

Vorrei esprimere tutto il mio sconcerto, per le affermazioni che il Prof. Zichichi, ha riportato nel Vs. pregevole settimanale, al riguardo dell’Inquinamento Luminoso.

Evidentemente il Prof. Zichichi, non é in grado di capire quali danni provochi una irrazionale e indiscriminata illuminazione, o forse cosa più probabile, non si é documentato sufficientemente in merito ad un aspetto che ignora profondamente.
Forse per quest’ultimo motivo, bene avrebbe fatto a non occuparsene se non prima di essersi debitamente informato, infatti, qualunque astrofilo non si é mai sognato minimamente di invocare lo spegnimento di alcunché, ma molto più saggiamente di illuminare con oculatezza ciò che serve, ottenendo per contro un risparmio, che volendo potrebbe giovare anche a chi l’illuminazione non é mai arrivata.
Vorrei far notare inoltre, che proprio la dispersione di luce verso la volta celeste, possa dare indicazione dell’opulenza dei paesi più industrializzati nei confronti dei più poveri; un modo di disinguersi nel poter sprecare quello che purtroppo é la necessità per altri.
Pensa poi, il Prof. Zichichi, che le lampade si accendano da sole, o che per far ciò si debba bruciare un qual cosa in cambio? E se sì, questo qualche cosa non produce esso stesso inquinamento?
Pertanto, se la sua risposta come penso non possa che essere affermativa, l’invito come già sopra riportato, a documentarsi un poco prima di uscire con affermazioni che non sono minimamente condivisibili da alcun individuo razionalmente dotato di buon senso, in merito anche a studi che dimostrano i danni ambientali che questo fenomeno contribuisce a produrre direttamente e non ( effetto serra, migrazioni foto sintesi clorofilliana, ritmi circandiani, miopia nei bambini……).
é vero che a volte fa più male la lingua che la spada, in questo caso ha fatto più danno alla Cultura e all’Astronomia il Prof. Zichichi, che una città male e mostruosamente illuminata.
Spero che questo increscioso incidente, faccia meditare e avere tra noi uno scienziato che stimavo per la sua serietà fino ad ora dimostrata, d’altra parte, Errare Umanum Est, anche se ci si chiama Zichichi.
Dalla Gassa Leopoldo
membro della Commissione Naz. Inq. Luminoso UAI
Responsabile regionale di VenetoStellato

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Gentile Direttore,
vorrei ringraziare il Prof. Zichichi per il suo articolo sull’Inquinamento Luminoso pubblicato a pagina 92 del numero 43 di Famiglia Cristiana.
é un articolo apparentemente duro e sconcertante, pieno di controsensi, e sono sicuro che avrà già fatto esplodere una violenta protesta fra gli astrofili e gli astronomi professionisti.
Anche io sono astrofilo e combatto, per ciò che posso fare con il poco tempo che ho a disposizione, l’annoso problema dell’inquinamento luminoso.
Ma non voglio unirmi alla schiera di proteste perché capisco e intuisco che lo scopo del Prof. Zichichi e del suo articolo non sia quello di propugnare le tesi espresse, ma al contrario sia quello di scatenare una bagarre di attirare attenzione sul problema, minore di tanti
altri tipi di inquinamento forse, ma pur sempre degno di essere combattuto ed ostacolato. Insomma, dalle dure parole del Professore si intuisce il tentativo di creare un caso e finalmente di discutere, anche sulle pagine
di riviste importanti e serie come la vostra, di inquinamento luminoso.
Infatti il Professor Zichichi, uno dei principali uomini di scienza del nostro Paese, non ignora sicuramente che l’energia sprecata dall’illuminazione mal progettata (non dall’illuminazione in se che è giusta) che viene erroneamente mandata verso l’alto (dov’è ovvio
che non illumina nulla), costituisca un peccato termodinamico e una fonte di inquinamento atmosferico. Non è un mistero per lui che produrre energia elettrica sia faticoso termodinamicamente.
Spero che i lettori non abbiano preso sul serio anche le parole del professore: “Lo spettacolo di un cielo stellato è certamente affascinante. Ma la
scoperta delle equazioni di Maxwell è dotata di fascino ancora più potente.” Lo sa bene, il Prof. Zichichi, che l’uomo di strada subisce più il fascino della Via Lattea che delle 4+1 equazioni di James Clerk.
E poi incalza: La luce nelle città è indice di progresso. E infatti le immagini dei satelliti parlano chiaro. La sacca di disperazione e di morte per inedia è in quelle zone del mondo rimaste ancora nel buio, nonostante le equazioni di Maxwell. Ovviamente il Professore sta scherzando: si sta avventurando in campo di politica internazionale, perché lui sa bene che quelle zone sono purtroppo al buio perché noi sprechiamo energia, anche sotto forma di Inquinamento luminoso, perché di energia non ce n’è per tutti.
E ancora: “Sono zone in cui vivono ” secondo le stime più recenti 800 milioni di persone che ogni sera possono godersi lo spettacolo di un cielo stellato, ma non hanno luce per leggere. Non può
sfuggire la forza di questa frase. Nella sua ilarità, si vede l’angoscia del professore per quello persone che non hanno energia perché la usiamo tutta noi occidentali!
é ovviamente un articolo semiserio, il suo. Non vuole esprimere ciò che si legge, ma ciò che si legge fra le righe.
Non è forse vero? Certo che sì. Se fosse così potremmo immaginarci il Professore in una di quelle discoteche con i fari rotanti sul tetto ad inaugurare suddetti fari come simpatici monumenti alle equazioni di Maxwell.
Nonsense, direbbero gli americani.
Oppure di fronte a una di quelle disperdenti torri faro, sostenere che sia un obelisco ad imperitura memoria del buon James Clerk.
Follia?
No, ovviamente. Le tesi esposte non abitano nella mente dello scienziato Zichichi. Lo scopo vero è quello di creare il “caso” con un articolo ad effetto, scatenare le coscienze, e poi tornare sull’argomento e spiegare davvero come stanno le cose.
Grazie quindi a lei, Direttore. E rivolga, per favore, gli stessi ringraziamenti al Prof. Zichichi per ciò che fate.
Cordiali Saluti,
Dr. Marco Beretta
(Laureato in Fisica)

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