Dopo Papa Giovanni Paolo II anche Papa Benedetto XVI è tornato a parlare di ambiente, a Pescara, dove ha rinnovato l’appello a ”rispettare la natura, grande dono di Dio”. Non è la prima volta che il Papa affronta questo tema e sicuramente qualcuno si sarà chiesto il perchè. Il motivo può essere sicuramente da ricercare nel pensiero cristiano, sempre attento (fin dai tempi di San Francesco) alla componente ambientalista, intesa come rispetto della natura e dell’ambiente in generaleQuanto segue è tratto dal discorso di BENEDETTO XVI tenuto al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo Domenica, 27 agosto 2006, dopo l’Angelus:”Il prossimo 1° settembre la Chiesa in Italia celebrerà la 1ª Giornata per la salvaguardia del creato, grande dono di Dio esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo. Il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l’esistenza dei poveri della terra. In dialogo con i cristiani delle diverse confessioni occorre impegnarsi ad avere cura del creato, senza dilapidarne le risorse e condividendole in maniera solidale. In questa occasione, sono lieto di accogliere stamani la rappresentanza del pellegrinaggio, promosso dalle ACLI, che ha percorso l’antica Via Francigena dal Monginevro a Roma sensibilizzando al rispetto dell’ambiente”.Pprima ancora Papa Giovanni Paolo II così parlava ai partecipanti al CONVEGNO INTERNAZIONALE organizzato dalla Fondazione «NOVA SPES» il 14 dicembre 1989″Eminenza, signore e signori, sono lieto di ricevervi, illustri partecipanti all’ultimo simposio organizzato dalla fondazione internazionale “Nova Spes”. Un saluto particolare al Cardinale Koenig, presidente e fondatore di “Nova Spes”. A voi tutti, che rappresentate le scienze sociali e naturali, la filosofia e la teologia, esprimo la mia gratitudine per l’importante lavoro interdisciplinare intrapreso su un tema che sta sempre più a cuore a tutti quanti desiderano il bene del genere umano.” Il Papa proseguiva poi: “Per considerare il problema dell’ambiente, è indispensabile una prospettiva etica e globale, poiché non è solo la scena in cui si svolge il grande dramma della storia umana, ma in un certo senso è anche un attore di questo dramma. C’è un’attiva interazione tra l’uomo e l’ambiente, all’interno del quale egli cresce nella conoscenza di sé, del proprio posto nella creazione di Dio, e giunge ad apprezzare il valore, il potenziale e i limiti di ogni vita e fatica umana”. Giovanni Paolo II sottolineava quindi il carattere fondamentalmente morale della crisi ecologica e la sua stretta correlazione con la ricerca di una autentica e duratura pace nel mondo e proseguiva ancora : “Dal momento che la crisi ecologica è fondamentalmente un problema morale, è necessario che tutti i popoli affrontino in modo solidale questo problema comune. Uno sfruttamento incontrollato dell’ambiente naturale non solo minaccia la sopravvivenza della razza umana; mette in pericolo anche l’ordine naturale in cui il genere umano è destinato a ricevere ed usare il dono divino della vita con dignità e libertà. Oggi, uomini e donne responsabili sono sempre più consapevoli di dover prestare “attenzione a ciò che la terra e l’atmosfera ci rivelano: nell’universo esiste un ordine che deve essere rispettato; la persona umana, dotata della possibilità di libera scelta, ha una grave responsabilità per la conservazione di questo ordine, anche in vista del benessere delle generazioni future” Il Papa continuava il discorso sottolineando come una preoccupazione per l’ambiente, guidata da principi etici oggettivi e caratterizzata da una vera solidarietà umana, si radica ultimamente nella natura stessa dell’uomo come essere libero e razionale costantemente in rapporto con ciò che lo circonda. “Come è abbondantemente dimostrato dalla crisi ecologica, lo sviluppo individuale e sociale dell’uomo non può essere considerato separatamente dall’ambiente naturale. Dentro questa ampia prospettiva l’uomo ha una grave responsabilità di amministrare con saggezza l’ambiente. Questa responsabilità poi aumenta nella misura in cui egli diventa sempre più capace di modificare sostanzialmente il suo ambiente naturale”. Proseguiva poi considerando come una esauriente descrizione del rapporto tra ambiente e sviluppo debba prendere in considerazione la persona in tutte le sue dimensioni insieme con il rispetto dovuto alla natura.”Considerare il problema ecologico in una prospettiva globale che tiene conto della persona in tutte le sue dimensioni e delle esigenze di uno sviluppo autenticamente umano può giustamente essere considerato una delle grandi sfide del nostro tempo. Se le generazioni di oggi affronteranno con saggezza questa sfida, possiamo confidare che questo contribuirà non poco a risolvere altre pressanti questioni internazionali. Le decisioni prese oggi sull’ambiente devono anche tener conto della responsabilità morale che abbiamo verso le future generazioni. Per questo motivo, ho parlato della necessità di una nuova “educazione alla responsabilità ecologica” . Questo imperativo morale ha le sue radici nella nostra comune umanità e nelle esigenze etiche universali che ne derivano. “Anche gli uomini e le donne che non hanno particolari convinzioni religiose, per il senso delle proprie responsabilità nei confronti del bene comune, riconoscono il loro dovere di contribuire al risanamento dell’ambiente.La nostra generazione è stata benedetta dall’eredità, per il lavoro delle precedenti generazioni, di una grande quantità di beni materiali e spirituali che sono alla base della nostra società e del suo progresso. La solidarietà universale ora esige che noi consideriamo come nostro grave dovere la salvaguardia di questa eredità per tutti i nostri fratelli e sorelle e l’assicurare che tutti e ciascun membro della famiglia umana possano goderne i benefici”. Il Papa concludeva manifestando la Sua gratitudine alla Fondazione “Nova Spes” organizzatrice del Convegno, per il suo impegno nella riflessione su questi problemi, s.t.