Oggi la spesa energetica per la sola illuminazione pubblica risulta essere di un miliardo di euro. A questa cifra vanno aggiunte le spese per la manutenzione del parco apparecchi esistente e la spesa per i continui nuovi impianti che vengono installati ogni anno. Non indichiamo i costi per i danni dovuti all’eccesso di illuminazione e all’inquinamento luminoso
La situazione italiana, se confrontata con gran parte delle altre nazioni europee, risulta essere paradossale. A fronte di una inesistente autoproduzione di materie prime per la generazione di energia elettrica, l’Italia risulta essere tre i paesi più spreconi, seconda sola alla Spagna (tabella 1). L’Italia consuma pro capite più del doppio della Germania e quasi il triplo di Gran Bretagna, Olanda e Irlanda.
Nazione |
Consumo annuo pro capite (kWh) |
Spagna | 116 |
Italia | 106 (dati Terna) |
Francia | 80 |
Germania | 48 |
Gran Bretagna | 42 |
Olanda | 40 |
Irlanda | 40 |
Come si vede dall’istogramma di figura 1, l’Italia risulta essere la nazione, tra le europee studiate, con il numero più alto di apparecchi per area urbanizzata. Il doppio o più di Francia, Belgio, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria, Danimarca.
In figura 2 si vede che la potenza media degli apparecchi istallati in Italia è molto superiore alla media europea, circa doppia di quelli olandesi o britannici.
In figura 3 l’Italia risulta essere quella che consuma di più per superficie illuminata, al pari della Spagna, con una potenza al metro quadrato doppia di Portogallo e Francia, tripla di Irlanda, Germania e Olanda e quadrupla della Gran Bretagna.
I dati presentati rendono evidente quali possano essere i potenziali risparmi per la nostra nazione. Senza riportare tutti al buio, ma semplicemente ‘abbassandoci’ al livello di nazioni quali la Germania o la Gran Bretagna, possiamo arrivare a risparmiare oltre la metà di quanto attualmente spendiamo, recuperando circa mezzo miliardo di euro ogni anno. Questo senza dover licenziare nessuno e senza altri ‘danni’ collaterali che le operazioni di taglio alla spesa pubblica normalmente hanno.
Con le proposte ulteriori di CieloBuio i risparmi ottenibili potrebbero essere ancora superiori, senza diminuire la sicurezza, peraltro non legata all’illuminazione.
La proposta di CieloBuio
CieloBuio quindi suggerisce al Governo di adottare le seguenti misure:
a) lo spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica al di fuori del limite urbano delle città;
b) lo spegnimento delle luci per i monumenti e gli edifici storici dopo le 23;
c) L’uso a pieno regime dei riduttori di flusso, laddove esistenti, durante l’intero arco della notte; in assenza di riduttori, attuare durante l’intero arco della notte il punto seguente:
d) lo spegnimento di metà dei punti luce delle strade italiane dopo le ore 23 (già abbiamo visto che sono il doppio di quelli della maggioranza delle altre nazioni europee);
Ulteriori azioni possibili e consigliabili:
e) lo spegnimento degli impianti dei privati non connessi alla produzione;
f) una modifica del meccanismo perverso che permette l’escalation del numero di punti luce nelle nuove urbanizzazioni;
g) imposizione di una tempistica per ottenere, entro il 2015, il dimezzamento dei consumi, ovvero di un consumo pro capite di 50 kWh/anno o meno e di un flusso luminoso pro capite di 1000 lumen, da diminuire ulteriormente negli anni successivi;
h) imposizione di efficaci norme tecniche per la limitazione dell’inquinamento luminoso e per il risparmio energetico anche nelle regioni oggi prive di normative valide:
– apparecchi completamente schermati, ad annullare le emissioni verso l’alto;
– impianti ad alto rendimento complessivo, non inferiore al 60%;
– lampade della massima efficienza possibile e dal minimo contenuto di luce con lunghezza d’onda inferiore a 540 nm;
– luminanza e illuminamenti massimi non superiori a quelli minimi indicati dalle norme tecniche, eventuale riduzione per legge degli attuali valori consigliati.
Un’azione aggiuntiva, apparentemente, estrema, porterebbe ad ulteriori risparmi:
i) dopo le 23, lo spegnimento totale dell’illuminazione stradale, con l’eccezione dei punti luce prossimi agli incroci;
I punti da a) a d) non comportano alcuna controindicazione ed anzi non sarebbero probabilmente neppure notati.
Il punto e) non comporta un risparmio diretto delle casse pubbliche, ma riduce sostanzialmente i danni da inquinamento luminoso, compresi quelli alla sicurezza stradale per i noti fenomeni di abbagliamento e di distrazione.
I punti f) e g) contribuiscono a mantenere sotto controllo la spesa nel futuro.
Il punto h) ridurrebbe drasticamente l’impatto ambientale della luce artificiale notturna, costituendone le basi per la sostenibilità e la eco-compatibilità.
Il punto i) è adottato in buona parte degli Stati Uniti per le zone residenziali. Per compensare la percepita, non reale, diminuzione di sicurezza è possibile incrementare l’uso di sistemi di segnalazione e di sicurezza passivi, non energivori (es. segnaletica orizzontale e verticale, cat-eyes).
Anche in assenza di direttive centrali, i Comuni possono comunque porre in atto la maggioranza dei punti suggeriti. E’ evidente però che un intervento deciso, nella direzione da noi indicata, da parte del Governo porterebbe a risultati molto più certi e a vantaggi diffusi su tutto il territorio nazionale.
Per inviare la propria segnalazione:
richiesta segnalazioni del Governo:
form “Esprimi un opinione”:
Per ulteriori approfondimenti:
http://www.starlight2007.net/pdf/StralightCommonHeritage.pdf