Illuminare meglio e consumare meno energia elettrica è possibile. Il recente rifacimento dell’illuminazione nel casello autostradale di Udine Sud, effettuato da Autovie Venete, rappresenta il miglior esempio di quanto sia efficace la normativa regionale.
La dimostrazione migliore arriva dal recente rifacimento dell’impianto di illuminazione del casello di Udine Sud, curato dall’ufficio tecnico di Autovie Venete. Oggetto dell’intervento sia le torri-faro presenti nel piazzale di stazione, sia i punti-luce relativi agli svincoli della tangenziale.
Secondo quanto comunicato dalla società, nel primo caso sono stati sostituiti i 64 vecchi proiettori dotati di lampade a ioduri metallici da 400 watt con 44 proiettori di nuova concezione, equipaggiati con lampade a vapori di sodio ad alta pressione da 400 watt; mentre nel secondo sono state montate 18 nuove armature stradali con lampade a vapori di sodio alta pressione, in luogo delle 25 vecchie armature, ormai vetuste e con poca resa luminosa.
Complessivamente la potenza elettrica utilizzata dai nuovi impianti è pari a circa 26 kW con una riduzione rispetto alla situazione precedente di circa il 25% e una resa illuminotecnica decisamente più efficiente ed efficace e, aspetto non secondario, rispondente ai requisiti imposti dalla legge regionale in materia d’inquinamento luminoso. Il costo dell’intervento, comprese le opere civili ed elettriche necessarie al ripristino di alcuni rami di impianto guasti, è stato pari a 76.000 euro.
Quanto realizzato da Autovie Venete è la dimostrazione diretta e concreta che, rispettando la normativa regionale, si può risparmiare energia e al tempo stesso migliorare l’illuminazione e la sicurezza della circolazione, smascherando così i falsi miti proposti da chi insiste a voler illuminare troppo e male, agitando il solito spauracchio della sicurezza.
A Udine Sud fari abbaglianti e gravemente inquinanti hanno lasciato il posto a proiettori full cut-off che non disperdono luce verso il cielo (dove non serve) e che hanno il pregio, tutt’altro che secondario, di non abbagliare i guidatori, migliorando drasticamente la percezione dello spazio illuminato pure a fronte di una drastica riduzione della bolletta da pagare. Dove prima era visibile un enorme alone di luce ora si vede solo il casello e la relativa viabilità ben illuminati, con evidenti benefici, per l’ambiente circostante e la salute di chi vive nei paraggi, dato che sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano il pericolo per la salute dovuto all’inquinamento luminoso.
Per il biennio 2011-2012, l’ufficio stampa di Autovie Venete ha comunicato che sono previsti altri interventi analoghi nei caselli che non saranno interessati da lavori di ampliamento o connessi alla realizzazione della terza corsia.
Cielobuio auspica che il lavoro di Autovie Venete sia preso come esempio, non soltanto dai Comuni che sborsano milioni di euro per l’illuminazione pubblica, ma anche e soprattutto da parte delle aziende produttive e commerciali della nostra regione che spesso utilizzano impianti gravemente inquinanti. Speriamo che questo buon esempio spinga anche la Regione a supportare con serietà l’applicazione e il rispetto della legge regionale 15 del 2007, anziché lasciarla fare a pezzi dalle lobby dell’energia e dell’illuminotecnica, com’è purtroppo avvenuto negli ultimi due anni, a tutto discapito della salute dei cittadini (delle loro tasche) e dell’ambiente.
Secondo quanto comunicato dalla società, nel primo caso sono stati sostituiti i 64 vecchi proiettori dotati di lampade a ioduri metallici da 400 watt con 44 proiettori di nuova concezione, equipaggiati con lampade a vapori di sodio ad alta pressione da 400 watt; mentre nel secondo sono state montate 18 nuove armature stradali con lampade a vapori di sodio alta pressione, in luogo delle 25 vecchie armature, ormai vetuste e con poca resa luminosa.
Complessivamente la potenza elettrica utilizzata dai nuovi impianti è pari a circa 26 kW con una riduzione rispetto alla situazione precedente di circa il 25% e una resa illuminotecnica decisamente più efficiente ed efficace e, aspetto non secondario, rispondente ai requisiti imposti dalla legge regionale in materia d’inquinamento luminoso. Il costo dell’intervento, comprese le opere civili ed elettriche necessarie al ripristino di alcuni rami di impianto guasti, è stato pari a 76.000 euro.
Quanto realizzato da Autovie Venete è la dimostrazione diretta e concreta che, rispettando la normativa regionale, si può risparmiare energia e al tempo stesso migliorare l’illuminazione e la sicurezza della circolazione, smascherando così i falsi miti proposti da chi insiste a voler illuminare troppo e male, agitando il solito spauracchio della sicurezza.
A Udine Sud fari abbaglianti e gravemente inquinanti hanno lasciato il posto a proiettori full cut-off che non disperdono luce verso il cielo (dove non serve) e che hanno il pregio, tutt’altro che secondario, di non abbagliare i guidatori, migliorando drasticamente la percezione dello spazio illuminato pure a fronte di una drastica riduzione della bolletta da pagare. Dove prima era visibile un enorme alone di luce ora si vede solo il casello e la relativa viabilità ben illuminati, con evidenti benefici, per l’ambiente circostante e la salute di chi vive nei paraggi, dato che sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano il pericolo per la salute dovuto all’inquinamento luminoso.
Per il biennio 2011-2012, l’ufficio stampa di Autovie Venete ha comunicato che sono previsti altri interventi analoghi nei caselli che non saranno interessati da lavori di ampliamento o connessi alla realizzazione della terza corsia.
Cielobuio auspica che il lavoro di Autovie Venete sia preso come esempio, non soltanto dai Comuni che sborsano milioni di euro per l’illuminazione pubblica, ma anche e soprattutto da parte delle aziende produttive e commerciali della nostra regione che spesso utilizzano impianti gravemente inquinanti. Speriamo che questo buon esempio spinga anche la Regione a supportare con serietà l’applicazione e il rispetto della legge regionale 15 del 2007, anziché lasciarla fare a pezzi dalle lobby dell’energia e dell’illuminotecnica, com’è purtroppo avvenuto negli ultimi due anni, a tutto discapito della salute dei cittadini (delle loro tasche) e dell’ambiente.