Domenica, 14 Gennaio 2001
I socialisti Baiutti e De Gioia evidenziano «le decine di miliardi buttati al vento a causa di impianti obsoleti» e «i pericoli causati dall’uso di lampade a mercurio». Ma a Palazzo nemmeno si discute delle contromisure Luce “malata”, Regione imputata. Lo Sdi denuncia: «L’illuminazione pubblica inquina e spreca energia». E apre l’offensiva. Udine
La Regione si disinteressa dell’illuminazione pubblica, nonostante il pericolo e lo spreco corrano sul filo: gli impianti attuali sono obsoleti, consumano una quantità eccessiva d’energia e si servono di lampade al mercurio. Lampade altamente inquinanti. È il socialista Giorgio Baiutti a sporgere denuncia, dichiarando guerra all’inquinamento luminoso, «il più sottovalutato» e «il meno conosciuto», ma non il meno dannoso.
Da sindaco, Baiutti conosce bene il problema. Da consigliere regionale, conosce altrettanto bene il “disinteresse” di
Palazzo: «La Regione non è mai intervenuta in modo strategico nel settore dell’illuminazione pubblica.
Ma è ora – attacca – di invertire la rotta». Per ragioni ambientali, innanzitutto: «L’inquinamento si ripercuote sulla ricerca astronomica e astrofisica, sui consumi energetici e persino sulla salute della persona». Eppoi, per ragioni di risparmio: «Nel mio comune si pagano 80-90 milioni per l’illuminazione e 20/25 per la sola manutenzione. Se si potesse garantire la stessa illuminazione a costi minori, il che è assolutamente fattibile, ai Comuni resterebbero più risorse». E ai cittadini si ridurrebbero le bollette. I miscredenti non ci credono? Baiutti cita l’esempio di Bellinzona: «Hanno cambiato tutti i punti luce, ottenendo un risparmio del 30\% sulle bollette di energia e sulle spese». Non basta. Il socialista ricorda che lo spreco di luminosità ammonta in Italia a più di 400 miliardi all’anno, «e allora in Friuli-Venezia Giulia si possono certo risparmiare alcune decine di miliardi».
Eppure, nonostante il dibattito nazionale e le pronte contromisure adottate da Regioni come Lombardia o Toscana, il
Friuli-Venezia Giulia è sordo al richiamo: «Con Roberto De Gioia – denuncia Baiutti – ho presentato una proposta di legge per arginare gli effetti negativi ancora a giugno. Sono passati sei mesi, ma quella proposta non è nemmeno iscritta all’ordine del giorno della commissione». E De Gioia, l’altro socialista, dà man forte e ricorda come gli Osservatori astronomici, i più sensibili al problema, abbiano già subito danni: quello di Trieste, il più importante, ha dovuto disinstallare il suo telescopio da 104 centrimetri, diventato inservibile a causa del tasso eccessivo di luminosità. Ma anche quelli di Farra d’Isonzo, Montereale, Remanzacco e Talmassons confidano in un intervento regionale. «Non dimentichiamo, però – conclude Baiutti, sollecitando l’aula ad intervenire – che il problema non è una fissazione da astrofili. Pensiamo solo alle lampadine attualmente usate, al mercurio appunto, anziché al sodio. Non solo sono inquinanti, ma il loro conferimento in discarica costa moltissimo».