Un nuovo studio scientifico sull’impatto dell’inquinamento luminoso sulla comunità degli Artropodi è stato recentemente pubblicato sulla rivista del Centro Italiano di Studi di Biologia Ambientale (Biologia Ambientale, 35: 27-34, 2021). Ne riportiamo qui l’abstract, mentre l’articolo completo può essere scaricato qui oppure dal sito del CISBA, che ringraziamo per averlo messo a disposizione.
Impatto dell’ inquinamento luminoso sugli Artropodi: analisi di casi di studio
Giuseppe Camerini1*, Monica Masanta2
1 Istituto di Istruzione Superiore “Taramelli Foscolo”, Via Mascheroni, 53 – 27100 Pavia
2 Istituto di Istruzione Superiore “A.Maserati”, Via Mussini, 22 – Voghera (PV)
Rivista: Biologia Ambientale, 35: pag. 27-34 (2021) DOI 10.30463/es211.004
L’inquinamento luminoso interferisce con la fisiologia degli organismi viventi e con le dinamiche che regolano gli ecosistemi. Causa del fenomeno è la progressiva antropizzazione delle terre emerse dovuta all’aumento della popolazione umana, al fenomeno della crescita urbana e soprattutto all’aumento della luce artificiale emessa pro-capite, facilitato dall’incremento progressivo dell’efficienza luminosa delle sorgenti di luce, ora principalmente LED. L’articolo presenta e discute i risultati di una serie di casi di studio che hanno esaminato gli effetti dell’esposizione alla luce artificiale su insetti e ragni. I meccanismi che principalmente interferiscono con la biologia e l’ecologia di questi organismi sono: l’alterazione dei cicli di sviluppo, la compromissione della capacità visiva con conseguente disorientamento spaziale, l’attrazione verso fonti luminose (fototassi positiva), l’alterazione dei rapporti predatore-preda e l’interferenza con i meccanismi dell’impollinazione. La quasi totalità delle ricerche esaminate dall’articolo e pubblicate tra il 2017 e il 2021 documenta effetti significativi. Alcuni studi hanno evidenziato la riduzione dell’attività alimentare e un’alterazione dei tempi di sviluppo larvale degli insetti in risposta all’esposizione alla luce artificiale. Nel caso dei Coleotteri Lampiridi (lucciole) l’inquinamento luminoso ha come effetto un ritardo nell’emissione di luce da parte delle femmine adulte rispetto ai normali ritmi con i quali essa si manifesta, oppure l’inibizione dei meccanismi alla base del corteggiamento. Nel caso delle farfalle notturne, studi svolti nel centro e nord Europa suggeriscono l’ipotesi che la fototassia positiva, ovvero l’attrazione verso le sorgenti luminose, rappresenti un fattore critico di importanza non secondaria nel determinare il declino delle loro popolazioni. La luce artificiale può inibire i comportamenti anti predatori delle farfalle notturne nei confronti dei pipistrelli, alterando in tal modo le dinamiche predatore-preda. Numerose sono le specie di insetti impollinatori con abitudini notturne che risentono degli effetti dell’inquinamento luminoso, che ne riduce l’attività pronuba, con effetti negativi che si manifestano in forma di una riduzione della produzione di semi da parte delle piante impollinate.
È opinione diffusa che il declino delle popolazioni di Artropodi registrato in molte aree del Pianeta sia riconducibile a un insieme di fattori quali l’impatto degli insetticidi, la distruzione degli habitat, i mutamenti climatici e – non ultimo per importanza – l’inquinamento luminoso. Quest’ultimo tende a condizionare gli organismi viventi funzionando come un vero e proprio fattore di pressione selettiva. Le strategie per contenere e ridurre il fenomeno consistono nell’implementazione di fonti luminose meno impattanti e nel contenimento dell’urbanizzazione.