Il fenomeno risulta verificato in particolare nelle zone meno densamente popolate
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23.01.2007 Nelle società moderne l’uomo vive seguendo il tempo scandito dagli orologi, ma i ritmi circadiani rispondono in modo piuttosto preciso al
cosiddetto tempo solare. Solo la vita di città e la limitata dipendenza dalla luce naturale riescono ad attenuare tale legame. Lo hanno scoperto i ricercatori che fanno parte di un gruppo internazionale, frutto della collaborazione tra la Ludwig-Maximilians-Universität, in che ha sede in
Germania; il Kasturba Medical College, di Mangalore, in India, l’Università di Groningen, nei Paesi Bassi.
Com’è noto, i fusi orari sono frutto di una convenzione, e raccolgono in un’unica fascia luoghi situati in meridiani anche piuttosto differenti e
che quindi hanno anche un’ora solare locale diversa. In che modo queste discrepanze possano influire per esempio sull’alternanza di sonno e veglia non è mai stato compreso appieno. Nel corso di quest’ultimo
studio, il cui resoconto è pubblicato sulla rivista “Current Biology” sono state monitorate le attività quotidiane di più di 21.000 persone in tutta la Germania, registrando il cosiddetto cronotipo, cioè la
scansione temporale degli eventi della giornata. Il primo gruppo comprendeva i soggetti che vivono in città con meno di 300.000 abitanti mentre gli altri gruppi erano associati ad agglomerati urbani più
popolosi. Dall’analisi dei dati, è emerso così che nelle regioni con una densità di popolazione inferiore, i cronotipi sono strettamente correlati al tempo solare, ma il legame si fa sempre più debole via via che aumenta tale parametro. Secondo gli autori tale fenomeno è da attribuire alla luce del Sole, e all’alternanza delle ore di luce e di buio, che è ancora importante nelle zone meno urbanizzate.