La Stampa – Ottobre 2003
Una piccola raccolta, di articoli pertinenti al problema dell’Inquinamento Luminoso, pubblicati su “Specchio dei Tempi”.
La Stampa, 20 ottobre 2002
Specchio dei Tempi
Un lettore ci scrive: «Sarebbe bellissimo se i torinesi ogni tanto la smettessero di fare i “provincialotti” e accogliessero con entusiasmo iniziative come “Luci d’artista” che fanno onore a una città troppo spesso grigia. Da qualche anno vivo all”estero e quando torno a Torino per le vacanze di Natale, rimango sempre rapito e incantato dalla bellezza e dall’allegria della città illuminata. Smettiamola di criticare iniziative come queste che dovrebbero farci sentire orgogliosi».
Luca Barani
Specchio dei Tempi, 19 ottobre 2003
Un lettore ci scrive: «Dopo alcune lettere pubblicate negli ultimi giorni su possibili risparmi in vista di altri probabili black out, capisco perché Torino è purtroppo considerata grigia ed apatica: credo che non esista un altro posto in cui c’è ancora gente che si oppone perfino alle luci di Natale e all’illuminazione dei monumenti! Scusatemi, ma mi sembra incredibile: ma ve la immaginate una città quasi al buio? «E, per favore, non tirino in ballo “Gesù nato in una stalla buia e fredda”. Sono un ragazzo profondamente cristiano, e trovo che le luci natalizie non siano affatto deprecabili, bensì uno splendido modo per esprimere la gioia per la nascita di Cristo, Luce del mondo! Per fortuna molta altra gente sta facendo tantissimo per rendere la nostra meravigliosa Torino più viva, aperta, apprezzata anche all’estero, e Luci d’artista è una delle tante belle iniziative che ci stanno rendendo famosi ed anche invidiati. «E, pur con i giusti e necessari dibattiti, credo che per aiutare la città ad uscire definitivamente dalla crisi dobbiamo sostenere le novità, le scommesse, i progetti, la vivacità, e non proporre modelli Anni 60 che ci porterebbero ad un inesorabile declino».
Specchio dei Tempi, 18 ottobre 2003
Una lettrice ci scrive: «Al risparmio energetico vanno innanzitutto sensibilizzati i giovani; ecco perché vorrei sapere quale ingegnere ha potuto… architettare una schermatura in metallo (non scherzo) per le finestre della mia scuola, nel quartiere Santa Rita. Viviamo perennemente con le luci accese, anche col sole! Per non parlare del fatto che non credo che questa condizione faccia benissimo alla vista».
Specchio dei Tempi, 14 ottobre 2003
Mi riferisco alla lettrice che ha proposto di spegnere lo Stand-by dei tv e di escludere le illuminazioni natalizie per far fronte alla crisi del sistema elettrico nazionale. Non posso che esprimere il mio apprezzamento, condiviso anche da tanti miei amici. «L’illuminazione dei monumenti è deprecabile ed altrettanto l’installazione di luminarie per le vie della città. Non aumentano certo la voglia di fare acquisti, anzi – nel mio caso – mi fanno scappare in fretta, stordito e con il mal di testa. Provvedete, cari amministratori, a spendere ogni centesimo disponibile per migliorare la viabilità, con semplicità, senza ridicoli tram in contromano e facilitando la sosta brevissima davanti ai negozi e vedrete che la gente tornerà a far shopping in centro evitando fallimenti clamorosi come quelli annunciati per alcuni grandi magazzini. Torniamo ad un sano consumo a misura d’uomo, anni ’60, sobrio ed utile. Finiamola di dover crescere sempre a ritmi vertiginosi oppure la nostra società collasserà sotto il peso dei suoi obblighi. Cominciamo a non installare luminarie di Natale e risparmiare cosi molti kilowattora! Questa festa religiosa non ci ricorda forse che Gesù è nato in una stalla buia e fredda?».
Specchio dei Tempi, 12 ottobre 2003
Una lettrice ci scrive: «Mentre ci dicono (un ministro nei giorni del blackout) che se tutti spegnessimo la sera le lucine rosse delle tv risparmieremmo il consumo di una intera centrale, i giornali riportano il lieto annuncio che Torino si prepara ad “accendere per notti e notti”. migliaia di lampadine per illuminare monumenti mille volte più belli nella normale penombra notturna, scerpandoli di spreco luminoso per la gioia di artisti sconosciuti e per il fastidio di cittadini già visivamente martellati dalle vetrine natalizie. «Non sarebbe una dimostrazione di maturità civica e nazionale dichiarare all’Italia una scelta cittadina di misura sociale e di risparmio energetico? Per conto mio da quando lo hanno suggerito spengo ogni sera la lucina della tv e, a volte, anche lo scaldabagno. Senza aspettare i ringraziamenti di nessuno ma con la sensazione di fare parte di uno sforzo comune. E’ possibile che io sia l’unica torinese percorsa da brividi di ribellione all’idea delle luminarie festive?».
Maria Ludovica Varvelli
Specchio dei Tempi, 6 ottobre 2003
Un lettore ci scrive: «Arrivando ogni giorno a Torino in treno da Alessandria ho modo di osservare la mattina – a sole già sorto o comunque con il chiaro – un’impressionante quantità di lampioni stradali ancora accesi su entrambi i lati della ferrovia dopo Trofarello. Anche la stazione di Moncalieri e talvolta quella del Lingotto presentano lo stesso problema. «Forse è anche nello spreco di elettricità che sta il malessere del nostro sistema energetico e non solo nella mancata produzione. E forse quando si impediranno per legge i giochi di luce sui palazzi e l’illuminazione perenne di monumenti di quart’ordine, che non portano turismo, non ci sarà bisogno – almeno per la notte – di nuove centrali elettriche».
Giancarlo Gotta