Basterebbe sostituire tutte le lampade tradizionali con quelle a risparmio energetico.
_Se usassimo tutti lampadine a basso consumo quanta elettricità risparmieremmo?_
Tratto dal sito: www.sangiovannirotondonet.it
Un recente studio di ERG, Gruppo di Ricerca sull’efficienza negli usi finali dell’energia, del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Greenpeace, ha calcolato il “potenziale di efficienza energetica in tutti gli usi di energia elettrica”: vale a dire, quanto potremmo risparmiare adottando tecnologie efficienti nei vari ambiti di utilizzo di elettricità. Per l’illuminazione sembra che il potenziale tecnico di risparmio di energia per l’Italia da qui al 2020 sia di 45.400 GWh/anno (4.500 nel settore residenziale). La proiezione si basa sull’ipotesi che lampade, apparecchi illuminanti e alimentatori siano sostituiti con modelli più efficienti. Secondo questa ricerca, il settore dell’illuminazione sarebbe quello con il potenziale di risparmio più alto, prima di quello dei motori elettrici e degli elettrodomestici. Il peso dell’illuminazione infatti, sul totale dei consumi finali di energia, e quindi anche in termini di emissioni di CO2, è del 6% (dato Assil). È interessante confrontare questa indagine con quella voluta dalla Commissione Europea nel 2004 e realizzata dal DG Joint Research Centre.
Qui il potenziale di risparmio è stato valutato in base a due possibili scenari, l’aggiunta di una lampadina a basso consumo per casa e l’aggiunta per casa di un numero di lampadine a basso consumo pari a un quarto della media nazionale dei punti luce. Secondo questi scenari l’Unione Europea, solo nel settore residenziale potrà risparmiare 18.399,82 Gwh/anno.
_Facciamo i conti_
Se assumiamo come indice di efficienza 1=12 1umen/Watt e 1 è l’indice delle lampade a incandescenza, quello delle lampade ad alogeni è 1,8 e quello delle CFL 5,6, per le elettronicamente integrate. Ma una lampada a basso consumo non ha solo un’efficienza maggiore rispetto a una a incandescenza. Quello che cambia visibilmente è la spesa annua per l’illuminazione. Poniamo di volere illuminare un soggiorno di 20 m2, per un periodo di 5 anni (10.000 ore) e calcoliamo 0,18 euro per kilowattora. Per avere l’illuminazione desiderata possiamo scegliere ad esempio fra 3 lampade a incandescenza da 100 W o 3 fluorescenti compatte da 20 W. Il costo iniziale sarà, più o meno, di 10 euro per le lampade a incandescenza e di 54 per le fluorescenti compatte elettroniche (tenendo conto di una durata per le une di 1.000 ore per le altre di 10.000 e di un costo di 1 euro contro 18 euro). Il costo dell’energia elettrica però sarà di 550 euro con le lampade a incandescenza e 162 euro con le fluorescenti compatte elettroniche. Davvero dunque, in questo caso, chi più spende meno spende. Ma attenzione: la convenienza diminuisce se diminuisco no le ore di utilizzo, meglio iniziare quindi a sostituire le lampade che rimangono accese più a lungo (in cucina, sala, luogo di lavoro, scale … ).
_Accorgimenti _
Oltre a sostituire le vecchie lampadine con quelle a risparmio energetico altri piccoli trucchi possono essere utili per ridurre i consumi per l’illuminazione e inquinare meno. Prima di tutto è consiglia bile spegnere le luci quando non servono (si calcola infatti che gran parte degli sprechi derivino dalle luci lasciate inutilmente accese dato Assil). Sarebbe bene poi orientare bene le sorgenti luminose del cortile e del giardino, evitando di generare l’inquinamento luminoso che impedisce di vedere le stelle, come previsto da diverse leggi regionali.
È utile poi lavare le lampadine: polvere e vapori da cucina possono ridurre la luce erogata anche del 20%. Bisognerebbe poi sempre preferire la luce diretta, quella riflessa perde gran parte della propria energia luminosa, e quindi studiare attentamente i punti luce necessari negli ambienti. Infine, si deve ricordare che le lampade fluorescenti non vanno mischiate con altri rifiuti ma consegnate in maniera differenziata ai servizi comunali. I materiali di cui sono fatte (in particolare i sali di mercurio) sono pericolosi, però riciclabili.
Franco Di Cosmo dello Studio Ambiente & Sicurezza