La Repubblica del 20 giugno 2006
L’eccesso di illuminazione crea sprechi e aumenta l’inquinamento
A più di un italiano su due ruba la notte oscurando la Via Lattea. Allontana il traguardo di efficienza fissato dal protocollo di Kyoto. Costituisce una tassa occulta, milioni di euro sottratti al portafoglio e regalati allo smog. L’inquinamento luminoso, quel la macchia bianca pulsante che nelle foto notturne copre quasi l’intero territorio dell’Europa e del Nord America, è diventato una presenza ingombrante. E per frenarlo sta crescendo il fronte che si batte per la difesa del buio. Negli Stati Uniti la International Dark-Sky Association ha calcolato che il cattivo uso della luce negli States fa sprecare 23 milioni di barili di petrolio. In Spagna il quotidiano El Pais ha stimato in 132 milioni di euro il costo della cattiva illuminazione, senza contare i danni prodotti dalla 300 mila tonnellate di anidride carbonica che vengono sparate in cielo andando ad accelerareilriscaldamentoglobale. In Italia è la Legambiente che, assieme all’Università di Padova, ha appena prodotto un’indagine nazionale sull’efficienza dell’illuminazione pubblica. In realtà più che di efficienza bisognerebbe parlare di sprechi. Oltre il 30 per cento dell’energia prodotta viene dilapidata per colpa di un sistema di illuminazione primitivo: lampade disposte malamente, globi che sparano verso l’alto invece di luci semiradenti applicate alla pareti delle case, tecnologie a bassa efficienza. Ma c’è anche chi va controcorrente. Pavia possiede il parco lampade più avanzato, con un’efficienza del 47 per cento superiore alla media. Al secondo posto c’è Siena. Molto buona anche la posizione di due città medio piccole del Sud: Caltanissetta e Catanzaro. Se tutti i Comuni fossero efficienti come Pavia, si avrebbe un risparmio energetico complessivo che consentirebbe di fornire elettricità gratuita a 125 mila persone, cioè ad una città come Vicenza. E una mancata emissione di 206 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Trapani,Verbania o Rimini potrebbero dimezzare il budget per l’illumiazione. Altri 13 capoluoghi avrebbero un risparmio superiore al 40 percento. «Sono numeri su cui riflettere», afferma Roberto Della Seta, presidente di Legambiente. «Mostrano ritardi gravi, ma anche la possibilità di uno sprint per riguadagnare terreno e competitività». E per Valerio Calzolaio, promotore della campagna per una legge quadro sull’inquinamento luminoso, «abituarsi a tagliare gli sprechi è utile anche dentro casa e negli uffici, dove si può ottenere una luce più gradevole ed efficace risparmiando sulla bolletta».
L’intervista
Vittori: “Dallo spazio colpisce il buio degli oceani”
Claudia di Giorgio
L’ASTRONAUTA italiano Roberto Vittori, due missioni sulla Stazione spaziale internazionale a bordo della Soyuz, ha visto molte volte la Terra dall’alto. «Il mio primo impatto con la visione della Terra dallo spazio è stato durante la prima missione nel 2002, quando si è staccato l’involucro metallico che protegge la capsula al momento del lancio» racconta. «Di colpo – continua Vittóri – dai due oblò è entrata la luce che ha inondato l’interno. E abbiamo visto la Terra che si allontanava. Però la visione mozzafiato è quella che si ha dalla Stazione spaziale, quando c’è anche il tempo per guardar giù. Ed è come guardare una valle dalla cima di una montagna alta 400km, che è la quota della Iss. A differenza di quello che si pensa, la Terra si vede grande. Ma la cosa che colpisce di più è certamente il colore: blu intenso». E che effetto fanno i milioni di luci accese sul pianeta? «Dato che la maggior parte della superficie è coperta d’acqua non c’è la percezione di un oggetto molto illuminato. Però le due coste degli Stati Uniti, a causa delle luci, si distinguono perfettamente anche da quell’altezza, mentre l’Europa è già meno identificabile».