Al Direttore di Famiglia Cristiana,
Don Antonio Sciortino Carissimo Direttore,
non ho trovato soddisfacente come Famiglia Cristiana nella rubrica “I lettori ci scrivono” del 9 dicembre è ritornata sul problema dell’inquinamento luminoso dopo le numerosissime e qualificate lettere di protesta che risulta avere ricevuto.
Non ho apprezzato la sproporzione tra il ridotto spazio riservato ad illustrare le obiezioni mosse a Zichichi e quello ben più ampio lasciatogli per le repliche. L’invito a “ricercare un terreno di incontro tra le diverse posizioni” sembra mettere lo Zichichi, che non risulta essersi mai occupato di inquinamento luminoso, sullo stesso piano di chi se ne occupa da anni professionalmente o per passione.
Appare offensiva e mancante di rispetto per chi si occupa di problematiche ambientali e per gli studiosi di scienze naturali l’affermazione di Zichichi che la letteratura relativa a problematiche ambientali non è scientifica. Inoltre l’affermazione che si tratta di “problematiche lungi dall’essere studiate con esperimenti di stampo galileiano” non si concilia con i numerosi esperimenti descritti nelle pubblicazioni, ove è stato confrontato il comportamento di piante ed animali in presenza di luce artificiale e in sua assenza.
Zichichi risulta fuorviante per il lettore quando correttamente sostiene che “illuminare una strada inevitabilmente implica la riflessione di luce verso l’alto” perché trascura di chiarire che le leggi contro l’inquinamento luminoso si preoccupano proprio di evitare che a questa luce si aggiunga altra luce inutile: quella dispersa nell’ambiente dagli apparecchi di illuminazione o causata da un illuminazione maggiore del necessario.
L’affermazione “lo spreco di energia per illuminazione riflessa è dieci volte inferiore a quella dell’uso termodinamico come detto nella risposta precedente”, dove si parla del 70% di combustibile sprecato, sembra indicare una scarsa conoscenza del processo di illuminazione. Negli atti (pubblicati) del convegno organizzato dalla Commission Internationale de l’Eclairage, l’organizzazione mondiale di illuminotecnica, e dall’Unione Astronomica Internazionale a l’Aia (20 Agosto 1994) c’è uno schema molto chiaro della catena dell’energia, dalla centrale alla superficie illuminata. Lo allego qui sotto. Se l’energia consumata è 100 e se l’impianto non è molto inquinante, l’energia utile riflessa dalla strada è circa l’1,2%. Il resto è disperso per perdite di linea, perdite nella lampada, luce non visibile, calore, assorbimenti nell’apparecchio, luce dispersa in cielo e fuori dalla strada, luce non riflessa dalla strada, etc. Per un impianto inquinante la percentuale può scendere anche allo 0,6%. Come vede, caro Direttore, l’uso dell’energia per illuminazione è uno degli usi meno efficienti che ci siano.
Ho però molto apprezzato che Zichichi abbia ammesso l’esistenza degli scompensi causati da quello che chiama correttamente “inquinamento di luce” (nel dizionario “luminoso” significa “di luce”) ma non li liquiderei frettolosamente con un “poca cosa”.
Si pensi che un uccello che sorvolasse le pianure d’Europa non sarebbe probabilmente in grado di trovare una sola zona immune dagli effetti della luce artificiale. La vastità e l’impatto dell’inquinamento luminoso sono potenzialmente enormi, anche se non ancora adeguatamente valutati. La comunità scientifica italiana dovrebbe dare molto più sostegno a questi studi.
Apprezzo l’annuncio di Famiglia Cristiana di tornare al più presto sull’argomento con un articolo specifico. Mi auguro che venga fatto dai responsabili delle organizzazioni che effettivamente si occupano di inquinamento luminoso. Facciamo finalmente parlare su questo problema chi ci lavora ogni giorno.
La saluto con molta stima,
Dr. Pierantonio Cinzano