Da Il Tempo – 28/09/2002
Molte persone amano osservare il cielo e le sue galassie o costellazioni, ma spesso tutto ciò viene reso difficile da un fenomeno chiamato inquinamento luminoso. Non tutti sanno però di cosa si tratta. E allora cos’è l’inquinamento luminoso? E quali sono i suoi effetti dannosi? L’inquinamento luminoso è quel chiarore lattiginoso che siamo ormai abituati a vedere nel cielo notturno, provocato dalla luce dispersa o dagli impianti di illuminazione artificiali o riflessa dall’ambiente circostante.
La diffusa luminosità del cielo oltre a rendere infatti praticamente inosservabili gli oggetti celesti più deboli come le galassie e le nebulose, ostacola anche l’osservazione dei corpi più luminosi come stelle e pianeti.
Tra le diverse forme di inquinamento, quello luminoso sembra il più innocuo: infatti non danneggia l’apparato respiratorio, e non provoca fastidiosi buchi nell’ozono e in generale permette all’Uomo di continuare a svolgere la maggior parte delle sue attività. Ma non dobbiamo sottovalutarlo perché il suo effetto più immediato è di impedire agli astronomi, o a quelli che semplicemente amano per hobby osservare il manto stellato, di compiere le loro osservazioni.
Il problema è molto complesso, ed ha risvolti scientifici, economici, culturali e psicologici tali da spingere qualche anno fa la Sait (Società Astronomica Italiana) e l’UAI (Unione Astrofili Italiani) ad istituire delle apposite Commissioni per analizzare ed affrontare questo fenomeno giunto ormai ad un livello che è impossibile ignorare. Gli effetti dell’inquinamento luminoso sono diversi. Innanzitutto il livello culturale, infatti la cultura popolare del cielo è ormai ridotta ad eventi particolari di tipo astronautico; perdendo il contatto diretto con il cielo l’Uomo si è impoverito rispetto alle culture millenarie degli antichi popoli per i quali la volta celeste assumeva una importanza fondamentale.
Per esempio si pensi che la gran parte degli scolari vedono le costellazioni celesti solo sui libri di scuola e gli abitanti delle più grandi città non hanno mai visto una stella.
L’illuminazione notturna ha sicuramente un effetto negativo sull’ecosistema circostante: flora e fauna vedono modificati il loro ciclo naturale “notte-giorno”. Il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte subisce alterazioni dovute proprio ad intense fonti luminose che, in qualche modo, “ingannano” il normale oscuramento.