Da “Il Friuli” del 2 novembre 2001 LA TECNOLOGIA DELLA NOTTE
I lampioni a basso consumo e dispersione esistono, basta usarli.
Sulle nostre strade si trova di tutto: dai vecchi lampioni con le lampade ai vapori di mercurio e al neon, che a dispetto della loro luce bianca producono un pesante inquinamento, a quelle al sodio a bassa pressione, quelle per intenderci che producono una luce molto gialla, presenti soprattutto negli svincoli autostradali.
A molti non piacciono, ma in compenso, a parità di intensità luminosa, inquinano molto meno e soprattutto consumano molto meno di quelle al mercurio.
Ma a creare problemi sono soprattutto i contenitori delle lampade. La tecnologia più innovativa è quella definita “full cut-off”: in questo caso l’involucro è costruito in maniera tale da limitare a percentuali trascurabili la dispersione di luce verso l’alto garantendo al contempo a parità di potenza installata l’illuminazione ottimale del piano stradale.
Nonostante queste lampade siano da tempo disponibili, ed anzi, i produttori italiani siano considerati all’avanguardia nel settore, molte amministrazioni locali, sicuramente mal consigliate e soprattutto poco informate, accettano l’installazione di lampioni assolutamente incompatibili con l’idea che la tutela del paesaggio passi anche attraverso il contenimento dell’inquinamento luminoso.
I peggiori in assoluto sono considerati i globi, quelle enormi sfere, spesso rivolte verso l’alto (come per esempio quelle visibili nella foto scattata a Pasian di Prato) che disperdono la luce sui 360 gradi, riducendo l’efficienza a livelli infimi. L’adozione di schermature collocate direttamente attorno alla lampada, risolvono solo parzialmente il problema, perché spesso la potenza installata è talmente alta da rendere inutile qualsiasi contromisura.
La relazione tecnica stilata dal settore manutenzione e servizi tecnologici di Frosinone è “illuminante”: le linee su cui si è operato nei primi tre anni di applicazione del nuovo regolamento per la riduzione dell’inquinamento luminoso sono:
sostituzione di tutti i globi a diffusione libera con analoghe ottiche schermate;
sostituzione delle coppe di protezione con vetri piani temperati;
riposizionamento o schermatura dei corpi illuminanti erroneamente montati;
sostituzione di tutte le lampade al mercurio con quelle al sodio di potenza minore ma di superiore emissione luminosa.
In tutte le vie interessate i risparmi sono stati addirittura superiori alle attese, nonostante, lo ripetiamo, l’illuminazione della sede stradale sia migliorata: “Questi e altri mezzi (come l’uso di orologi parzializzatori, lo spegnimento dell’illuminazione monumentale e la riduzione della potenza installata, la dove era possibile) consentiranno al Comune di Frosinone entro due o tre anni – si legge nella relazione – un risparmio di circa il 40% rispetto agli attuali costi di gestione”.
Quelli che vi stiamo raccontando non sono dati raccolti in mesi e mesi di duro lavoro. Basta connettersi ai siti che su Internet affrontano questo problema, come www.cielobuio.org, www.istil.it, www.venetostellato.it, www.darksky.org, www.inquinamentoluminoso.it, www.vialattea.net o meglio ancora www.castfvg.it, il sito del Circolo astrofili di Talmassons che contiene molti documenti di grande interesse e vari link ai principali organismi che si occupano del fenomeno.
Anche se i nostri amministratori pubblici hanno molti problemi a cui pensare, nel caso dell’inquinamento luminoso, sarebbe sufficiente collegarsi a questi siti per apprendere subito e in maniera semplice il da farsi. In questi siti sono anche consultabili e scaricabili i regolamenti stilabili a livello comunale, così come il testo della legge (regionale) approvata dalla Lombardia.
Lottare contro l’inquinamento luminoso dunque, non significa il ritorno alla candela, come teme qualcuno, ma un modo migliore di utilizzare l’energia senza sprechi, e soprattutto, senza togliere alla gente il piacere di dare un’occhiata, seppur distratta, al meraviglioso cielo stellato che ci sovrasta.
– Alessadro Di Giusto –