Serie di sette Articoli Pubblicati sul Giornale d Novara a cura di Silvano Minuto
6. LUCE E ILLUMINAZIONE
La situazione in cui si trova l’illuminazione esterna è da imputare ad un complesso di cause. Prima fra tutte è la scarsa conoscenza dei problemi ad essa legati e poi la mancanza di tecnici del settore che possano servire da guida per gli altri. Salvo rare eccezioni non esistono manuali pratici che permettano di prendere visione delle caratteristiche di un impianto rispetto ad un altro. Nella vicina Svizzera, chi produce e commercializza prodotti illuminotecnici ha a disposizione una struttura composta da alcune gru che si muovono avanti e indietro su vecchie rotaie tranviarie. Gli apparecchi di illuminazione vengono montate sulle gru (alzandoli ed abbassandoli a piacere) e gli amministratori comunali o i privati possono verificare di persona la bontà dei prodotti. In questa struttura è anche possibile simulare situazioni atmosferiche negative. Un computer poi stampa un tabulato contenente tutti i dati tecnici dei prodotti eventualmente scelti, corredandolo con le indicazioni riguardanti i consumi energetici.
Da noi tutto è molto approssimativo e i riscontri sulle installazioni, se e quando vengono fatti, sono sempre a posteriori.
Molto spesso chi vende e acquista i prodotti è inconsapevole del danno provocato e della scarsa o parziale inutilità degli impianti predisposti.
CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI
Una buona luce
Il piano dell’ottica deve essere disposto perfettamente orizzontale al terreno. Il 100% della luce è inviata verso il basso e solo il 10% viene riflessa verso l’alto. La superficie di terreno illuminata risulta essere di 300/400 m2.
Una cattiva luce (ad esempio apparecchi con coppa prismatica pronunciata)
Il 35% della luce si disperde in cielo. Il 65% della luce va verso il suolo e il 10% della luce che raggiunge il terreno viene riflessa. Totale della luce dispersa in cielo = 45%. Il terreno illuminato risulta essere di almeno 1500 kmq (con dispersione via via meno intensa) e il globo si vede distintamente ad oltre 30 km di distanza.
È immediatamente evidente la differenza tra i due impianti. Rientrano nella categoria dei cattivi diffusori anche i globi luminosi e le lanterne che non abbiano una protezione verso l’alto.
La Commission Internationale de l’Eclairage, per gli apparecchi non schermati, oltre a stabilire un limite massimo all’emissione a 90° dalla verticale, prescrive di non utilizzare apparecchi con coppa prismatica sulle strade extraurbane e sulle autostrade. Le nostre periferie ne sono però invase.
é però necessario fare una precisazione. Alcuni tecnici, guidati da esperti del Galileo Ferraris di Torino, affermano che se si impiegano le apparecchiature schermate, si elimina l’inquinamento e l’abbagliamento ma i costi aumentano anche fino al 20-30%.
Naturalmente sono state condotte delle indagini su questo argomento ma i dati tecnici non sono mai stati forniti (almeno nella forma comprensibile a tutti). Probabilmente gli apparecchi con coppa prismatica risultano più efficaci di quelli schermati se si considera l’emissione totale. Occorre però tenere conto che nell’illuminazione esterna quello che interessa ai cittadini è la luce che colpisce il manto stradale e non quella che viene dispersa al suolo (anche a chilometri di distanza). Inoltre come è stato chiarito nelle precedenti note, è importante il concetto di visibilità e non di illuminamento. Se la coppa prismatica colpisce gli occhi il potere risolutivo degrada notevolmente. Comunque sarebbe molto facile utilizzare anche apparecchi di questa specie; basterebbe dotarli di apposito schermo “gonnellina” allo scopo di far convogliare tutta la luce verso il manto stradale (tenendo naturalmente presente la necessità di mantenere una illuminazione uniforme). Il costo di queste integrazione è meno dell’1% del costo degli apparati e se fosse vera la loro maggior efficienza necessiterebbero anche di lampade di minor potenza e quindi si avrebbe un vantaggio duplice: efficienza ed economicità.
Nell’illustrazione, la prima immagine riporta un diffusore con coppa prismatica, dove si evidenzia (parte tratteggiata) la luce dispersa, la seconda illustra un apparecchio completamente schermato.
Riduzione dei consumi
Lampade
Oltre che da buone progettazioni, è possibile ottenere notevoli riduzioni utilizzando delle lampade a ridotto consumo energetico e che abbiano una lunga attività di esercizio. Infatti una fonte di costo degli impianti è dovuto anche alla manutenzione degli stessi.
Viene dato un elenco succinto delle lampade più utilizzate per illuminazioni esterne:
- Lampade ad incandescenza: sono molto inquinanti ma il loro utilizzo sta declinando a causa della loro efficienza assai modesta
- Lampade a vapori di mercurio: sono molto inquinanti come le precedenti. La loro discreta resa dei colori è controbilanciata da una scarsa efficienza
- Lampade al sodio a bassa pressione: sono le più efficienti con bassi oneri di esercizio. La luce di queste lampade è però monocromatica e non consente la percezione dei colori. Per questo motivo sono adatte in strade extraurbane e zone industriali e periferiche. Sono purtroppo di grandi dimensioni, tipo neon, di almeno 50 cm. di lunghezza e quindi ingombranti. Difficilmente verranno migliorate, in tempi brevi, perché durano molto e consumano poco. La cattiva percezione dei colori che secondo i tecnici ne limita l’utilizzo è un falso problema. Dove vengono installate si ha quasi esclusivamente circolazione automobilistica e i proiettori delle autovetture, consentono di distinguere perfettamente i colori dei segnali stradali
- Lampade al sodio ad alta pressione: sono una via di mezzo tra quelle a vapori di mercurio e al sodio a bassa pressione. Rispetto alle prime sono meno inquinanti ed hanno bassi consumi energetici.
A titolo di esempio si pensi che:
- la mera sostituzione delle lampade a vapori di mercurio con lampade a vapori di sodio consente una risparmio di circa 547 kWh/anno pari a circa 110.000 lire all’anno per lampada (ipotizzando un costo di 200 lire a kW),
- le lampade a palloncino o le lanterne non schermate, che generalmente illuminano i parchi, inviano il 50% della luce direttamente verso l’alto. Se si considera che in media una lampada da 100 watt consuma 1 kW a notte, si avrà un costo di 73.000 lire all’anno, di cui la metà “buttata via”.