Dal quotidiano La Provincia di Sondrio del 09/11/2002 AFFIDATO ALL’AZIENDA MULTISERVIZI IL COMPITO DI REDIGERE UN PIANO PER ADEGUARE I CORPI LUMINOSI CITTADINI
Illuminazione: se è troppa è un problema
Il coordinatore del progetto, Conforti: «A breve sarà pronta la relazione»
All’Azienda Sondriese Multiservizi il Comune di Sondrio ha affidato il compito di redigere, in conformità alla legge regionale del 27 marzo 2000 (che recita: “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”) il piano di illuminazione pubblica della città. I rilevamenti ed i lavori dovrebbero servire anche per adeguare tutti i corpi illuminanti fuori norma, compresi quelli installati da privati. «Confermiamo che tra qualche giorno saranno pronte la relazioni e i documenti necessari al Comune di Sondrio per fare le dovute analisi e per ottemperare alla nuova normativa di legge». Così precisa l’ingegnere Conforti, dipendente dell’Azienda Sondriese Multiservizi, coordinatore del progetto. Per quanto riguarda gli impianti preesistenti, la legge regionale prevede che per le sorgenti di luce altamente inquinanti come globi, lanterne e similari, queste debbano essere schermate o dotate di idonei dispositivi in grado di contenere e dirigere verso terra il flusso luminoso, senza mai oltrepassare il valore di 15 candele per 1000 lumen a novanta gradi e oltre. E’ anche obbligatorio l’uso di vetri di protezione piani e trasparenti ove questi esistono. Il Comune su questi punti sembra in ritardo, quali sono le ragioni? «Noi forniremo a breve, come previsto, una serie di informazioni e un database completo comprendente anche la tipologia dei singoli punti della città. Il quadro fornito dalle relazioni tecniche sarà ovviamente generale anche se sarà possibile ricondursi al caso specifico leggendo tra i dati. Occorrerà pertanto individuare quanto prima le lampade e le armature fuori norma e porre rimedio al più presto, intervenendo con accorgimenti correttivi. Le sfere luminose di Lungo Mallero sono un cattivo esempio di illuminazione cittadina: efficienza luminosa molto modesta, elevato consumo energetico e fortissimo inquinamento del cielo. E’ però doveroso ricordare che già da alcuni anni noi suggeriamo all’Ufficio tecnico comunale l’installazione di lampade ai vapori di sodio ad alta pressione, che sono peraltro installate nel 90 % dei casi. Queste rappresentano un grosso passo in avanti rispetto alle lampade inquinanti ai vapori di mercurio, che purtroppo qualcuno, ogni tanto, più attento a questioni di carattere estetico piuttosto che a quelle di carattere funzionale e ambientale, desidera espressamente» Le lampade ai vapori di mercurio, hanno una luce bianco-azzurra con un modesto rapporto lumen/watt ma hanno un costo unitario inferiore, benché occorra poi spendere di più in fase di smaltimento, data la loro comprovata tossicità. Pare dunque che in alcuni casi il Comune non abbia ancora ottemperato alla disposizione che prevede entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge (31 maggio 2000) la modifica dell’inclinazione delle sorgenti luminose secondo i parametri stabiliti dal legislatore. A Milano ad esempio il Comune ha già modificato i nuovi corpi illuminanti posti all’esterno della Stazione Centrale realizzando delle alette che dirigono il flusso luminoso solo verso terra. La Legge regionale anti-inquinamento detta insomma delle direttive ben precise. Ovviamente è necessario lavorare su molti fronti. Innanzi tutto una progettazione accurata che tenga conto anche della potenza delle nuove lampade quando si vanno a sostituire: è importante, infatti, che si riesca ad illuminare senza accecare ma senza creare zone d’ombra, distribuendo accuratamente i punti luce.
– Luca Invernizzi –